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Elon Musk vuole i nostri dati sanitari per allenare Grok

dalla newsletter n. 45 - dicembre 2024

4 minuti di lettura

L’accumulazione di dati a scopi di lucro non si ferma. Le big tech sono alla continua ricerca di comportamenti umani da poter rilevare, aggregare e dare in pasto all’intelligenza artificiale (ia) per il training. È in quest’ottica che va collocata la mossa di Elon Musk. Nelle scorse settimane, infatti, il proprietario di X ha chiesto agli utenti della piattaforma di condividere radiografie, risonanze magnetiche, Tac e altri dati sanitari su Grok, l’ia di X. Attraverso la fornitura di dati, la speranza di Elon Musk è che l’ia diventi sempre più accurata nella lettura e interpretazione delle immagini. In questo modo, gli utenti avrebbero la possibilità di ottenere un consulto in maniera rapida.

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Privacy e responsabilità

Alcuni utenti di X hanno accolto la richiesta di Elon Musk ottenendo risultati diversi. Qualcuno ha ricevuto responsi palesemente errati, mentre in altri casi Grok è stato più preciso. Anche medici ed esperti del settore sanitario hanno testato l’ia per capire la qualità dei responsi, che secondo alcuni non è molto alta. E qui si annida una prima questione problematica: se l’intelligenza artificiale sbaglia, di chi è la responsabilità? In questi anni di diffusione dei chat bot abbiamo potuto esperire la frequenza con cui producono “allucinazioni”, ossia risposte errate a nostre richieste. Tutto lascia pensare che Grok non sia immune da questo problema. In tal caso, gli utenti non avrebbero la possibilità di rivolgersi a nessun ente per un eventuale risarcimento o ricorso.

Com’è ovvio, c’è poi la questione della privacy. Anche se la politica di X è quella di non raccogliere le informazioni personali sensibili e di non venderle a società terze, ma condividerle con “società collegate”, non si sa bene cosa Grok faccia con questi dati. Questo perché non esistono garanzie, per esempio basate su leggi, su come verranno utilizzati i dati. Inoltre, Elon Musk ha annunciato che Grok sarà open source. Se per un verso, questa mossa aiuta lo sviluppo di un tool tecnologico, grazie alla collaborazione tra addetti ai lavori, per un altro permette la diffusione dei dati sensibili in maniera non controllata. Ciò apre il campo ad una serie di possibili abusi. Infatti, mentre un medico non può condividere le informazioni sanitarie personali senza il consenso, per via del segreto professionale, una società tecnologica non ha vincoli di questo tipo. Se le informazioni, poi, dovessero finire nelle mani dell’azienda per la quale lavoriamo o per la nostra società di assicurazioni, c’è il rischio che prendano decisioni su di noi basate sulle informazioni sulla nostra salute.

Le aspirazioni di xAI

Dopo aver contribuito a fondare OpenAI nel 2015, Elon Musk se ne è separato tre anni dopo, per poi fondare nel 2022, xAI. A circa un anno e mezzo dal lancio dell’azienda e del suo modello di ia Grok, ha fatto importanti passi avanti. Tra le varie cose, l’azienda punta a rivoluzionare il campo dell’assistenza sanitaria. L’obiettivo lo si vuole raggiungere attraverso l’automazione dei compiti, il miglioramento dei flussi di lavoro e l’ottimizzazione della produttività degli addetti ai lavori. Grok, in questo senso, dovrebbe facilitare il flusso di lavoro quotidiano attraverso la lettura radiologica, appunto, o la trascrizione degli incontri tra medico e paziente per registrare i punti fondamentali, o ancora, la ricerca nelle cartelle cliniche di informazioni rilevanti.

Ovviamente, gli interessi di Elon Musk in questo settore non si fermano qui. Com’è noto, infatti, è anche proprietario dell’azienda Neuralink e non è difficile immaginare una compenetrazione di idee e strumenti tecnologici tra le due aziende. Inoltre, con Tesla sta lavorando alla creazione di Optimus, un robot umanoide autonomo bipede in grado di svolgere compiti pericolosi, ripetitivi o noiosi. Anche qui, si può immaginare un’integrazione in Optimus di elementi chiave per renderlo utilizzabile nell’assistenza dei malati negli ospedali o nelle case.

Cosa cambia con Trump

Il paradosso è che Elon Musk si è più volte esposto contro una proliferazione incontrollata dell’ia, poiché secondo lui e altri personaggi chiave nel panorama tecnologico questa nuova tecnologia così potente potrebbe mettere a rischio la società e l’umanità. Tuttavia, c’è il sospetto che le sue idee siano in conflitto di interesse e che siano maturate, più che altro, per far sì che l’OpenAI rallentasse il suo addestramento di ChatGPT.

Qualunque sia il suo reale obiettivo, è certo che in virtù della sua nuova posizione, Elon Musk avrà ancora più mezzi per farsi valere. Infatti, dopo la vittoria di Donald Trump alle elezioni del 5 novembre, Elon Musk si appresta a ottenere un ruolo di primo piano nell’amministrazione. Donald Trump lo ha nominato, insieme a Vivek Ramaswamy, capo del dipartimento per l’efficienza governativa, un organismo che punta allo smantellamento della burocrazia governativa e al taglio delle spese inutili. Da questa posizione Elon Musk potrà ottenere alcuni favori dal futuro presidente degli Stati Uniti. Per esempio, la possibilità di avere un maggior numero di contratti governativi per la sua azienda Space X, ma anche una regolamentazione che favorisca xAI ad aziende come OpenAI o Microsoft. I giganti della tecnologia, dunque, potrebbero dover affrontare più pressioni rispetto al passato. Infine, la sua sarebbe una posizione privilegiata per quanto riguarda la raccolta indiscriminata di dati comportamentali. È plausibile che il governo metta meno i bastoni tra le ruote a Elon Musk nel suo tentativo di espandere il suo business e i suoi artefatti tecnologici, a discapito della privacy e della sicurezza dei cittadini.

Illustrazione di Lucia Amaddeo

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Marco Leo

Nato e cresciuto in provincia di Viterbo. Passo il tempo a studiare filosofia, pulire casa e giocare a calcio.

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