Uno dei più importanti fenomeni cinematografici degli ultimi anni, Chiamami col tuo nome ha sorpreso pubblico e critica, facendo innamorare la quasi totalità degli spettatori con il suo ritmo da afosa estate italiana. Cieli limpidi, ville di campagna, pomeriggi assolati di un’estate che somiglia a una prolungata e oziosa domenica. Con la scelta dei luoghi di Chiamami col tuo nome il regista Luca Guadagnino è riuscito a ricreare quello che, nell’immaginario collettivo (soprattutto all’estero), incarna la maturazione della dolce vita italiana negli anni ’80, tra viuzze da percorre in bicicletta e piccoli bar dove risuonano le canzoni della Bertè.
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In realtà, il regista ha seguito una scelta molto precisa circa i luoghi dove ambientare la storia d’amore tra Elio e Oliver, discostandosi da quelli che erano in origine, nell’omonimo libro da cui il film è stato tratto, i luoghi previsti.
Libro vs film
Infatti, nel libro, la vicenda si svolge sì in un paesino del nord Italia, ma che affaccia sul mare. Il nome preciso non viene mai esplicitato, ma, poiché si fa riferimento al luogo dove sarebbe annegato il poeta inglese Percy B. Shelley, si può presumere si tratti della riviera ligure. Inoltre, la parte finale della storia si svolge in una suggestiva Roma.
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Diversi sono, però, i luoghi dove la vicenda cinematografica è ambientata. Il regista ha infatti deciso di girare gran parte delle scene a Crema, in provincia di Cremona. Molti sono gli scorci della cittadina lombarda che fanno da sfondo alle pedalate in bici dei due protagonisti, in particolare quelli del centro storico e della piazza del Duomo dove svetta la monumentale cattedrale di Santa Maria Assunta, risalente al XIII secolo.
Tutti i luoghi di «Chiamami col tuo nome»
Scopriamo allora insieme tutti i luoghi di Chiamami col tuo nome, immersi nella dolce tranquillità della Lombardia di provincia.
Villa Vimercati Griffoni Albergoni
La villa estiva della famiglia di Elio si trova a Moscazzano, a pochi chilometri da Crema. Si tratta di Villa Vimercati Griffoni Albergoni, costruita sulle rovine di un castello, e allestita, per il film, dalla set designer Violante Visconti che ha optato per scelte stilistiche dagli echi borghesi. Una borghesia che, però, non svilisce la storia, anzi, la fermenta, mettendo lo spessore della ricchezza al servizio degli esili silenzi che contraddistinguono tutta la prima parte del film.
Gli ambienti sono luminosi, l’arredo vissuto. Pianoforti, libri, busti e librerie in legno in ampie stanze che, per la dinamicità di alcune scene, entrano in contrasto con la luce degli spazi aperti, con il verde e l’oro che dominano gli esterni.
Sirmione
Un altro dei luoghi di Chiamami col tuo nome è stato, inoltre, Sirmione, delizioso borgo sul Lago di Garda: lì i protagonisti, insieme al padre di Elio, si recano per il recupero di alcuni reperti archeologici per poi fare il bagno nelle acque azzurre del Benaco.
Bergamo
Città che ospita i protagonisti di Chiamami col tuo nome è anche Bergamo, sempre in Lombardia: in una delirante passeggiata notturna i due finiscono in Piazza Rosate, in città alta, attratti da una canzone proveniente dallo stereo di un’auto.
Nei giorni passati da soli, però, i due decidono anche di fare un’escursione in uno scorcio di natura selvaggia: si tratta delle Cascate del Serio, in Valbondione, meraviglioso angolo delle Alpi Orobie, conosciuto come «il luogo dove rifarsi delle tante amarezze della vita». Ed è lì che i protagonisti vengono ripresi in una scena breve ma cruciale, felici e forse dimentichi, per un momento, di quella consapevolezza premonitrice delle loro amarezze future.
Nei luoghi di «Chiamami col tuo nome» c’è l’Italia dimenticata
I luoghi di Chiamami col tuo nome rappresentano uno scorcio di Italia dimenticata, non solo perché distante nel tempo, ma anche perché si innesta in luoghi intesi, comunemente e retoricamente, come una provincia dormiente e insipida. Il merito, se così si può definire, della storia, è anche quello di ricordare che l’umanità sepolta in quegli spazi, perché lì vive o perché ci finisce per caso, è più protagonista della vita di quanto si pensi.
Così abbiamo, oltre all’elogio dell’amore, l’elogio della vita semplice, contemplativa, di quell’otium oraziano che dà alle passioni più possibilità di germogliare lì dove il ritmo lento ci ricorda di essere vivi. E dà dignità anche a quegli sguardi scambiati in un bar dimenticato, in una piazza desolata, in una villa perduta tra le campagne, che, più di ogni altro luogo al mondo, sono scenari di vita vera.
In copertina: Illustrazione di Lucia Amaddeo
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«Viaggio in Italia» è la nuova rubrica mensile di Frammenti Rivista: una serie di articoli, accompagnati dalle illustrazioni di Lucia Amaddeo, per raccontare il Bel Paese attraverso le lenti della cultura. Perché, anche se ora siamo costretti a casa, non dobbiamo mai dimenticarci di quanto è bella, e forte, l’Italia.
Articolo originariamente pubblicato su FR il 13 febbraio 2018
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