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Doppio omaggio alla “Rotonda”: Depero e Vitturi in mostra a Verona

Verona celebra l’arte con due mostre all'E.ART.H. Foundation: la retrospettiva di Fortunato Depero e il progetto fotografico di Lorenzo Vitturi

5 minuti di lettura

Verona si apre ad un autunno ricco di proposte culturali: negli spazi di E.ART.H. Foundation, nel quartiere di Borgo Roma, inaugurano simultaneamente due mostre molto diverse fra loro ma analoghe nel loro profondo legame concettuale con lo spazio espositivo dell’Art House. Si tratta della retrospettiva di Fortunato Depero Sete di Futurismo, fame d’America e del progetto installativo e fotografico di Lorenzo Vitturi Borgo Roma. Paesaggio in transizione. Le due esposizioni inaugurano il 25 settembre 2024 e resteranno visitabili rispettivamente fino all’1 marzo e al 6 gennaio 2025.

Depero: il mondo della cucina nella mente di un genio

Il progetto dedicato a Fortunato Depero per E.ART.H. Foundation è realizzato in collaborazione con il Mart di Rovereto e l’Università di Verona. La mostra ripercorre i momenti più significativi della produzione dell’artista, dal 1914 – anno in cui Depero conosce a Roma il movimento futurista soprattutto tramite i lavori di Giacomo Balla – e la fine degli anni 50’, dove lo stile energico dei primi lavori lascia il posto ad una pittura dai toni cromatici più smorzati e legata al mondo rurale ed animale. A spaccare in due questo arco cronologico il viaggio a New York intrapreso nel 1928, che rende a tutti gli effetti Depero l’unico artista futurista ad aver visto dal vivo un mondo che in qualche modo anticipava i sogni di euforia meccanica e tecnologica millantati dalla corrente.

Il titolo della mostra, Sete di Futurismo, fame d’America, non è affatto casuale. Nella selezione curata da Federico Zanoner e Luca Bochicchio, rispettivamente il responsabile della Casa d’Arte Fortunato Depero di Trento e il docente di storia dell’arte contemporanea dell’Università di Verona, è stato scelto di esporre le opere dell’artista legate al mondo della cucina, elemento spesso presente nell’arte di Depero.

Sete e Fame: ispirazione e necessità

Dalle decorazioni per l’incredibile ed avanguardistico Cabaret del Diavolo nel 1922 a Roma alle iconiche pubblicità realizzate per Campari, la cucina è stata negli anni per Depero spunto di ispirazione e anche, in molti modi diversi, fonte di sostentamento. Il riferimento non è soltanto agli anni 30‘, con la grande popolarità – ed i conseguenti successi economici – dell’attività di pubblicitario di Depero per alcolici o prodotti da forno (come le divertenti locandine per sponsorizzare la vendita dei biscotti Venchi). A New York l’artista incontra non poche difficoltà nell’affermare la propria presenza, soprattutto perché sbarca nella Grande Mela proprio a ridosso della tragica crisi finanziaria del 1929.

Per attrarre la clientela nel suo studio, Depero conta nuovamente sulla cucina, offrendo ai potenziali clienti i “ravioli di Rosetta”, preparati dall’amatissima compagna di una vita. L’esposizione comprende anche una selezione di documenti tratti dall’archivio storico di Depero, tra cui ricette per piatti non convenzionali, appunti e le immancabili lettere a Rosetta. Sono presenti anche due esempi di opere realizzate in buxus: si tratta di un materiale da rivestimento utilizzato per pannelli pubblicitari e decorativi, che nel 1940 diventa protagonista dell’allestimento della Bottega del Vino a Trento. Con le parole di Federico Zanoner, quello di Fortunato Depero è «Un operare con atteggiamento festoso: la vita è una e bisogna divertirsi».

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La scoperta di Borgo Roma con gli occhi di Lorenzo Vitturi

Borgo Roma. Paesaggio in transizione è un progetto multidisciplinare realizzato da Lorenzo Vitturi in collaborazione con l’antropologa Caterina Borelli. Il suo lavoro vuole riflettere sulla storia sociale dell’area geografica di Borgo Roma, quartiere industriale veronese e sede della Rotonda – la più grande Stazione Frigorifera d’Europa fino agli anni Trenta, ora sede dello spazio espositivo di E.ART.H. Foundation. La mostra è realizzata a cura di Giangavino Pazzola in collaborazione con Giulia Adami. Il progetto è sostenuto da Strategia Fotografia 2023.

La mostra di Lorenzo Vitturi comprende fotografie e installazioni. Queste ultime sono state realizzate direttamente negli spazi espositivi, che nel corso della primavera ed estate 2024 sono stati convertiti nello studio personale di Lorenzo Vitturi. Il lavoro sulla fotografia compiuto dall’artista è singolare. Riprendendo una tecnica già utilizzata in occasione di un progetto realizzato durante il suo soggiorno quasi decennale a Londra, Vitturi raccoglie ed assembla materiale che porta un significato potente legato al territorio e poi fotografa l’installazione che ha costruito.

A Londra era nato in questo modo il progetto Dalston Anatomy dove Lorenzo Vitturi, raccogliendo prodotti organici e non venduti al Ridley Road Market di East London, realizzava delle piccole piramidi di oggetti che poi fotografava. Per la serie Borgo Roma, l’artista assembla materiali tessili, fili d’erba, piccoli blocchi di cemento e li unisce insieme in un unico stampo di ghiaccio – quest’ultimo in omaggio alla prima funzione della Rotonda. Il ghiaccio viene utilizzato anche per la stampa di una serie di ritratti fotografici di alcuni abitanti di Borgo Roma che hanno dato un contributo con le loro testimonianze alla realizzazione della mostra.

Lorenzo Vitturi, Borgo Roma n.1, dalla serie Borgo Roma. Paesaggio in transizione (2024), progetto sostenuto dal bando Strategia Fotografia 2023, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. Copyright Lorenzo Vitturi Studio, Venezia

Le storie di Borgo Roma

Per conoscere meglio il quartiere, Lorenzo ricorre alla collaborazione con l’antropologa Caterina Borelli. Insieme, i due esplorano a piedi le vie di Borgo Roma, intervistando le persone che lo abitano da anni e che ne hanno vissuto momenti positivi e vicissitudini: questa zona infatti, soprattutto in corrispondenza della Rotonda, per molto tempo è stata una delle grandi piazze di spaccio del Nord Italia. Il progetto E.ART.H. Foundation ha anche contribuito alla riqualificazione di questo edificio, restituendo valore ad un’architettura di grande importanza storica e soprattutto allontanando la criminalità dalle zone residenziali del quartiere.

I lavori prima citati prodotti a Londra, insieme ad un progetto dedicato al Balogun Market di Lagos, affiancano in mostra la ricerca su Borgo Roma per evidenziare le connessioni fra ambienti urbani molto diversi fra loro, ma ugualmente complessi ed in costante mutamento. Alla conclusione della mostra, le opere più recenti realizzate da Vitturi saranno integrate nella collezione del Centro Internazionale di Fotografia Scavi Scaligeri di Verona.

La missione di E.ART.H. Foundation

Eataly Art House (E.ART.H.) è stata creata con l’intento di rendere l’arte fruibile a un vasto pubblico, celebrando i valori di inclusività, bellezza e sostenibilità. La sua missione è quella di offrire nuove modalità di accesso all’arte per il pubblico. Il principio guida della Fondazione si basa sulla convinzione che l’arte possa diventare uno strumento per comprendere più a fondo la realtà che ci circonda, offrendo un terreno fertile per esplorare il presente e aprire nuovi orizzonti sul futuro.

Lo spazio espositivo Art House si prolunga per oltre mille metri quadrati ed è destinato a mostre temporanee di arte contemporanea e fotografia, con un programma di circa sei esposizioni all’anno. Con questa nuova duplice proposta espositiva, E.ART.H. Foundation porta l’attenzione sulla storia dell’arte italiana e del design pubblicitario con gli innovativi lavori di Fortunato Depero, senza inserire una riflessione sulle peculiarità del territorio in cui si trova grazie al progetto di indagine sociale di Lorenzo Vitturi.

In copertina: Installation view: Lorenzo Vitturi, Borgo Roma. Paesaggio in transizione (2024), progetto sostenuto dal bando Strategia Fotografia 2023, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. Copyright Lorenzo Vitturi Studio, Venezia – Foto: Nicolò Lucchi.

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Clarissa Virgilio

Studentessa di lingue e letterature europee ed extraeuropee a Milano, classe 2001. Durante gli anni della triennale di lingue, ho seguito un corso presso la NABA sulle pratiche curatoriali. Amo guardare ciò che ha qualcosa da dire, in qualsiasi lingua e forma.

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