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Il fascino decadente dell’erotica noia borghese  

In un'epoca dove i tabù sono caduti e l'erotismo è onnipresente, l'amore e il desiderio sembrano aver perso il loro fascino originario, risucchiati dalla saturazione e dalla monotonia quotidiana. Ma è davvero così?

4 minuti di lettura

Cosa ha stancato dell’amore e dell’eros? È legittimo porsi questo interrogativo in una società in cui su amore ed eros c’è una narrazione non solo sovra-esposta, ma anche, per alcuni versi, molto ridondante ed eccessiva.

Basti pensare che un tempo parlare di eros era un tabù; oggi, invece, che ogni tabù è stato abbattuto, cosa resta dell’amore e del suo volto erotico? Ma soprattutto, come si è giunti ad un così alto livello di saturazione, al punto che l’amore e l’eros non suscitano più nessuna emozione nel nostro quotidiano?

Nel corso di questo articolo si proverà a tracciare una linea di senso su come le idee e le applicazioni erotico/amorose siano cambiate, su come siano diventate obsolete, noiose nel corso del tempo e di come il vivere borghese abbia reso erotico il tedio, ovvero l’abitudine, da sempre nemico giurata dell’eros, eppure oggi considerato addirittura cool. 

L’amore e l’eros sono una questione matematica? 

Se si crede che l’amore e l’eros abbiano una matrice matematica, non ci si sta totalmente sbagliando. Nel corso della storia, ci sono stati, infatti, molti matematici, psicologi e scienziati che si sono interrogati rispetto a questo tema.

Donn Byrne, ad esempio, psicologo della State University of New York and Albany, sostiene che bisogna verificare la somma numerica di alcune variabili, dopo aver assegnato loro un valore da uno a dieci: attrazione, piacere mentale, desiderio di intimità, bisogno di essere accettati e paura di essere lasciati e questo numero farà comprendere se si è ancora innamorati oppure se è meglio restare amici.

John Gottman, invece, psicologo della University of Washington, sostiene che per far durare una storia i gesti d’affetto debbano essere cinque volte maggiori rispetto a quelli di astio o risentimento.


Hannah Fry, autrice di The Mathematics of Love, riconduce tutto ai modelli matematici del predatore- preda o come Sergio Rinaldi, docente di Teoria dei sistemi del Politecnico di Milano, che ha calcolato addirittura delle equazioni differenziali, come quelle che si adoperano per lo studio del moto dei pianeti, per descrivere i rapporti e la loro durabilità.

Secondo questi studiosi, quindi, l’amore e l’attrazione erotico-sessuale si baserebbero su formule scientifico-matematiche che, riprodotte correttamente, potrebbero dare dei risultati positivi nella riproduzione di schemi amorosi e nella perpetrazione delle storie amorose.

Ma possono davvero l’amore e l’eros fondarsi su un paradigma matematico? E davvero questo garantirebbe la loro durabilità? Oppure, nella società capitalistico-borghese l’amore e l’eros hanno cambiato direzione, andando dal tabù trasgressivo al fascino dell’abitudine, che nasconde comunque in sé delle criticità interessanti? 

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Il capitalismo uccide l’amore. O forse no

Capitalism kills love ha scritto una volta qualcuno. La logica del profitto supera anche i sentimenti e trasforma tutto in prodotto, commerciale e vendibile alla migliore offerta.

Nei decenni, il modello capitalista si è talmente sedimentato nelle vite degli esseri umani, che questi hanno iniziato a credere “normali” alcuni meccanismi. Unioni, matrimoni, eterosessualità normalizzati sono prodotti del capitalismo per perpetrare il modello dell’unione uomo-donna e della riproduzione di altri esseri umani che lavoreranno al modello capitalista e al suo profitto e alla sua continuità.

In un sistema dove prevalgono le logiche commerciali, anche la creatività e l’equilibrio tra amore ed erotismo sbiadiscono.

Il sistema è pregno di pensiero e di interessi borghesi che, per dirla tutta, non sono il massimo dell’erotismo, anzi può essere considerato addirittura come l’anti-erotico per eccellenza. 

Eppure, Edoardo Gallorini con la linea L’erotica noia borghese – ispirata a un elegante e decadente immaginario cinematografico, rimarca questo concetto: una vita borghese è percepita da sempre come talmente noiosa e piatta che chi la vive quotidianamente cerca vie di fuga anche abbastanza trasgressive, che rappresentano simbolicamente l’esatto opposto del modello ordinato che ci si obbliga a vivere abbracciando il canone borghese.

L’etica borghese si è da sempre fondata su un manicheismo spinto: buono o cattivo, bello o brutto, giusto o ingiusto; in questa contrapposizione netta degli opposti, trovare una strada di dialogo diventa quasi impossibile. Ed è da qui che nasce la noia e l’erotismo stesso della noia. Quest’ultima è un concetto molto controverso se applicato all’eros.

Le persone iniziano ad annoiarsi quando tutto ciò che fanno inizia a diventare routine, entrando in un’abitudine che piano piano si appiattisce sotto il peso del ritorno dell’uguale. Come sosteneva ante litteram Arthur Schopenhauer in Il mondo come volontà e rappresentazione, «La vita umana è come un pendolo che oscilla incessantemente tra il dolore e la noia, passando per l’intervallo fugace, e per di più illusorio, del piacere e della gioia.»

Pertanto, in quella noia, oramai pregna di eros, ci si crogiola, poiché nel tempo si è caricata di stimoli, ispirazioni, immaginari stuzzicanti e fantasie che divengono la base per la trasgressione.

L’erotica noia borghese è proprio questo, un senso rinnovato dell’amore e dell’eros, che si culla nel disincanto alla ricerca di una nuova sorpresa, che si eccita nelle emozioni frivole e passeggere e che diviene un nuovo paradigma.

Dopotutto, i figli della borghesia che canta Brunori Sas, non sono ancora del tutto scomparsi. Nella ricerca del vintage, di oggetti da mettere in casa come feticci di tempi ormai passati, ma che si vorrebbe ritornassero, una sconvolgente nostalgia che accompagna viaggi, relazioni, lavori, la borghesia detta ancora la norma di un indissolubile fascino legato a una sicurezza sentimentale ed economica reale o solo paventata.

Al di là delle tesi matematiche, che possono dare una certa sicurezza nella relazione con l’altro, gli esseri umani sono creature complesse, che preferiscono accomodarsi nelle zone di comfort con apparenti certezze per poi tradirle.

Un modello matematico che spiega l’amore e l’eros sarebbe troppo semplice. E le cose semplici non piacciono a nessuno

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Anto D'Eri Viesti

A proud millennial. Dopo il dottorato in semiotica e gender studies decide di dedicarsi solo alle sue passioni, la comunicazione e la scrittura.
Copywriter e social media manager.
La verità sta negli interstizi, sui margini e nei lati oscuri.
Tanti fiori, cioccolato e caffè.

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