Che cos’è il tradimento? Come possiamo leggerlo dal punto di vista filosofico, o meglio, fenomenologico – vale a dire in maniera scevra da giudizi morali e compromissioni assiologiche?
Nel suo saggio Sul tradimento, il filosofo Avishai Margalit propone una sorta di fenomenologia storica del tradimento, attingendo a casi concreti derivati, appunto, dalla storia, dalla letteratura, dalla cronaca e dalla sua vita personale.
L’idea di Avishai Margalit, sulla scorta di Gilbert Ryle, è che sia possibile distinguere relazioni “dense” e “fini”, e, a partire da ciò, inquadrare il tradimento. Le relazioni “dense” sono quelle che deteniamo e stringiamo con chi amiamo, con la nostra famiglia e i nostri amici. In aggiunta a queste ultime, esistono i legami che ci legano a persone con cui condividiamo un ideale, una patria o una religione. Al centro di queste relazioni dense sussiste una forma collettiva di memoria che istituisce la possibilità della fratellanza e della condivisione. Per Avishai Margalit, è l’etica a governare le nostre strette relazioni.