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Expo2015

Festival a luci rosse e prostituzione: l’altra faccia di EXPO

EXPO 2015, previsti più di 20 milioni. di visitatori da tutto il mondo. Tra questi, alcuni approfittano del boom turistico per un'esposizione a sfondo sessuale.

4 minuti di lettura

EXPO 2015: molti giornali scommettono su elevatissimi numeri di turisti che – da tutto il mondo – verranno a fare visita a Milano in occasione dell’Esposizione Universale. Tuttavia, nonostante questo argomento sia ormai centrale tra le testate più famose, non gode di così alta considerazione il mercato sessuale che l’evento sta generando. Se i visitatori interessati ad EXPO saranno circa 20 milioni, saranno più di 15.000 – secondo alcune fonti anche 30.000 – le lavoratrici e i lavoratori nel campo sessuale che arriveranno nel capoluogo lombardo approfittando del boom turistico. Si stima infatti che, normalmente, per le strade di Milano lavorino già 7.000 prostitute, numero dato in notevole crescita da maggio in poi. Così come per i visitatori, anche le prostitute stanno arrivando da ogni parte del mondo: Brasile, Cina, Nigeria, Bulgaria, Marocco e molte altre nazioni. Le loro storie sono molto diverse: da studentesse straniere che verranno qualche mese in Italia per pagarsi gli studi o le vacanze, a donne sfruttate e costrette a vendere il proprio corpo. Ci sarà insomma “merce” per tutti i gusti e tutte le tasche, come ha scritto Il Corriere della Sera «dalle escort di alta classe alle più comuni ed economiche lucciole di strada».

La ciliegina sulla torta per i turisti – e non solo – che vogliono andare oltre le gioie del cibo e dell’arte italiana è il festival erotico Sex in Milan, che si svolgerà dal 26 al 28 giugno e che vedrà in scena vari eventi e incontri con le star del mondo della pornografia.

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Escort, prostituta o bambola di zucchero sdraiata su una sedia rossa con  gambe lunghe e sexy tacchi alti dorati. | Foto Premium

Che lo spostamento di grandi masse favorisca il mercato del sesso non è ovviamente nulla di nuovo: basti pensare ai recenti mondiali di calcio in Brasile, dove molte prostitute e transessuali si sono trasferiti nei mesi estivi per una mera questione economica. Il problema non sta nella prostituzione in sé e per sé, che ovviamente esiste già a Milano al di là dell’evento, quanto nei controlli che dovrebbero essere garantiti, soprattutto se consideriamo il grande flusso di lavoratrici in arrivo. Cosa sta facendo quindi Milano per far sì che queste attività siano svolte in sicurezza, evitando lo sfruttamento e la criminalità? Niente di particolarmente concreto, come del resto non viene fatto molto al di fuori del periodo EXPO. Gabriella Polifroni, portavoce dell’assessore al Welfare, Pierfrancesco Majorino, ha ammesso che la paura più grande è quella della prostituzione minorile e/o forzata: «Bisogna correre ai ripari, — spiega a La Repubblica Majorino — sono contrario alle case chiuse, che non fanno altro che occultare il problema senza risolverlo. Bisogna puntare tutto su prevenzione, riduzione del danno e recupero delle vittime». La Repubblica sostiene che nel 2013 il comune ha stanziato 400.000 euro per combattere la tratta delle prostitute e 200.000 nel 2014. Il 20% di questi fondi viene da risorse comunali, ma Majorino replica che «Il Comune fa già la sua parte: i soldi per la parte sanitaria deve metterli la Regione».

Certo le case chiuse, che molti italiani appoggiano e molti altri no, non estinguerebbero totalmente la criminalità legata alla prostituzione, ma potrebbero rivelarsi un buon punto di partenza per controllare e mettere in regola un’attività che – condivisibile o meno – è inevitabile. L’esempio della Germania è lampante: per i mondiali del 2006 è stato infatti aperto a Berlino Artemis, la casa chiusa più grande d’Europa, un’area di 3000 metri quadrati che può ospitare più di 650 clienti alla volta. Il progetto è stato approvato dai sindacati tedeschi in quanto legale e in grado di mantenere ottime condizioni igieniche e lavorative e, soprattutto, utile per non alimentare ulteriormente le casse dei racket.

A Milano le cose sono ben diverse e questa totale mancanza di organizzazione (e di legalizzazione) ha fatto sì che molte delle lavoratrici nel settore abbiano deciso di fare da sé, affittando appartamenti o stanze e pubblicizzandosi su internet, dove appaiono molti annunci come questo: «Bilocale arredato, zona Loreto, in stabile d’epoca, centralissimo 4°ultimo piano con ascensore, doppia esposizione, cortile bici, discreto, pulito e silenzioso, mq 50, composto da ingresso, cucina abitabile, bagno, ripostiglio soppalcato, camera letto matrimoniale con enorme armadio più letto singolo soppalcato. Ogni comfort: ideale per massaggiatrici e escort. Cinquecento euro alla settimana (incluso spese di condominio, acqua e biancheria)».

Qualche proposta per risolvere il problema della prostituzione legato a EXPO è in realtà stata fatta, eppure l’Esposizione è ormai iniziata e i risultati ancora non si sono visti. Qualche tempo fa, per esempio, è emersa l’idea di evitare la prostituzione nelle aree ad alta urbanizzazione creando una zona rossa dedicata al mercato del sesso e munita di un infopoint in zona Stazione Centrale. Con la legge Merlin, infatti, le case chiuse sono state eliminate, ma la prostituzione non è illegale in Italia, lo sono “solo” lo sfruttamento, l’adescamento, l’affitto di appartamenti a prostitute, la pubblicità con fini sessuali e la gestione delle case chiuse. Delle zone a luci rosse risulterebbero quindi legali, ma molti hanno criticato la proposta considerandola una semplice ghettizzazione e non una vera e propria risoluzione del problema.

Di fatto, l’evento italiano più importante degli ultimi anni è ormai iniziato, ma niente di concreto è stato realizzato. Anzi, nel comune di Rho il sindaco ha vietato di stazionare per strada con abiti succinti dal primo maggio al trentun ottobre 2015, pena una multa di cinquecento euro sia per i clienti che per la prostituta. Secondo il sindaco, la prostituzione sulle vie pubbliche

pregiudica le condizioni di vivibilità dei cittadini, dei turisti e fruitori delle aree del Polo Fieristico, procura danno all’immagine della città e delle sue imprese ed è imposta in modo prepotente alla collettività, che deve convivere con schiamazzi, risse, aggressioni

Più che stimabile l’intento di togliere le prostitute dalla strada, se avessero altri luoghi dove lavorare e, magari, dove essere tutelate e protette. Anche da questo punto di vista, l’EXPO non risulta del tutto pronto.

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1 Comment

  1. […] Venerdì, sempre Ginevra Amadio, ci ha parlato del geniale Luis Buñuel nella rubrica cinematografica “L’invenzione senza futuro”. Venerdì però è stata un giornata importantissima per il nostro Paese e in particolare per la città di Milano: ha preso il via Expo2015, fra timori e speranza, ma anche, come ci ha spiegato Dalila Forni, fra festival a luci rosse e prostituzione. […]

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