di Rossana Casolino
«Lavoro d’estate per viaggiare in inverno»: con queste parole Claudia Vannucci, giovane guida turistica fiorentina e autrice del blog viaggiverdeacido.com, ha presentato il suo reportage L’altra faccia degli Usa, sabato 19 settembre durante il festival Immagimondo, in questi giorni in corso a Lecco.
La Sala Affresco del Palazzo del Commercio a Lecco è gremita e il pubblico viene immediatamente rapito dalla spigliata ed eccentrica figura che timidamente inizia il racconto del suo viaggio attraverso gli States. Le sue motivazioni sono chiare fin dall’inizio: l’amore per le orche e per l’Antologia di Spoon River. Partendo da queste semplici passioni Claudia costruisce un viaggio a più tappe attraverso un Paese difficile. Lontana dalle grandi città e dalla visione imperialistica più volte ostentata, l’America raccontata in questo reportage sfiora la miseria, tra lotte con i nativi americani, paesi e popolazioni isolate, grandi macchine e campi di grano.
A fine novembre 2014, armata di buone intenzioni e spericolatezza, Claudia inizia il suo viaggio. La sua prima meta sono le Isole San Juan, un piccolo arcipelago di 190 isole appartenenti allo Stato di Washington e per gran parte disabitate. Le difficoltà nel raggiungerle – spiega con un sorriso – non sono poche: strade ghiacciate, mezzi pubblici inesistenti, cervi spericolati che attraversano improvvisamente la strada e mancanza di catene alberghiere. Questi e molti altri sono i disagi con cui la relatrice ha dovuto relazionarsi ma, pratica e risoluta, ha rivelato che il segreto è affidarsi alla bontà e all’ospitalità delle persone del luogo. Come svelerà lei stessa più avanti, il modo migliore per viaggiare e scoprire le varie realtà e, magari, riuscire a comprenderle più a fondo, è quello di vivere a stretto contatto con esse. Dal couchsurfing all’autostop, Claudia ha provato di tutto e, nonostante questo, l’unico rimprovero rimane quello di aver scelto come auto da noleggiare una 500: considerata la stazza delle grandi auto americane, la scelta della marca italiana è infatti alquanto scoraggiante.
Incantata e sorpresa dal forte contatto con la natura e il mare, Claudia ha confidato alcuni luoghi che le sono rimasti a cuore: Lime Kiln Point, dove le orche usano l’acqua bassa per grattarsi la pancia sulle rocce, Massacre Bay, dove i nativi americani stanno lentamente riprendendo il possesso della zona e Kettle Point, luogo di pace assoluta. Dopo aver finalmente avvistato un’orca dal traghetto, Claudia ha lasciato, emozionata e assorta, la sua prima tappa del tour. In realtà, tramite il sito dedicato, orcanetwork, non ha mai realmente abbandonato questi affascinanti animali. Infatti, grazie alle segnalazioni in tempo reale su nuove nascite e avvistamenti, si tiene tutt’ora aggiornata.
Dopo una breve sosta per il Ringraziamento a Chicago da alcuni suoi parenti, Claudia ha ripreso il suo viaggio per visitare il Sud dell’Illinois. Fu infatti a Lewiston, dove i campi di mais dominano l’orizzonte, che fu scritto un libro da lei molto amato: l’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters. Per raggiungere la casa dello scrittore e il famoso cimitero, esistente con il nome di Oak Hill Cemetery e, in Italia, reso immortale da Fabrizio de André, Claudia ha visitato Peoria e ha raccontato, con aria preoccupata, la povertà e la delinquenza di questa città che vive solo grazie al lavoro dato dalla grande fabbrica Caterpillar.
Arrivata alla meta principale del suo viaggio, Claudia ha abitato nella tenuta del capocontea, vista la mancanza di alberghi. Così tra le colline e i campi di grano coperti dalla neve di dicembre, ha realizzato finalmente il suo sogno e, nonostante i -12 gradi all’esterno, ha visitato il rinomato cimitero. Lei stessa, emozionata, racconta della presenza di cartellini e opuscoli che permettono,tramite riferimenti opportuni, di trovare le tombe dei personaggi del libro che in questo modo hanno ripreso vita davanti a lei.
L’America raccontata non è sempre felice: i contrasti e le problematiche sono evidenti e gli scontri, soprattutto per quanto riguarda la questione dei nativi americani, sono aspri. I racconti della relatrice guidano il folto pubblico accorso all’iniziativa tra le paludose sponde dell’Illinois River che placidamente si snoda tra colline misteriose. Qui Claudia ha potuto immaginare i tumoli di sepoltura dei nativi americani. Dopo svariati aneddoti, è arrivata infine a raccontare della sua ultima tappa del viaggio, Springfield, città del presidente più amato d’America, Abraham Lincoln.
Un reportage così crudo, appassionato e vissuto non poteva che essere presente nel festival Immagimondo. Grazie alle sue parole taglienti, Claudia Vannucci ha saputo trasmettere le emozioni controverse dell’odierna America.