Bibbie che istigano al peccato, parole-fantasma, titoli ambigui: vediamo come i gli errori di stampa riescano a imbrogliare e turbare anche i lettori più accorti, e come l’omissione di una semplice parola possa sconvolgere e dissestare il significato di un’intera opera.
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La “Bibbia Cattiva”
Nel 1611, il re d’Inghilterra Giacomo I aveva fatto pubblicare un’edizione della Bibbia da lui supervisionata e approvata. Tutt’oggi, questa edizione – conosciuta come King James Bible o Authorized Version – è la più utilizzata durante i riti sacri. Il re aveva imposto delle direttive da seguire alla sua squadra di traduttori: il testo fonte doveva essere la Bibbia dei Vescovi; non erano ammesse postille, eccetto per i termini ebraici o greci; le parole più oscure dovevano essere tradotte secondo la lezione più usata dagli studiosi.
Ci furono numerose edizioni, dal 1611 in poi. Una in particolare, stampata a Londra nel 1631 dai tipografi Robert Barker e Martin Lucas, era destinata a trascinarsi dietro la nomea di “Bibbia Cattiva”, o “Bibbia dei Peccatori” (The Wicked Bible) nei secoli a venire. L’edizione, infatti, riportava un sesto comandamento che, invece di condannare l’adulterio, lo imponeva: «Thou shalt commit adultery» (“Commetterai adulterio”). L’omissione della particella not costò a Barker e Lucas un’ammenda di 300£, nonché la revoca della loro licenza di tipografi. Le copie del volume furono raccolte e bruciate al più presto. Oggi ne sono rimasti pochi esemplari, gemme da museo.
Altri strafalcioni biblici
La King James Bible, proprio perché è una delle versioni più stampate della Bibbia, presenta innumerevoli sviste. Nel 1613, a causa di un’imprecisione alquanto bizzarra, è Giuda, al posto di Gesù, a dichiarare nel Getsemani: «Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare». In una copia, oggi custodita a Totnes, nel Devon, l’errore è stato corretto con un ritaglio di carta recante il nome di Gesù, incollato sopra quello di Giuda.
La dimenticanza della particella not è invece al centro di un altro strafalcione biblico, stavolta del 1653. Nella prima Lettera ai Corinzi, 6:9, si legge la frase «Know ye not that the unrighteous shall inherit the kingdom of God?», ossia «Non sapete che gli ingiusti erediteranno il regno di Dio?». Questa versione, che sembra prendere le difese di chi invece dovrebbe condannare, è stata soprannominata Unrighteous Bible – appunto, La Bibbia degli Ingiusti.
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Guerra e pace o Guerra e universo?
La Rivoluzione russa del 1917 portò, nella sua bufera di cambiamenti, anche la riforma ortografica. Essa implicò una generale semplificazione, con l’eliminazione e la sostituzione di alcuni grafemi. Il romanzo capolavoro di Lev Tolstoj, Guerra e pace, pubblicato negli anni Sessanta dell’Ottocento, aveva particolarmente sofferto di tali stravolgimenti, poiché il suo titolo aveva assunto un significato ambiguo. Infatti, nel russo pre-riforma la parola миръ, che significava “pace”, si differenziava graficamente dalla parola міръ, che invece significava “universo”. Con la scomparsa della lettera і e del segno duro ъ in fine di parola, il titolo dell’opera tolstojana diventava Война и мир, e in molti l’hanno interpretato col significato di Guerra e universo – sebbene, in passato, la differenza fosse chiara.
Parole fantasma
Nel 1934 fu pubblicato il Webster’s New International Dictionary, il più celebre dizionario americano della lingua inglese. I compilatori avevano preparato una lista delle abbreviazioni, dove compariva il lessema dord, indicato come sinonimo di density. Dord cominciò ad essere letto e utilizzato sebbene, in realtà, esso non avesse alcun significato. La sua presenza nel dizionario si spiega con una svista: «D or d» erano state segnate come abbreviazioni per density, ma interpretate da qualcuno come un’unica parola, dord. Il fenomeno fu quello che in lessicografia viene definito “parola fantasma”, ossia una parola errata creduta vera dai parlanti. L’errore rimase fino al 1947, finché qualcuno non si accorse dell’implausibilità della parola dord e la eliminò dal dizionario.
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