Nel dicembre del 1964 nasce a Evanston, un sobborgo di Chicago, Edward Louis Severson III che, anni dopo, diverrà noto ai più con lo pseudonimo di Eddie Vedder.
I genitori di Eddie divorziano nel 1965 e la madre si risposa con Peter Mueller, di cui il piccolo assume il cognome e Eddie per diversi anni sarà convinto che Mueller sia il suo vero padre. Scopre la verità solo quando i due divorziano, ma è troppo tardi per conoscere il padre biologico, morto qualche anno prima di sclerosi multipla. Intanto i rapporti con il patrigno si fanno sempre più difficili, tanto che decide di lasciare San Diego, dove la famiglia si era trasferita negli anni Settanta, per tornare a Chicago dalla madre e assumere legalmente il suo cognome: sarà Eddie Vedder. Testimonianza di questo difficile periodo è Alive, scritta per i Pearl Jam.
«Son, she said, have I got a little story for you
What you thought was your father was nothin’ but a fool
While you were sittin’ home alone at age thirteen
Your real daddy was dyin’
Sorry you didn’t see him, but I’m glad we talked.
Oh I, oh, I’m still alive»(Figliolo, ha detto, ho una storiella per te. Quello che credevi fosse tuo padre era solo un idiota. Mentre eri seduto a casa da solo a 13 anni, il tuo vero padre stava morendo. Mi dispiace che tu non l’abbia conosciuto, ma sono felice che ne abbiamo parlato. Oh, sono ancora vivo)
A vent’anni torna a San Diego con la sua ragazza Beth Liebling, fa diversi lavori, registra demo e fonda anche diversi gruppi musicali. Alla fine si unisce a una band di Seattle, i Pearl Jam. La band diventa presto un’icona del grunge e dell’alternative rock tanto che Ten, il loro primo lavoro, è uno degli album rock più venduti della storia, di un grunge che trasuda nichilismo e disillusione. Evidenti sono le influenze, dagli Who a Neil Young, e caratteristica è la voce di Eddie Vedder che conferisce ai brani carica o malinconia, a seconda dei casi. Tra gli estratti del disco, alcune delle loro canzoni più famose: Alive, Even Flow e Ocean.
«Freezin’, rests his head on a pillow made of concrete
again feelin’
maybe he’ll see a little better set a days
hand out, faces that he sees time again ain’t that familiar
dark grin, he can’t help, when he’s happy looks insane
even flow, thoughts arrive like butterflies
he don’t know, so he chases them away
someday yet, he’ll begin his life again»
(Even Flow)(Ghiacciando, appoggia la sua testa su un cuscino di cemento, di nuovo credendo che forse vedrà giorni migliori, oh sì. Mani in fuori, i volti che rivede non sono poi così familiari, oh no. Ghigno malvagio, non può essere d’aiuto, quando è felice sembra un pazzo. Flusso costante, i pensieri arrivano come farfalle, non lo sa e così li scaccia via. Eppure, un giorno, inizierà la sua vita, ancora una volta)
Parallelamente ai lavori con i Pearl Jam, con cui ad oggi ha pubblicato dieci album, Vedder ha anche intrapreso la carriera da solista, a partire dal suo contributo per il film Into the wild. Music from the Motion Picture: Into the Wild è un album spettacolare, che parla della società e dei suoi limiti, della solitudine, della maestosità della natura e della poesia nei cieli stellati. La voce di Vedder, pregna di pace e malinconia, si sposa perfettamente con il tema del film. Nel 2008 Eddie ha vinto con il brano Guaranteed il Golden Globe per la migliore canzone originale.
«It’s a mistery to me
we have a greed
with which we have agreed.
You think you have to want
more than you need
until you have it all you won’t be free.
Society, you’re a crazy breed
I hope you’re not lonely without me.
When you want more than you have
you think you need
and when you think more than you want
your thoughts begin to bleed
I think I need to find a bigger place
‘cos when you have more than you think
you need more space»
(Society)(Per me è un mistero, abbiamo un’avidità con la quale abbiamo accettato di convivere. Pensi di dover volere più di quello di cui hai bisogno, finché non hai tutto non sarai libero. Società, sei una razza folle. Spero che tu non sia sola senza di me. Quando vuoi più di quello che hai, pensi di averne bisogno. Quando pensi più di quello che vuoi, i tuoi pensieri cominciano a sanguinare. Penso di dover trovare un posto più grande perché quando hai più di quello che pensi, hai bisogno di più spazio)
«Everyone I come across in cages they bought,
they think of me and my wandering
but I’m never what they thought
got my indignation but I’m pure in all my thoughts.
I’m alive…»
(Tutti quelli che incontro, in gabbie che hanno comprato, pensano a me e al mio vagare ma io non sono mai quello che pensavano; ho la mia indignazione ma sono puro in tutti i miei pensieri. Io sono vivo)
Oltre che alla musica, Eddie Vedder si dedica a iniziative di vario genere, di stampo sociale o politico. I Pearl Jam hanno annullato il concerto dello scorso 20 aprile che avrebbe dovuto svolgersi nel North Carolina in segno di protesta contro la bathroom bill, un provvedimento che vuole ostacolare l’uso di bagni pubblici da parte di persone transgender. La band si dice dispiaciuta per i fan ma, data la situazione, il boicottaggio è l’unica via per affermare l’idea di uguaglianza: «there is nothing like the immense power of boycotting».
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[…] Nel dicembre del 1964 nasce a Evanston, un sobborgo di Chicago, Edward Louis Severson III che, anni dopo, diverrà noto ai più con lo pseudonimo di Eddie Vedder. I genitori di Eddie divorziano nel 1965 e la madre si risposa con Peter Mueller, di cui il piccolo assume il cognome e Eddie per diversi anni sarà convinto che Mueller sia il suo vero padre. Scopre la verità solo quando i due divorziano, ma è troppo tardi per conoscere il padre biologico, morto qualche anno prima di sclerosi multipla. Continua a leggere… […]