Storia di una ladra di libri (precedentemente pubblicato con il titolo La Bambina che salvava i libri), bestseller internazionale dell’australiano Markus Zusak, è in vetta alle classifiche del New York Times da otto anni, con otto milioni di copie vendute, da esso è stato tratto il celebre film Storia di una ladra di libri del 2013, diretto da Brian Percival.
In una Germania nazista dove i libri non si leggono, ma si bruciano, la curiosa e amabile voce narrante della Morte racconta la storia di Liesel Meminger, figlia di comunisti e affidata alla famiglia composta da Rose e Hans Hubermann che vivono nella strada denominata Himmelstrasse di una cittadina bavarese.
Il primo furto che dà inizio alla sfolgorante carriera di Liesel come ladruncola avviene durante il funerale del fratellino, morto prima di arrivare dalla nuova famiglia, quando i suoi occhi ricolmi di lacrime scorgono tra il bianco della neve qualcosa di nero e rettangolare: istintivamente, raccoglie con le sue mani gelate Il manuale del necroforo.
La ragazzina, però, non sa leggere, tuttavia pian piano riuscirà a decifrare le misteriose parole, aiutata dalla sua forza di volontà e dall’amorevole pazienza del padre adottivo. Di pari passo con i suoi progressi nella lettura aumenteranno anche i suoi furti, tra un libro salvato da un rogo e uno rubato dalla biblioteca della casa del sindaco, con l’aiuto dell’amico Rudy Steiner. Nell’ambiente cupo della catastrofe incombente, in un contesto di povertà e fame, solo i libri le offrono la possibilità di evadere dalla realtà.
Ma nella vita della piccola che, con la sua banda di amici – atmosfera che ricorda molto I ragazzi della via Paal di Ferenc Molnar – vive alla giornata, correndo e giocando a pallone, incombe l’ombra nera della guerra: una sera d’inverno uno scosso e tremante ragazzo ebreo, Max Vandenburg – figlio di un vecchio compagno d’armi di Hans – busserà alla porta degli Hubermann alla ricerca di aiuto chiedendo: «Suona ancora la fisarmonica?»
Tra Max e Liesel nascerà un profondo affetto e il ragazzo le insegnerà l’importanza delle parole e le dedicherà poesie. Dopo essere stato nascosto nella cantina della famiglia per qualche anno, Max una notte scapperà per non mettere in pericolo Liesel e la sua famiglia: di lui non si saprà più nulla, finché Liesel non lo scorgerà tra alcuni prigionieri di un campo di concentramento che vengono fatti sfilare tra le strade della piccola cittadina e tenterà invano di salvarlo.
La Morte narratrice descrive la desolazione, l’ingiustizia, la perfidia e la crudeltà perpetrate dagli uomini che perseguono la lucida follia sterminatrice. Perfino la stessa Morte si lamenta del lavoro eccessivo che è costretta a portare a termine, mostrando la sua tristezza nel raccogliere anime senza distinzione di età, sesso o posizione sociale. Solo le parole lette nei libri rubati riescono, misteriosamente, a sottrarre la ragazzina alla prematura fine, comune a molti suoi coetanei, per arrivare all’incontrovertibile «appuntamento con la morte» solo in età molto avanzata, dall’altra parte del mondo.
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