Il codice del babbuino è il nuovo film di Davide Alfonsi e Denis Malagnino: un thriller noir dal gusto western ambientato nel mondo della periferia romana dei nostri giorni. La linea di demarcazione tra il babbuino e l’uomo svanisce per lasciare il posto alla tematica della giustizia privata. Prodotto dall’associazione Donkey’s Movies (continuazione del collettivo Amanda Flor) e distribuito da Distribuzione Indipendente.
Il film: l’origine e il messaggio
Questo film è capace di donare molti spunti di riflessione allo spettatore. La recitazione riesce a rendere vive le realtà fittizie e a dare respiro al vero fatto di cronaca, avvenuto a Guidonia circa dieci anni fa.
Il concetto di giustizia privata scavalca i limiti della sua definizione. I confini diventano labili e lasciano spazio alle percezioni personali dei singoli di questo termine. A dare origine al titolo è il comportamento del babbuino: la legge del più forte. I babbuini si coalizzano con il fine di scacciare e isolare gli elementi più deboli del branco. Attraverso la rappresentazione di un istinto di sopravvivenza naturale si arriva a un’analisi più profonda di un’Italia che ha perso la fiducia nelle istituzioni ufficiali.
La trama
Storia di una notte nella periferia romana: Denis (Denis Malagnino), padre di famiglia disoccupato, ritrova il cadavere di una ragazza ai margini di un campo rom. La donna stuprata, violentata e infine uccisa, altri non è che la ragazza dell’amico Tiberio (Tiberio Suma). Tiberio, accecato dalla rabbia, decide di non affidarsi alle forze dell’ordine e di avventurarsi sulla strada della vendetta privata. Inizia così la disperata ricerca dei colpevoli. Denis tenta di persuadere l’amico ad abbandonare i suoi piani e riesce a fermarlo dal dare fuoco a una roulotte rom, ma non riuscirà a fermare gli avvenimenti di quella notte. A complicare la situazione si aggiunge Tibetano, il boss del quartiere: la scintilla che farà precipitare del tutto gli eventi.