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Doppio Sogno, il romanzo erotico che ha ispirato Eyes Wide Shut

Oltre il convenzionale, oltre il perbenismo, oltre il matrimonio. Ambientato nella Vienna decadente di inizio XX secolo, una storia che si adatta ad ogni epoca e ad ogni coppia borghese desiderosa di esplorare oltre

2 minuti di lettura

«Era una ragazza giovanissima, forse quindicenne, coi capelli biondi sciolti che le ricadevano sulle spalle e, da una parte, sul seno delicato. […] il viso, dapprima impaurito, poi arrabbiato, infine impacciato. A un tratto però sorrise, sorrise meravigliosamente; nei suoi occhi c’era un saluto, un invito […]. Poi distese il corpo giovane e snello, quasi lieta della sua bellezza e, come si poteva facilmente notare, fiera e deliziosamente eccitata per il luccichio del mio sguardo che sentiva fisso su di sé.»

A parlare è Fridolin, protagonista di Doppio Sogno, romanzo breve di Arthur Schnitzler, 1925. Una confessione piccante quella che sta facendo Fridolin alla moglie, Albertine, che a sua volta ha appena raccontato una sua fantasia erotica che, per un soffio, non si è compiuta durante le loro vacanze in Danimarca. Il nome di Fridolin e di Albertine probabilmente non vi dice nulla, ma forse se a questi due personaggi aggiungiamo come sfondo un ballo in maschera segreto, un pianista che suona bendato e una parola d’ordine per rimanere alla festa…ecco che prende forma una trama che tutti noi conosciamo: Eyes Wide Shut.

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Doppio Sogno, doppie ninfette

Ambientato nella Vienna decadente di inizio XX secolo dallo scrittore austriaco e riconvertito in una New York anni Novanta dal regista Stanley Kubrick, la storia di Doppio Sogno si adatta perfettamente ad ogni epoca e ad ogni coppia borghese desiderosa di esplorare oltre: oltre il convenzionale, oltre il perbenismo, oltre il matrimonio. Un romanzo d’introspezione che colpì persino il padre della psicoanalisi Sigmund Freud, un’indagine sull’inconscio desiderio di amore-morte che appartiene tanto agli uomini quanto alle donne: «Se solo voi uomini sapeste» afferma infatti Nicole Kidman in una delle scene più famose del film.

Ma quello che ci interessa in questo articolo non è la componente classica che ha reso famosa la storia e i personaggi immortalati per sempre dalla allora famosa coppia Cruise-Kidman. Quello che ci interessa è la figura della ninfetta che, come in molti romanzi con forti componenti erotiche, non manca nemmeno in Doppio Sogno.

Una piccola Pierrette

La descrizione della prima ninfetta che incontriamo nel libro l’abbiamo letta in apertura dell’articolo: una quindicenne che si affaccia alla vita, alla consapevolezza di sé e al sesso e che attira il nostro protagonista di carta. La fantasia è fugace tanto per lei quanto per lui e si conclude con un nulla di fatto, solo uno sguardo carico di emozione e una supplica con «gli occhi da bambina» ad allontanarsi, alla fine spaventata da una situazione carica di erotismo.

Un personaggio marginale che non compare nel film, ma un’altra ninfetta entra invece di silenziosa prepotenza nella pellicola e, per un attimo, nella vita di Fridolin: la piccola vestita da Pierrette, figlia del venditore di maschere che affittò al protagonista il suo vestito per la festa in piena notte; nel film interpretata dalla allora tredicenne Leelee Sobieski.

«Sbucò da sotto il tavolo una ragazza graziosa e giovanissima, quasi una bambina, in costume da Pierrette con calze di seta bianche; attraversò correndo il corridoio e raggiunse Fridolin che fu costretto a prenderla fra le braccia. […] Sul suo visino magro, bianco e incipriato spiccavano i finti nei; dal seno delicato saliva un profumo di rose e di cipria; i suoi occhi sorridevano di furberia e di piacere.»

Una ninfetta molto diversa dalla prima che abbiamo incontrato, già pronta a concretizzare le sue fantasie erotiche passando, secondo gli adulti presenti e soprattutto secondo il padre di lei, per pazza. Un padre che avrebbe dovuto proteggerla, ma che invece sceglie di trarne guadagno.

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Ancora una volta, quel misto di innocenza e malizia proprio delle ninfette ha catturato l’attenzione dello scrittore. Ancora una volta, siamo molto prima della pubblicazione di Lolita. La conferma che, anche se il concetto di Lolita è diventato famoso con il romanzo del 1955, le ninfette hanno sempre popolato gli immaginari e le fantasie dell’essere umano.

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Azzurra Bergamo

Classe 1991. Copywriter freelance e apprendista profumiera. Naturalizzata veronese, sogna un mondo dove la percentuale dei lettori tocchi il 99%.

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