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Giovani, addio ai Verdi: così il fascino della destra cresce in Europa

L’ascesa dei partiti di estrema destra in tutta Europa è stata sostenuta da un’importante fetta dell’elettorato giovane, soprattutto tra chi votava per la prima volta. Qual è la ragione di questo fenomeno?

5 minuti di lettura

Sono almeno 19 i seggi persi dalla coalizione Verde al Parlamento Europeo alle ultime elezioni europee. La forza motrice del Fridays for future, che aveva condizionato la campagna elettorale del 2019, ha perso il suo vigore. Adesso i giovani, e specialmente i giovani maschi, guardano a destra. Ciò è confermato sia dai sondaggi pre-elettorali, sia dalle analisi post-voto. Infatti, in Francia, Rassemblement National (Rn) è arrivato a 30 eurodeputati, ottenendo 12 seggi in più rispetto al 2019, e spingendo Emmanuel Marcon a sciogliere il Parlamento e indire nuove elezioni. Questo risultato è stato possibile anche grazie al 32% dei giovani tra i 18 e i 24 anni che ha scelto di votare per il partito di Marin Le Pen. La situazione è molto simile in Germania, dove nel voto giovanile l’Unione Cristiano-Democratica (Cdu) e il partito di estrema destra Alternative für Deutschland (Afd) sono risultate appaiate al 17%. Viceversa, i Verdi hanno perso 23 punti percentuali, risultando essere il partito con la perdita più grande rispetto al 2019. Anche in Belgio, dove i sedicenni avevano l’obbligo di votare, alle europee ha trionfato il partito neofascista Vlaams belang. Infine, in Polonia l’estrema destra ha fatto un balzo fra i giovani: dal 18,5% al 30,1%.

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Il fascino dell’estrema destra

È evidente che le preoccupazioni per il clima hanno perso di importanza agli occhi dei giovani europei. D’altronde, dal 2019 diversi eventi hanno avuto un pesante impatto sulla vita delle persone in Europa e catturato l’attenzione della società. Prima la pandemia, poi la guerra in Ucraina e l’inflazione, hanno peggiorato la qualità della vita e le prospettive per il futuro. Gli alloggi sono diventati inaccessibili, i salari non si adeguano all’aumento dei prezzi e la preoccupazione per una vecchiaia senza pensione si fa sempre più forte. Tutto ciò ha preso il sopravvento sul dibattito sulle politiche green e sulle campagne per i diritti civili.

Un altro aspetto del successo dell’estrema destra riguarda la strategia dei suoi parlamentari in campagna elettorale. Tra di loro si fa sempre più frequente l’utilizzo dei social media frequentati dai giovani, come Instragram e TikTok. Per esempio, Maximilian Krah, esponente dell’Afd e capolista del partito alle europee, è riuscito a crearsi un pubblico di under30 su TikTok, dove afferma che la sinistra «è roba da sfigati» perché chiede ai giovani di essere più poveri dei loro genitori e di fare più sacrifici per il clima. Anche Jordan Bardella, a capo del Rn, impiega i social network per fare campagna elettorale. Strategia che ha dato i suoi frutti alle elezioni europee.

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La cesura tra i sessi

C’è, poi, un’altra questione che caratterizza l’elettorato giovanile. Come messo in luce dal Financial Times, infatti, si è aperto un divario ideologico tra ragazzi e ragazze. Le statistiche mostrano come, in diversi paesi del mondo, le giovani donne assumono posizioni molto più liberali dei giovani uomini, soprattutto rispetto a temi come immigrazione e giustizia razziale. I maschi under30 sembrano, invece, preferire partiti antisistema che propongono politiche più restrittive per gli immigrati. Questo anche perché si sentono frustrati dagli eccessi dell’ideologia woke e da partiti di sinistra che colpevolizzano a priori il maschio bianco.

Italia e paesi del nord

A tutto questo ci sono però delle eccezioni. In Italia, il partito più votato dagli under 30 è stato il Partito Democratico. A seguire, Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra, sintomo che per i giovani italiani i temi legati all’ambiente e ai diritti civili hanno ancora un certo peso. Allo stesso modo, anche in Finlandia e Danimarca avanzano i partiti di sinistra e ambientalisti a scapito dell’estrema destra. Un successo importante soprattutto per l’elettorato che crede nell’importanza dei valori europei e nella lotta al cambiamento climatico.

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Marco Leo

Nato e cresciuto in provincia di Viterbo. Passo il tempo a studiare filosofia, pulire casa e giocare a calcio.

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