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Corpi iconici: le fotografie di nudo che impattano sullo sguardo

2 minuti di lettura

Lo sguardo si ferma sul nudo, che sia pornografico, documentario o semplicemente illustrativo della realtà in essere. È delicato, sensuale o osceno ma certo non lascia indifferenti. «La fotografia di nudo non lascia indifferente nessuno, che sia il fotografo, il modello e chi infine guarda le immagini e ne resta coinvolto», citando Giovanna Bertelli. La donna spesso è soggetto principe della fotografia, e dal Novecento diventa maestra davanti e dietro l’obiettivo. Florence Henri arriva a ben occupare, e per lungo periodo, questo spazio. Impattante è la sua Donna sui giacinti.

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Fotografia di Francesca Leali

Le fotografie di nudo si smerciavano sopra e sotto banco fin dagli esordi della tecnica, e la Francia è stata a lungo territorio di questo viavai. Gli scatti “osceni” erano proibiti ma giustificabili come materiale per pittori. Le modelle avevano quindi cura di farsi ritrarre in pose neoclassiche. Qualcuno, come Auguste Belloc, finì al fresco lo stesso. Il nudo di sotterfugio penetra i confini, dagli anni Venti a Vienna e Praga agli inizi del Novecento in America Latina, fino ad oggi e destabilizzando la Francia dei Surrealisti e il Giappone dalla cultura fortemente singolare.

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Quando la nudità diventa iconica e non scade nel pornografico, nel glamour perché erotico, allora vivifica l’osservatore.

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Fotografia di Francesca Leali

Ad armeggiare con corpi veri vivi e pulsanti è Vanessa Beecroft, che inscena tableau vivant. Nel suo lavoro fotografie di nudo avvicinano la performance all’arte degli alogenuri d’argento facendo trasudare bellezza e malinconia. La riflessione si delinea tra temi classici e problematiche di oggi, scivolando dal cibo alla globalizzazione. La fotografia ferma le situazioni e le riflessioni da queste innescate. Il nudo si accoppia al verde nella fotografia in bianco e nero della sudamericana Flor Garduno. Svolazzi floreali agghindano sospiri di eleganza, verità e poesia.

«Tra la fotografia di nudo artistico e la pornografia, l’asticella del confine morale si è mossa molto più spesso in base all’evoluzione della società e dei costumi, che non seguendo la ricerca artistica»

Giovanna Bertelli
Fotografia di Francesca Leali

Dettagli curati inscritti in scene frammentate delle fotografie del nudo, bianco e nero e grana grossa: questi i punti cardine dell’opera di Ralph Gibson, che si muove tra realtà e surrealismo. Corpi marmorei erano icone di forza e bellezza classica ai tempi di Robert Mapplethorpe e Lisa Lyon, che si conobbero nel 1980. Anche Helmut Newton si esprime con la Lyon, ma qui per dire di fashion imbottito di erotismo, documentarismo, ritrattistica moderna e composizione classica. Curvando tra concetto e poesia onirica, tra reale, immaginario, artificiale e naturale, si incontrano le opere di Sandy Skoglund, che si espone in colori accesi e pop. Le scenografie sono macchinose e progettate nel dettaglio, con l’esclusione rigorosa del fotoritocco. Con la sperimentazione ha un rapporto produttivo Man Ray, che con le solarizzazioni si muove tra fotografia e disegno e con il veicolo della fotografia tradizionale cura in particolare l’immagine di Kiki de Montparnasse, la modella del Violon d’Ingres.

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Fotografia di Francesca Leali

Bill Brandt applica sui nudi una prospettiva distorsiva e maniacalmente si concentra su un dettaglio del corpo femminile che su un fondo deformato contribuisce alla costruzione del surrealismo. La generazione di un nudo che travalica tempi e spazi della rappresentazione tradizionale è anche quella di André Kertész, che nella deformazione indaga nuove forme estetiche. Il bianco e nero abbellito da graffi e macchie è la cifra distintiva di Joel Peter Witkin, motore di una ricerca dura, che muove cadaveri, freak e allestimenti, ma profondamente spirituale.

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Fotografia di Francesca Leali

La mostra Donne, che espone nudità che nella storia della fotografia spesso hanno sconvolto, è visitabile al Museo di Santa Giulia di Brescia fino all’8 settembre 2019.

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Fotografia di Francesca Leali
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Fotografia di Francesca Leali
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Fotografia di Francesca Leali

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Immagine di copertina: fotografia di Francesca Leali

Francesca Leali

Nata a Brescia nel 1993. Laureata in lettere moderne indirizzo arti all'Università di Bergamo, dopo un anno trascorso in Erasmus a Parigi. Appassionata di fotografia, cinema, teatro e arte contemporanea.

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