corpo dell'attore

Il corpo dell’attore

dalla newsletter n. 39 - maggio 2024

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Uno dei fondamentali aspetti che caratterizza il mondo teatrale – soprattutto se paragonato alla più recente settima arte del cinema – è la presenza fisica del corpo dell’attore in scena. Appare quasi come un’ovvietà che, spesso, tendiamo a dimenticare e che prendiamo come scontato. Si va a teatro anche per vedere come un attore o un’attrice si muove sulla scena, oltre all’opera a cui si va ad assistere. Soprattutto in Italia la cultura dell’attore come persona che attira il pubblico in sala è molto forte.

Ma cerchiamo di addentrarci meglio in quello che può apparire come una semplice ovvietà, ma che invece nasconde studi e riflessioni importanti da parte di autori, critici e registi teatrali, soprattutto degli ultimi decenni.

La presenza in scena

L’aspetto più significativo, come già detto, è la presenza dell’attore sul palco. Lui, in quanto attore e di conseguenza in quanto personaggio, è vivo ed è presente sul quel palco, in quel preciso momento. Carne che si muove, che respira, che ci parla: non è semplice letteratura o riproduzione successiva, ma momento che avviene davanti a noi. Un concetto che, durante l’ultimo secolo, ha portato all’ideazione del teatro performativo.

Un modo di vedere lo spettacolo non solo come forma rappresentativa di un testo, in cui il drammaturgo era re e controllore di ciò che veniva mostrato sul palco, ma come forma vitale. Non c’è un attore o un personaggio, ma essenzialmente un corpo che si muove. Ciò che crea impatto con lo spettatore, quindi, non è ciò che viene recitato, ma ciò che viene vissuto, lì e in quel momento.

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