Dall’incontro tra Nickolas Muray (Seghedino, 1892 – New York, 1965), un grande nome della fotografia degli anni Trenta e Quaranta del Novecento, e l’icona dell’arte messicana del ventesimo secolo, Frida Kahlo (Città del Messico, 1907 – 1954), scaturiscono gli scatti che compongono la mostra Frida Kahlo through the lens of Nickolas Muray, allestita al Museo Storico della Fanteria a Roma, visitabile fino al 20 luglio 2025.
L’esposizione, curata da Vittoria Mainoldi e prodotta da Navigare srl, con il patrocinio di Regione Lazio, Città di Roma e Ambasciata del Messico in Italia, offre uno sguardo inedito sulla vita e la personalità dell’artista attraverso 50 fotografie in bianco e nero e a colori scattate da Muray tra il 1937 e il 1946.
L’obiettivo del fotografo Nickolas Muray, che negli anni ha fotografato dive del calibro di Greta Garbo e Marylin Monroe, e che fu compagno della Kahlo per dieci anni, restituisce l’immagine di «una Frida sana, giovane, felice e innamorata», come sottolineato da Vittoria Mainoldi, che non manca di ricordare come la Kahlo sia stata una donna e un’artista all’avanguardia, libera e indipendente.
Il percorso espositivo è arricchito dalla esposizione del carteggio intercorso con Muray, da cui traspare il profondo legame di stima e amicizia, oltre che sentimentale, che li ha legati fino alla morte dell’artista nel 1954.
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L’arte del vestire di Frida: un omaggio alla terra di origine
Fortemente legata alla sua terra d’origine, un paese straordinariamente ricco dal punto di vista culturale e artigianale, Frida Kahlo ha voluto affermare la sua identità messicana attraverso il caratteristico abbigliamento entrato nell’immaginario collettivo come segno distintivo della sua personalità. Il tipico costume Tehuana con cui spesso appare ritratta nelle sue opere – una blusa, una lunga gonna colorata con motivi floreali e un grande velo che copriva capelli e busto – era il costume delle donne di Tehuantepec, un comune di Oaxaca connotato da una «società matriarcale», aspetto che non poteva non catturare l’attenzione della pittrice.
Una sezione della mostra è specificatamente dedicata proprio agli abiti, ai gioielli e agli accessori di bigiotteria che restituiscono l’immagine iconica dell’artista. I pezzi esposti – 8 abiti con relativi accessori e 6 parure di gioielli – sono stati meticolosamente ricostruiti attraverso un attento studio di fonti documentali e fotografiche, oltre che delle stesse opere pittoriche dell’artista, utilizzando materiali in gran parte di origine naturale, come piaceva a Frida. L’artista, infatti, amava indossare collane di legno, osso, pietre o semi e accessori con perle di fiume e conchiglie marine.
Uno sguardo sull’universo di Frida
La ricostruzione fedele in scala reale dello studio dell’artista a Coyoacàn apre una finestra sull’universo della Kahlo. Una sedia a rotelle evoca il terribile incidente che sconvolse la sua vita all’età di diciotto anni, costringendola a una vita di sofferenze, ma segnando nello stesso tempo la nascita di «Frida artista». La mostra cade proprio nel centesimo anno dall’incidente: uno scontro tra l’autobus in cui viaggiava e un tram avvenuto in Messico nel 1925, che le provocò danni irreversibili.
Non poteva mancare un documentario visionabile in una sala video appositamente allestita, che ripercorre la vita di Frida e del marito Diego Rivera (Guanajuato, León, 1886 – Città di Messico, 1957), il pittore ricordato come uno dei principali esponenti del muralismo messicano, che fu parte importante e fonte di ispirazione negli esordi artistici della Kahlo.
La riscoperta e la mitizzazione degli anni Ottanta
Frida Kahlo è oggi l’artista donna più conosciuta anche dai non addetti ai lavori, icona artistica ma anche portatrice di un modello femminile libero ed emancipato.
Protagonista di mostre monografiche di successo, prodotti audiovisivi tra cui il celebre film Frida del 2002 e di un florido merchandising, Frida è riuscita ad ottenere post-mortem il riconoscimento internazionale che non ebbe in vita.
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Infatti, seppur apprezzata in patria come pittrice di talento, il successo di Frida Kahlo fu sempre adombrato dalla fama internazionale del marito Diego, almeno fino agli anni Ottanta, quando inizia un lento ma inarrestabile processo di riscoperta e di mitizzazione che ad oggi non accenna ad esaurirsi.
Evento spartiacque nella rivalutazione della pittrice messicana fu la mostra tenutasi nel 1982 alla Whitechapel Art Gallery di Londra, che indagava il rapporto tra l’artista e la fotografa militante Tina Modotti, a cui fece seguito l’importante pubblicazione della biografia Frida da parte della storica dell’arte Hayden Herrera, ad oggi la massima esperta vivente di Frida.
Un’ulteriore spinta propulsiva alla “fridamania” fu data dalla sponsorizzazione della cantante pop Madonna, a sua volta icona mondiale, che ne divenne fervente sostenitrice e collezionista.
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Frida Kahlo è stata inoltre celebrata da numerose nazioni attraverso l’emissione di francobolli, in concomitanza con le più importanti ricorrenze legate alla sua storia. I visitatori potranno ammirare un’inedita collezione filatelica unica e completa presente in mostra, che include il primo francobollo emesso nel 2001 dagli Stati Uniti d’America, grazie al quale Frida è divenuta la prima donna ispanica presente in un francobollo americano.
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