Pensiamo, per vulgata comune, che il padre della psicoanalisi sia Sigmund Freud. Ma non è così. Il buon vecchio Freud mutuò il nome Es, che sta ad indicare la parte più interna della psiche dell’essere umano, quella legata agli istinti e alla pancia, da un altro psicoanalista, medico, filosofo, il meno conosciuto Georg Groddeck, che inventò la psico-somatica.
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Groddeck intendeva l’essere umano come un essere a cui bisognava dedicare un approccio di studio olistico, ovvero totale, che mettesse insieme mente e corpo, psiche e sensi, spirito e carne.
Se intendiamo l’essere umano come un’unità psico-fisica comprendiamo che tutto ciò che passa nella psiche di un essere umano e nella sua mente si traduce in carne, in corporeità.
In questa visione, nessun pensiero può essere considerato neutro e, così, nessuna manifestazione del corpo può essere considerata come una manifestazione avulsa dal pensiero. Mente e corpo si condizionano completamente e continuamente e nulla di ciò che ci accade può essere ricondotto ad una causa piuttosto che ad un’altra.
L’Eros disconosce la polarizzazione tra bene e male
La società e il pensiero occidentale, nei secoli dei secoli, hanno imparato e hanno insegnato a scindere in maniera polarizzata tutto ciò che ci succedeva, sia eventi personali e soggettivi che eventi storici: la lunga e imperitura lotta tra il bene e il male, amore e odio, maschio e femmina, bianco e nero, luce e buio. Tutto perfettamente diviso in due, tutto staccato, niente connesso al niente, ma tutto frutto di scelte nette. Se stai da una parte non puoi, ovviamente, secondo questa visione, stare dall’altra.
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Eppure la storia ci insegna che nell’essere umano convivono molti aspetti, che l’essere umano è un essere plurale in cui gli elementi, le emozioni, le sensazioni si mescolano e percorrono confini indefiniti che non possono essere colti nella polarizzazione.
L’essere umano come uno e trino
Vi è una battuta di Lenny Belardo, alias Papa Pio XIII nella serie scritta e diretta da Paolo Sorrentino che spiega questa visione olistica in maniera esemplare: «Io sono una contraddizione, come dio uno e trino, trino e uno, come la Madonna vergine e madre, come l’uomo buono e cattivo».
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Se secondo il pensiero cristiano, quindi, l’essere umano è stato creato a immagine e somiglianza di Dio, come parte di Dio porta con sé tutto ciò che è proprio di Dio, ogni aspetto.
Se facciamo parte di un universo che contempla il tutto e il contrario di tutto, allora siamo anche noi, ognuno nel suo piccolo, il tutto e il contrario di tutto. Certo, questa è una visione pericolosa nella misura in cui, in questo modo, giustificheremmo atti di violenza che potrebbero subitamente trasformarsi in atti di amore. E la cosa sarebbe sconvolgente. Se ammettessimo una visione del genere, la società civile non esisterebbe e ci sarebbe anarchia e caos. Per questo non è possibile ammettere una visione olistica in ogni campo del vivere umano e per questo un omicidio o uno stupro vanno comunque puniti, perché sono atti di violenza molto gravi che ledono la libertà altrui.
L’Es come regno dell’Eros e dell’Amore
Ma c’è una sfera della vita umana dove tutto è possibile, fermo restando il rispetto per la volontà e la libertà dell’altra persona: la sfera dell’amore e della sessualità.
L’amore e il sesso non conoscono giurisdizione, non conoscono pensiero politico, sentire religioso, non conoscono le dicotomie proprie dei proibizionismi isterici ai quali ci abituano fin dall’infanzia. Essi sono il regno della libertà di espressione, della massima libertà di due o più esseri umani chiaramente consenzienti.
E l’amore e il sesso sono il luogo in cui è l’Es a regnare sovrano e incontrastato.
Quando l’Es parla: la legge irrazionale dell’Attrazione
Ed è per questo che a ben poco valgono tutta la ginnastica, le diete e i trucchi, quando l’attrazione fatale si nasconde nei dettagli unici a cui si è destinati: nella forma delle unghie, nelle righe della lingua, nel suo modo di ruotare, nella candida malizia del sorriso, in certe sporgenze delle ossa, nel pollice e nella sua curvatura, nella montatura degli occhiali, nel respirare lieve, nel modo in cui ti alzi dal letto o ti ci trattieni, nello sbuffo della sigaretta, nei calli sui palmi delle mani, nei piedi, nella rozza grazia del masticare, nello spostare o aggiustare le cose, nel mancare un bersaglio, nel ricordare qualcosa e nel dimenticarne un’altra, in una falla, nel dire grazie o nel chiedere scusa, nella voce, l’accento e nell’uso del lessico più familiare.
L’attrazione non è una questione razionale, esattamente come l’amore. Certo, non è detto che ogni attrazione sfoci in amore, ma di solito ci innamoriamo proprio delle persone da cui ci sentiamo intimamente attratti. E non è una questione che si esaurisce in un semplice rapporto sessuale, ma anche qui è una questione che va al di là di tutti i calcoli e di tutti gli aspetti convenienti che una mente può prevedere.
Come sostiene Groddeck, nel suo testo più famoso, Il libro dell’Es:
Per rendersi conto di quel che prova l’inconscio Lei deve osservare gli organi attraverso i quali esso parla, gli organi con cui la donna esprime la sua voluttà; e sarà sorpresa di constatare quanto le pareti della vagina, le labbra della vulva, la clitoride o i capezzoli se ne infischiano della ripugnanza espressa sul piano cosciente. Essi rispondono a proprio modo alla stimolazione, all’eccitazione appropriata, del tutto indipendentemente dal fatto che la coscienza gradisca o meno l’atto sessuale. (…) Terribile, inconcepibile, eppure tanto affascinante.
2013, 38-41
Groddeck, in sintesi, ci sta dicendo che la legge dell’attrazione sfugge al controllo razionale e nonostante tutte le menzogne che razionalmente gli esseri umani sono portati a raccontarsi per auto-sedursi e convincersi, gli organi sessuali parlano al di là della volontà e ci comunicano ciò che solo l’Es è in grado di codificare come via per il piacere assoluto.
Motivo per cui, spesso, siamo attratti da ciò che razionalmente può sembrare grottesco, sbagliato, ripugnante, eppure dentro la nostra pancia si crea un turbinio di emozioni. Un aspetto apparentemente terrificante del nostro quieto vivere, eppure presente con una forza che è travolgente, sconvolgente, capace di cambiare per sempre il corso del presente, quello del passato e quello del futuro.
L’amore, come il sesso, infatti, non conoscono neanche le leggi del tempo.
L’amore e il sesso non essendo frutto della ragione, ma essendo solo mitigati da essa, equilibrati nella quotidianità del vivere, non seguono le regole temporali di inizio e fine di un percorso. Essi avvengono e seguono le connessioni delle pance che coinvolgono, degli Es che si sentono attratti come calamite al di là di ogni legge fisica.
Certi amori non finiscono
Un amore, come un’attrazione ad esso intimamente connessa, non finiscono nel momento in cui razionalmente e a causa delle contingenze della vita, siamo costretti ad interrompere. Se tra gli Es degli esseri umani coinvolti, la connessione non riesce davvero a spezzarsi, quegli Es trameranno contro tutto e al di là di tutto per ricongiungersi. Un’attrazione fatale, la volontà di amare un altro essere umano al di là di tutte le difficoltà che si possono riscontrare, al di là dei concetti di giusto e sbagliato, di conveniente e sconveniente, semplicemente perché non si potrebbe fare altrimenti.
E anche se tutto intorno, nel mondo, è solo apparentemente ostile, le strade continuano a incrociarsi, il desiderio non smette di bruciare.
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E la storia è piena di esempi celebri a riguardo, amori ritenuti “impossibili”, attrazioni fatali, che in verità cercavano solo una via di libertà per esprimersi. Pensiamo a Romeo e Giulietta, per cui la via è stata la soluzione finale della morte, ma anche Salvador Dalì e Gala, che decisero di vivere in case separate e nonostante le continue storie di entrambi, alla fine il fulcro di quella luce rimanevano sempre loro due, come anche per Frida Kahlo e Diego Rivera che trovarono nel loro sodalizio artistico la loro massima espressione, come Oscar Wilde e Alfred Douglas, contro il tempo, contro l’Inghilterra Vittoriana.
L’unica cosa davvero intelligente è arrendersi e lasciare che fluisca.
A Berlino, soltanto a Lui, incondizionatamente
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