«Ho letto che è stata la carta a tenere acceso l’incendio nelle torri. Tutti quei quaderni, le risme di fogli per le fotocopie, le stampate dell e-mail, le foto dei figli, i libri, i dollari nei portafogli e i documenti negli archivi… erano combustibile. Forse se vivessimo in una società senza carta papà sarebbe ancora vivo».
Molto forte, incredibilmente vicino di Jonathan Safran Foer è uno dei primi romanzi ad aver trattato l’attacco terroristico alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001. Nel maggio 2012 è uscito nelle sale cinematografiche l’omonimo film, diretto da Stephen Daldry.
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Inventare un bollitore parlante, oppure dei microfoni per ascoltare il battito del cuore, o magari essere il pupillo di Stephen Hawking: questo sogna Oskar Schell – un ragazzino bizzarro che soffre della Sindrome di Asperger ed è appassionato di scienza – per tenere la mente occupata, il più lontano possibile dal pensiero dell’insensata morte del padre, vittima dell’attentato.
Quando un giorno scopre nell’armadio del padre una chiave misteriosa e una busta con scritto Black, Oskar spera che con la risoluzione dell’enigma si sciolga il peso di un lutto non ancora elaborato. Ha così inizio una odissea in miniatura in una New York dolente e surreale, tra Manhattan e il Bronx, da Central Park a Ground Zero, in cui il protagonista entrerà in contatto con molte persone – tutte accumunate dal cognome Black – alla ricerca della serratura da aprire con la sua chiave, nel tentativo di riempire un vuoto che neppure la madre riesce a colmare: un itinerario ricco di incontri che lo aiuterà a trovare una risposta all’enigmatico ritrovamento e ai propri dubbi.
«Ogni volta che uscivo di casa, diventavo un po’ più leggero perché mi avvicinavo a papà. Ma diventavo anche un po’ più pesante, perchè mi allontanavo da mamma».
La sua vicenda si intreccerà con quella dei nonni, anch’essa costellata da dolore e sofferenza: la nonna di Oskar era emigrata in America dalla Germania poco dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale e lì aveva incontrato Thomas Schell, il fidanzato della sorella, morta a Dresda in un bombardamento. Poco dopo i due si erano sposati, ma Thomas aveva poi abbandonato la moglie e il figlio in arrivo. Dopo l’attentato era tornato dalla moglie, che lo aveva riaccolto a patto che non rivelasse la sua identità al nipote.
I due però finiscono per incontrarsi e Oskar gli confesserà il suo dolore e l’enigma che sta tentando di risolvere, arruolandolo come suo compagno d’avventure.
L’ultima missione che crede affidatagli dal padre si trasforma così nella prima di una vita autonoma e matura, che pianifica con straordinaria precisione e che gli consentirà sia di costruire nuove e significative relazioni sia di trovare risposte alle proprie domande. E se non ce ne sono sul senso di quella tragedia collettiva, Oskar ne troverà a proposito dei significati che può avere l’incontro con l’altro, il superamento delle proprie paure, il valore delle parole e dei sentimenti.
In Molto forte, incredibilmente vicino, l’autore, senza essere mai scontato e commuovendo il lettore, si fa tramite del dolore di chi ha perso i propri cari nel “giorno più brutto”, raccontando una storia originale e difficile da dimenticare.
Nicole Erbetti