È ormai secolare consuetudine associare il XVIII secolo a mastodontici sconvolgimenti politico-sociali, nonché filosofici; la grande epoca dei lumi, che fece risorgere l’uomo dalle sue ceneri, levandogli di dosso le ormai stantie vesti di pio servitore di Dio per renderlo il centro di un nuovo universo intellettuale. Ma il dorato ‘700 è cosparso da una sottile polvere di talco, come la delicata cipria che ricopriva il volto delle dame. Epoca sfavillante di corsetti e crinoline, l’età della ragione è avviluppata nei nastri dell’etichetta, delle buone maniere, dell’abbigliamento sontuoso e delle estrose parrucche. Sebbene il campo letterario sia maggiormente incentrato su una riflessione umana e culturale, pur non mancando esempi di esilarante parodie e satira dei costumi, è il campo artistico a cogliere maggiormente lo spirito di quei giorni freschi e profumati come un roseto in fiore, quelle passeggiate accompagnate dal frusciare delle vesti, i balli e le feste sfarzose.
Fra tutti i grandi maestri dell’epoca, tra cui la ritrattista Élisabeth-Louise Vigée-Le Brun e il grande Jean – Honoré Fragonard, autore della celebre Altalena, Antoine Watteau è da considerarsi come il padre di una nuova tradizione pittorica, di quel genere fiabesco e raffinato conosciuto come «feste galanti». Dai delicati toni pastello e dalle atmosfere eteree avvolte in rosei vapori, l’opera di Watteau è ricca di eleganza e virtuosismo, perfetta rappresentazione dei patinati costumi settecenteschi. Ispirazione per la meravigliosa raccolta poetica omonima di Paul Verlaine, le feste galanti sono un trionfo di ricercata finezza, in cui le figure sembrano danzare al ritmo di una musica soave. Fra le opere di Watteau, la coppia del Pellegrinaggio a Citera costituisce l’esempio più fulgido e amato della sua arte, racchiudendo in sé la tradizione della quotidianità di allora. La prima versione del dipinto, Pèlerinage à l’île de Cythère, realizzata nel 1717 come saggio di ammissione all’Accademia di Pittura Francese (e oggi conservato al Louvre), venne seguito nel 1718 da una nuova e più complessa tela, Embarquement pour Cythère, divenuto proprietà di Federico II di Prussia e oggi esposto nel Castello di Charlottenburg di Berlino.
Leggi anche:
«Femmes» e «Hombres», gli scandalosi versi erotici di Paul Verlaine
Il soggetto dell’opera è chiaramente espresso nel titolo attribuitogli: un variopinto gruppo di persone che si prepara ad imbarcarsi per l’isola di Citera, luogo che nel mito diede i natali alla dea Afrodite. Il riferimento all’amore e alla bellezza è dunque evidente ed espressamente richiamato in ogni dettaglio. La prima e più importante analisi da effettuare è quella cromatica, osservando come Watteau sfrutti una gamma di tenui sfumature di rosa e azzurro, a simboleggiare l’incontro sensuale fra i sessi, così come di verde e giallo per raffigurare la morbida collina su cui i viaggiatori attendono di partire. I soggetti inoltre costituiscono un’ulteriore fonte di comprensione del tema, in quanto molti di essi sono colti in semplici e spontanei gesti amorosi: coppie strette in abbracci furtivi, un cavaliere che aiuta la sua dama ad alzarsi, donne sottobraccio ad eleganti fanciulli, il tutto corollato dalla presenza di paffuti ed alati cupidi, che volano sulle teste degli innamorati come simbolo di augurio e benevolenza divina. Il riferimento alla dea della bellezza è chiaramente visibile non solo nella presenza degli alati infanti, ma anche nel lato sinistro della tela, dove troneggia una classicheggiante statua della divinità. Sullo sfondo, stagliandosi leggiadra e propizia, la vela rosata della nave che condurrà i suoi passeggeri verso un luogo mistico di amore e sensualità. E i versi di Verlaine, maestro della musicalità poetica e genio simbolista, sembrano ricreare quel «profumo di rose, delicato grazie alla leggera brezza estiva che soffia, il quale si mescola con il profumo che lei porta».
Leggi anche:
«Afrodite» di Pierre Louÿs: il dipinto profano della bellezza antica
Maestoso, imponente, e al tempo leggiadro e quasi fluttuante, Embarquement pour Cythère è il ritratto di un’epoca che risplende del suo ultimo e più intenso fulgore, di una quotidianità frivola e fresca, che lentamente si accinge alla sua fine, che inconsapevolmente continua nelle sue superficiali e incantevoli danze, come un sole splendente che mostra al mondo il suo estremo, e meraviglioso, raggio di luce.
Non abbiamo grandi editori alle spalle. Gli unici nostri padroni sono i lettori. Sostieni la cultura giovane, libera e indipendente: iscriviti al FR Club!
Segui Frammenti Rivista anche su Facebook e Instagram, e iscriviti alla nostra newsletter!
Gent.le Dott. Giano, la ringrazio per l’interessante articolo. Posso chiederle cortesemente il suggerimento di qualche titolo di approfondimento sull’argomento Watteau e la festa galante?
Grazie per la cortese attenzione,
Paola Berardi
e-mail: 72paolaberardi@gmail.com