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Il golfo della Spezia è ancora un Golfo dei Poeti?

In collaborazione con il Festival delle Geografie, che si terrà a Villasanta (MB) dal 15 al 19 settembre

3 minuti di lettura

Sabato 18 settembre i Mitilanti, gruppo di poesia performativa, nato nel golfo di Spezia (il Golfo dei Poeti), saranno presenti al Festival delle Geografie di Villasanta con il loro evento SAIL IN.

golfo di poeti spezia
I Mitilanti andranno in scena al Festival delle Geografie di Villasanta il 18 settembre 2021

Il Golfo di Spezia è un’insenatura particolarmente profonda ed estesa, collocata nella riviera di Levante; deve il suo nome alla città della Spezia che si trova proprio in fondo al golfo stesso. Il mare è calmo e le onde del mare aperto qui arrivano placate. Porto Venere da un lato e Lerici dall’altro si collocano alle estremità di questo lungo e ampio braccio di mare.

La città e il Golfo non hanno una vocazione strettamente turistica: se guardi il passaggio delle navi puoi vedere quelle grigio/azzurre mimetiche dell’Arsenale della Marina Militare italiana, oppure le navi a rettangoli colorati porta container che arrivano e partono dal porto mercantile, le navi bianche tutte illuminate di notte dei viaggi in crociera.

Il golfo è chiamato anche «Golfo dei poeti» per la presenza di tante figure di intellettuali e artisti che nel tempo qui hanno abitato e trovato la bellezza che ha ispirato le loro opere o che ha reso piacevole la loro vita.

Secondo i Mitilanti, il gruppo di poeti che andremo a conoscere, la vocazione poetica di questo golfo non è solo un ricordo del passato: se si tratta di una promessa, un desiderio o un impegno preso, però, lo dobbiamo chiedere a loro.

Ciao Mitilanti, per prima cosa vorremmo sapere, visto che la città riferimento del Golfo ha due nomi cioè «La Spezia» e «Città della Spezia», qual è il vostro nome preferito?

«Bella domanda! La città si chiama “La Spezia”. C’è poi tutta una diatriba se questo articolo si componga o meno davanti alle preposizioni, ovvero se si debba dire “di La Spezia” o “della Spezia”. Si è pronunciata pure l’Accademia della Crusca sulla vicenda (dicendo che si dovrebbe dire proprio “della Spezia”), ma nemmeno questo è bastato per mettere un punto alla querelle. Per noi comunque, come per tutti gli spezzini, non è un problema, perché chi è o si sente spezzino dice semplicemente “Spezia”, senza l’articolo. Se chiedi a uno di noi di dove sono i Mitilanti, lui ti risponderà che sono di Spezia. Pur sapendo di sbagliare. Contento di ribadire, sbagliando, il suo rapporto con questo strano, conflittuale territorio.»

Sempre a proposito di nomi, il vostro «Mitilanti» – che è già di per sé un atto poetico – suggerisce una particolare appartenenza al territorio, dato che l’allevamento di mitili, specialmente muscoli, è una delle attività lavorative presenti nel Golfo, ma dà anche un’idea di poesia come forma di partecipazione e militanza. È così?

«Sì, è assolutamente così. E spiegato benissimo. Il nostro nome nasce da questi due capisaldi: un certo modo militante di vedere la poesia e questo rapporto forte con un prodotto tipico del nostro territorio.»

Nello spettacolo che porterete al Festival e in modo più esteso nel vostro fare poesia che ruolo gioca il mare? È una presenza sullo sfondo o un orizzonte dal quale non si prescinde?

«Questa è una domanda molto difficile, perché il rapporto col mare è comune, ma anche molto personale, per cui probabilmente ciascuno di noi cinque potrebbe dare una risposta differente.

Sicuramente è un elemento presente nelle nostre scritture, così come nelle nostre vite, di volta in volta declinato in maniera differente. Può essere certamente un orizzonte, una forza, ma anche fonte di smarrimento o paura.

Forse dipende anche dal fatto che alcuni di noi ci sono nati, altri ci sono finiti a vivere in un secondo momento: questo cambia radicalmente il proprio rapporto col mare.

Anche in questo caso però, come in molti altri, pensiamo che le nostre differenze si compongano come punto di forza, arricchendosi vicendevolmente.»

Con l’affermazione «è ancora un golfo per poeti» ci state invitando a vedere nuovamente la bellezza che ha caratterizzato il vostro golfo?

«Rispetto a quand’era un golfo per poeti, il Golfo della Spezia, ha subito molte ferite. Ora sulle sue sponde ci sono i cantieri navali, la centrale a carbone (intitolata a Eugenio Montale…), il porto mercantile e dall’altra parte l’arsenale militare e il rigassificatore di Panigaglia. Eppure ci sono ancora, in mezzo a tutto questo, squarci di una bellezza incredibile, di una bellezza che resiste, e che per questo ha ancora più forza. Pensiamo tutto questo possa essere, oggi più che mai, una possibile fonte di poesia. Per questo diciamo sempre che questo è ancora un golfo per poeti.»

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Immagine di copertina: Photo by Luca Bravo on Unsplash

Fausta Riva

Fausta Riva nasce in Brianza nel 1990.
Geografa di formazione(Geography L-6) poi specializzata in fotografia al cfp Bauer.
Oggi collabora con agenzie fotografiche e lavora come freelance nel mondo della comunicazione visiva.
Fausta Riva nasce sognatrice, esploratrice dell’ordinario. Ama le poesie, ama perdersi e lasciarsi ispirare.

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