«Nessun opera d’arte erotica è una porcheria, quand’è artisticamente rilevante, diventa una porcheria solo tramite l’osservatore, se costui è un porco»
Egon Schiele
È il 14 febbraio e in una delle sale di Villa Greppi, a Monticello Brianza, c’è vita, tanto che sembra respirarne il profumo per tutto il giorno. L’occasione di tanta vita è Tra follia e carnalità, dedica brianzola a Egon Schiele: curato da Davide Pirovano, il progetto è stato sostenuto e patrocinato dal comune di Casatenovo e dalla Pro Loco, presenti con i propri rappresentanti – l’assessore alla cultura del comune di Casatenovo, Marta Picchi, la presidentessa della Pro Loco, Rosa Adele Galbiati – al taglio del nastro svolto domenica mattina.
Le opere, rimaste esposte per tutta la giornata, sono diventate da subito un tributo vero e proprio alla carnalità gentile di Schiele, alla sua capacità di riprodurre questa fisicità schietta su tela e di spiegarla attraverso colori, linee e parole. Fin da subito, l’esposizione si mostra slegata a qualsiasi preconcetto e si lascia libera di interpretare il corpo e le passioni, diventando una vera celebrazione dell’amore passionale, dove oscenità e bellezza si fondono tra la storia e lo sguardo contemporaneo.
Schiele interpretò l’espressionismo con una nuova luce, una nuova linea, diventando così uno dei maggiori esponenti e artisti figurativi del ‘900. Le sue opere sono incentrate sulla fisicità del corpo, attraverso un’aggressiva distorsione figurativa. L’arte emotiva di Schiele, sotto il segno di eros e thanatos, nella sua cruda sincerità, compie un viaggio nell’introspezione psicologica dell’umano scandagliando sensi, turbamenti e passioni della vita, sempre con inquietante ossessione fra corpo e mente.
«Le arti sono quei fiori
Egon Schiele, Ich ewiges Kind
che colgono nei giardini,
vivono nell’aria,
in melodica esistenza
intimamente però
sono legati al mondo».
La fragilità, insita nell’esistenza umana, racchiusa nell’altrettanto fragile involucro del corpo, è il punto di partenza dal quale i 28 artisti, tutti giovanissimi, sono stati chiamati a interpretare l’erotismo delle figure. Davanti ai nostri occhi allora non ci sono soltanto corpi nudi, disegnati, fotografati o scolpiti, c’è lo scontornamento della figura che porta l’attenzione su un altro piano, verso i tratti del volto e le parti del corpo, o verso esperimenti passionali di solito tenuti nascosti. Le opere esposte sono diverse, hanno tutte il potere di distinguersi una dall’altra e di legarsi al grande artista austriaco.
Gli artisti salgono poi sul palco per le performance di canto, di esibizione con il flauto, di ballo e di letture in prosa: un momento unico a chiusura della serata. Quello che stupisce e rallegra maggiormente è l’affluenza di giovani e giovanissimi in una giornata così uggiosa: come se l’arte, il corpo, il movimento delle linee sottili dei quadri di Schiele avessero colorato anche la pioggia di una giornata brianzola. Tra Follia e Carnalità si è svolta e conclusa nel giro di un giorno, non lasciandosi niente alle spalle, anzi, portando con sé la voglia di riproporsi, con un altro evento, al più presto.
Qui di seguito i nomi di tutti gli artisti:
Lo Studio Danza Arabesque di Carate Brianza, la Dance Gallery di Arcore, Arianna Ariotti, Annachiara Galli, Teresa Gandini, Alessandra Gennari, Beatrice Giudici, Valentina Goretti, Carlotta Locatelli, Marta Longa, Cristina Mariani, Susanna Mariani, Simone Parma, Dario Ponessa, Lorena Ponessa, Beatrice Sala, Anna Walmsley, Cristian Forte, Laura Favalessa, Susanna Mariani, Francesca Garbelli, Francesca Sodano, Chiara Beretta, Lucrezia Colzani, Beatrice Silva, Benedetta Bonfanti, Francesca Romoblà, Giulia Ancillotti, Alice Beatrice Carrino.
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