Un ingessato Dario Franceschini è stato trascinato dal sempreverde eroe nazional-popolare Gianni Morandi ad intonare “Piazza Grande“, pezzo storico del compianto Lucio Dalla.
Nella tre giorni di apertura straordinaria della casa del cantautore, in occasione del terzo anniversario della sua morte, il nostro ministro dei Beni Culturali, affiancato dal sindaco bolognese Virginio Merola e con supporto musicale firmato Gaetano Curreri, è stato protagonista di un siparietto alquanto curioso che lo ha visto interprete, successivamente, di altri successi del repertorio dalliano.
«Mi sono rovinato definitivamente. Ogni residua mia credibilità è crollata oggi per colpa di Morandi. Troverò il modo di vendicarmi», ha scherzato Franceschini, su Twitter, al termine dell’esibizione improvvisata.
Il tono del ministro si è fatto però subito più serio quando, elogiando il cantautore emiliano e gli altri grandi della sua generazione, ha dichiarato: «Questi testi sono formidabili anche senza musica. Penso sia ora di insegnarli nelle scuole. Ci sono cantautori che hanno formato e trasmesso valori a generazioni intere di italiani perché hanno saputo unire la bellezza della musica a testi straordinari, ognuno con uno stile unico, e penso che facciano ormai parte della letteratura italiana. Quali? Dalla, De André, Guccini, De Gregori, Conte, potrei andare avanti a lungo».
Franceschini ha poi affermato che questo è «il momento di inserire lo studio dei testi dei grandi cantautori italiani nella storia della letteratura italiana. Me lo immagino nell’ora di italiano. Ne parleremo con il ministro dell’Istruzione che è sempre molto disponibile e quindi sono sicuro che ci sarà un’apertura».
IL VIDEO:
G.A.