Coloratissima, spiazzante e sinestetica, la mostra CRAZY – La follia nell’arte contemporanea nella location rinascimentale del Chiostro del Bramante a Roma, a pochi passi da Piazza Navona, promette di sovvertire ogni regola, portando il visitatore nel cuore di un’esperienza estetica, un viaggio nel cuore più pop dell’arte contemporanea, piuttosto che una mostra canonicamente intesa.
L’esposizione, visitabile fino a gennaio del 2023, a cura di Danilo Eccher, già curatore delle fortunate collettive LOVE, ENJOY e DREAM, prosegue l’esplorazione della contemporaneità attraverso lo stile e la visione curatoriale che hanno reso il Chiostro una «istituzione» nel racconto delle più recenti tendenze artistiche, puntando a una narrazione attrattiva e improntata alla multimedialità, pronta a rendere il visitatore parte attiva di un’esperienza ludica, senza mai abdicare alla qualità.
Come ampiamente sottolineato da Eccher, la tendenza spettacolarizzante delle mostre del Chiostro del Bramante e il ricorso all’approccio multimediale non sfocia mai in una rinuncia all’esposizione delle opere fisiche, nel caso di CRAZY ambientali e installative, come accade in altre mostre che puntano a un racconto interamente virtuale.
Proprio nel ribaltamento del ruolo del pubblico, per secoli spettatore passivo di un’arte percepita come elitaria e lontana, risiede forse il grande successo anche tra le fasce più giovani di mostre come CRAZY, dove è il pubblico a contribuire alla costruzione di significato dell’opera, in un’ottica di relazione partecipativa e democratica che non lascia indietro nessuno.
In linea con il tema di CRAZY, l’esposizione, che vede protagonisti alcuni importanti nomi del panorama artistico internazionale, dialoga per la prima volta con spazi inediti del Chiostro del Bramante, sia esterni che interni, colonizzandone gli ambienti con le esplosioni di creatività delle 15 installazioni site-specific in mostra, alcune delle quali pensate appositamente per gli spazi progettati dal Bramante, come la colata di vernice colorata sulla scalinata esterna del Chiostro (POURED STAIRCASE di Ian Davenport)
L’arte, proprio come la follia, non può infatti essere irregimentata ma deve essere libera di fluire e di spiazzare il pubblico, coinvolgendolo in racconti multiformi e alle volte destabilizzanti, come l’opera di apertura del percorso, PASSI di Alfredo Pirri, un pavimento di specchi infranti sul quale siamo invitati a transitare, infliggendo ulteriori rotture alla superficie e, forse, anche alle nostre certezze.
Proseguendo nel percorso espositivo il visitatore viene invitato a cambiare punto di vista, esperendo opere realizzate con oggetti che normalmente richiedono una fruizione dall’alto, come il pavimento di luminarie in STARLESS di Massimo Bartolini, oppure dal basso, come il giardino di sculture di fiori di cera che pendono dal soffitto in COLOR OF HEAVEN di Petah Coyne, dove ogni fiore porta il nome di una donna che ha dato un contributo importante alla cultura, dalla poetessa Sylvia Plath alla scultrice Louise Bourgeois.
Percorrendo una scala interamente ricoperta dalle 15mila farfalle di Carlos Amorales, il visitatore, accompagnato dalla musica del rapper e cantautore romano Carl Brave, appositamente studiata per stimolare un serrato dialogo tra arte e musica, viene condotto al secondo piano dello spazio espositivo, dove lo accoglieranno numerosi ambienti a cui potrà accedere per vivere un’esperienza immersiva, a partire dall’asettico AMBIENTE SPAZIALE di Lucio Fontana, pioniere della trasformazione dell’arte verso una dimensione ambientale già a partire dal 1949, fino al recentissimo HYPERMANIA, una stravagante caverna di capelli sintetici dai colori sgargianti appositamente realizzata per il Chiostro dall’artista Shoplifter.
A guidarci nella stravagante esplorazione, oltre alle numerose didascalie esplicative e all’audioguida, compaiono nei punti più salienti della mostra alcune scritte al Neon, opera dell’artista Afredo Jaar, pronte a suggerire nuovi spunti interpretativi e chiavi di lettura di ciò che stiamo vedendo.
Il percorso si chiude nella famosa Sala Delle Sibille di Raffaello, dove le sperimentazioni folli della contemporaneità si incontrano con il classico per antonomasia. Per l’occasione la sala è stata rivestita interamente di carta da parati ricavata da vinili realizzata dal collettivo artistico californiano Fallen Fruit con l’obiettivo di dare nuova linfa vitale agli ambienti del museo attraverso un medium inconsueto come la carta da parati, i cui decori rimandano alle grottesche in chiave pop e fluo.
Fiore all’occhiello del Chiostro è la grande attenzione rivolta all’aspetto educativo e alla comunicazione di opere che richiedono una mediazione culturale per essere comprese appieno, come quelle contemporanee. In questa ottica si inquadra una serie di incontri a porte chiuse, rivolti specificamente agli studenti universitari, che hanno visto la partecipazione, tra gli altri di Alfredo Pirri e dei Fallen Fruit, e, per i visitatori più piccoli, il progetto CRAZY FOR KIDS, rivolto ai bambini fino ai 10 anni di età: una serie di didascalie semplificate e poste all’altezza dei piccoli che vogliano approfondire in maniera leggera e divertente alcuni aspetti delle opere in mostra.
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Immagine in copertina presa da Giovanni De Angelis