Alla Coop, dal 6 al 13 marzo, tutti gli assorbenti a scaffale saranno venduti come se l’aliquota Iva fosse ridotta al 4% e sarà possibile acquistare una special edition degli assorbenti Vivi Verde Coop. Così il marchio Coop dà il via alla campagna Close the Gap- riduciamo le differenze: una serie di azioni e impegni per promuovere la parità di genere femminile e combattere le disparità. Sono coinvolte tutte le cooperative di consumatori, i dipendenti, i soci e i fornitori di prodotto a marchio. Tra le prime azioni previste, la Coop aderisce alla petizione Stop Tampon Tax! Il ciclo non è un lusso promossa dall’associazione Onde Rosa per tagliare l’Iva sugli assorbenti. Un atto simbolico ma concreto perché la disuguaglianza inizia anche dalle piccole differenze.
Il progetto Coop
Secondo il Global Gender Gap Index sui temi dell’equità di genere il nostro Paese figura al 76esimo posto tra i 153 censiti e al 17esimo sui 20 dell’Europa Occidentale (peggio di noi solo Grecia, Malta e Cipro). Non è certo un caso se la parità di genere figura tra i 17 obiettivi dell’Agenda 2030 Onu per assicurare al Pianeta uno sviluppo sostenibile.
Coop, che è un grande datore di lavoro femminile (il 70% dei suoi 55.000 dipendenti è donna), oltre che una organizzazione di soci dove sono donne più della metà dei soci attivi sui territori, ha deciso di dar vita a Close the Gap- riduciamo le differenze, una campagna fatta di azioni e impegni concreti, avviando progetti interni, coinvolgendo i fornitori di prodotto a marchio e lanciando una call to action a vantaggio di soci e consumatori. Nessuna pretesa di risolvere un problema che necessita di molti diversi interventi e che non può essere solo affidato alle singole imprese, ma è la volontà di fare la propria parte che anima Coop.
Assorbenti come beni di lusso?
L’Iva al 22% sugli assorbenti è un argomento estremamente ‘caldo’ e dibattuto: circa 15 milioni di persone in Italia hanno il flusso mestruale, eppure i prodotti relativi al ciclo (come assorbenti di vario tipo, tamponi, coppette mestruali, eccetera) sono considerati, a livello di tasse (Tampon Tax), come un bene di lusso, e non come una necessità, un bisogno primario, un prodotto per di più necessario per un folto numero di persone che ne fanno mensilmente uso. Celebre il paragone con il tartufo per la tassazione: il lusso e la quotidianità si accostano con amara ironia, proprio per sottolineare l’assurdità dei costi e delle tasse sugli assorbenti.
L’Europa: assorbenti gratuiti o con tassazione minore
L’Italia si dimostra particolarmente in ritardo se paragonata ad altri Paesi europei che, più o meno recentemente, hanno fatto fronte al problema dei costi e delle tasse sugli assorbenti. Per esempio, la Scozia ha permesso l’accesso totalmente gratuito ai prodotti mestruali, divenendo il primo Paese al mondo. Invece, la Spagna, l’Austria e la Grecia hanno una tassazione del 10%: un numero alto, ma comunque nettamente inferiore alla tassazione italiana. Spiccano tra gli esempi positivi la Francia (5,5% e da settembre 2021 assorbenti gratuiti per le studentesse) e l’Irlanda (nessuna tassazione).
Il primo traguardo (bio) italiano
Un primo passo avanti italiano è stato fatto lo scorso anno, quando gli assorbenti biodegradabili e lavabili hanno avuto una riduzione dell’imposta, ma lo scopo è ora arrivare a una riduzione al 5% su tutti i prodotti. Se è vero che incoraggiare l’acquisto e utilizzo di assorbenti biodegradali può essere una scelta importante per l’ambiente, si tratta di un prodotto di nicchia e costoso, che non tutti conoscono o si possono permettere e che spesso non è comunque facilmente smaltibile negli impianti di compostaggio italiani. Favorire mezzi meno inquinanti (come per esempio la coppetta, il cui utilizzo può durare fino a 10 anni) e ridurre costi e tasse dovrebbero essere due lotte che procedono all’unisono, così da favorire la questione ambientale, ma anche culturale ed economica.
Le lotte e le petizioni: Onde Rosa
La questione è oggi molto sentita e sono molte le lotte in corso. Per esempio, la petizione di Onde Rosa sul tema ha raccolto quasi 500 mila firme. Una lotta che coinvolge generazioni e contesti diversi per un obiettivo comune: sostenere quelle donne, persone o famiglie per le quali il costo degli assorbenti va a gravare sul bilancio mensile, e per le quali una minore tassazione potrebbe essere d’aiuto. Oltre all’impegno nel sostenere i costi di nuclei familiari in difficoltà, la questione è anche ideologica: un assorbente non è un bene di lusso, ma un prodotto necessario, inevitabile per milioni di persone.
«La campagna di Close The Gap rappresenta un passo importante per la storia del “ciclo non è un lusso” – dichiara Onde Rosa – Quando abbiamo lanciato la petizione eravamo un gruppo di ragazze che cercava di far sentire la propria voce su qualcosa che ci riguardava da vicino e percepivamo come un’ingiustizia. Mai ci saremmo aspettate quello che è successo dopo: ad oggi sono infatti circa 500 mila le persone che hanno firmato su Change.org per dire no alla Tampon Tax e unirsi alla nostra voce. Numeri importanti che ci spingono a continuare a presidiare il tema. L’impegno politico, l’attivismo, le petizioni e le iniziative come queste hanno un obiettivo: portare un cambiamento, grande o piccolo che sia, nella vita delle persone. L’attenzione di Coop nei confronti di questa tematica e il nostro coinvolgimento in Close The Gap sono per noi la conferma che stiamo andando nella direzione giusta: l’auspicio è che tutte queste azioni adesso si tramutino in un risultato concreto per le donne. La Tampon Tax è una discriminazione concreta ed è il momento di dire basta».
Non è la prima volta Frammenti Rivista segue l’attività delle giovani attiviste di OR. Durante il lockdown, un serie di articoli scritti dal collettivo hanno trovato spazio nella nostra testata. Li potete leggere qui.
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