BOBBIO (PC) – La Gioconda dipinta da Leonardo da Vinci, uno dei quadri più ambigui e misteriosi di sempre, oggi pare forse un po’ meno oscuro. La ricercatrice Carla Glori avrebbe infatti trovato conferma alle ipotesi tratte cinque anni fa nel suo lavoro Enigma Leonardo: la Gioconda, in memoria di Bianca, nel quale aveva identificato il ponte Gobbo di Bobbio con quello dipinto alle spalle della donna ritratta. A provare la sua tesi è, a quanto dice la Glori, una verifica tecnica effettuata dallo Studio Architetti Bellocchi di Piacenza, che ha svolto indagini sul campo ed elaborazioni di modelli 3D. Lo sfondo che si staglia dietro a quella che la studiosa identifica come Bianca Sforza sarebbe dunque Bobbio, osservato dal pittore da una finestra al piano alto del castello Malaspina-Dal Verme. I dieci punti di riferimento individuati nel paesaggio reale di Bobbio, in seguito alle accurate analisi di Angelo e Davide Bellocchi, corrisponderebbero dunque a elementi equivalenti del paesaggio dipinto.
Per consentire un’efficace localizzazione del punto di vista leonardesco, gli architetti hanno fatto una ricostruzione su basi storiche della struttura del castello alla fine del XV secolo, collocandolo nel paesaggio reale, anch’esso ricostruito in tridimensionale, basandosi su una testimonianza tramandata dall’autore in persona nel suo Trattato della pittura. A rinforzare la tesi della Glori vi è una comparazione del ponte Gobbo con disegni originali del XVIII secolo: esso è raffigurato con cinque archi, del tutto simile a quello della Gioconda.
Altre somiglianze tra il paesaggio dipinto e quello bobbiese riguardano anche le acque e le montagne. Insomma, se le prove scientifiche sembrano essere soddisfacenti e le ricerche condotte con grande serietà, resta tuttavia difficile indicare con totale certezza quale, fra le molteplici opzioni teorizzate, sia lo sfondo alle spalle della donna sorridente. La quale, a sua volta, forse resterà sempre nell’anonimato, avvolta nella sua aura di dubbio e di fascino.
M.D.