«La cultura batte il tempo» è questo lo slogan di Parma, nuova Capitale italiana per la cultura per l’anno 2020. Un programma in 5 punti, 25 istituzioni culturali coinvolte, 32 progetti specifici dedicati all’arte, alla musica e alla letteratura che hanno permesso alla città parmigiana di superare all’unanimità – «esempio virtuoso e di elevata qualità nella progettazione territoriale a base culturale» – le altre nove finaliste: Agrigento, Bitonto, Casale Monferrato, Macerata, Merano, Nuoro, Piacenza, Reggio Emilia e Treviso.
Nato nel 2014 a partire dalla legge Art Bonus per il periodo 2015-2018 e a seguito del Decreto Cultura e della proclamazione della città di Matera a capitale europea della cultura 2019, l’ambito titolo di Capitale Italiana della Cultura è diventato una competizione che vale molto più di un semplice bando di idee, e che rappresenta la rivincita di un’Italia fatta di città e diverse identità, un’Italia a misura d’uomo, finita e per questo perfetta, che esprime il proprio essere attraverso una configurazione mai banale che si fonda su di un sentire locale tutto italiano: le piazze, il mercato, il teatro e il Duomo.
L’iniziativa ha, tra gli obiettivi, quello di «valorizzare i beni culturali e paesaggistici» e di «migliorare i servizi rivolti ai turisti», con uno stanziamento di un contributo statale di 1 milione di euro per un programma di attività su un dossier valutato attentamente da una commissione composta da sette esperti nominati dallo stesso ministero.
Parma, una piccola capitale di creatività, musica e cultura
Parma, più 2200 anni di storia, quasi 200mila abitanti, città da sempre protagonista del paesaggio emiliano, anche definita l’ “Atene d’Italia”, vanta una cultura tanto ricca quanto varia che poggia i suoi pilastri innanzitutto su di un’invidiabile tradizione musicale, grazie all’attività del Teatro Regio, uno tra i più importanti teatri di tradizione in Italia, del prestigioso ed antico Conservatorio di Musica Arrigo Boito e del patrimonio conservato presso la Casa della Musica, istituzione museale fondata nel 2002 per la promozione e la ricerca della cultura musicale.
Forte di una tradizione enogastronomia che nel 2015 l’ha incoronata prima città italiana Città Creativa Unesco per la Gastronomia, questa «petite capitale», come la battezzò la Duchessa Maria Luigia d’Asburgo, moglie di Napoleone, fa parte del circuito Città dell’arte della pianura padana. I suoi scorci aranciati e il profilo di piazza Duomo accompagnano la magistrale architettura del Duomo e del Battistero, ormai celeberrimi anche tra le pagine dei libri di storia dell’arte, simboli di una creatività artistica che ha coinvolto nomi del calibro di Benedetto Antelami.
Parma 2020: il programma
Qual è il programma di Parma per il 2020? Tra i punti più importanti del progetto, redatto dal sindaco Federico Pizzarotti, dall’assessore Michele Guerra e da un comitato scientifico che include personalità come Bernardo Bertolucci, Franco Maria Ricci e il neuroscienziato Giacomo Rizzolatti, ritroviamo in primo piano il rapporto delle istituzioni con la comunità cittadina, proprio per sottolineare l’importanza del territorio nel processo di crescita e di sviluppo della città.
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Parma riparte quindi dai cittadini e dalla propria identità, mettendo al centro del progetto alcune importanti operazioni di recupero dei siti simbolo della città, tra cui la valorizzazione dei giardini storici, degli spazi archeologici del Ponte Romano, dell’Ospedale Vecchio e altri rilevanti interventi che mirano alla riqualificazione del Centro Storico e a una rigenerazione urbana più sostenibile che contribuisca a rendere la cittadinanza più coesa dal punto di vista sociale.
Per migliorare e rendere più ricco il dialogo tra la città e i suoi quartieri, oltre a un’edizione speciale del Festival Verdi e al potenziamento del Centro studi e dell’ archivio della comunicazione dell’Università di Parma, è prevista l’istituzione del polo Città delle Muse che avrà il compito di coinvolgere attraverso iniziative culturali, educative e musicali i quartieri più periferici.
Un interessante programma di mostre consoliderà l’attività del Complesso della Pilotta, che oggi custodisce le collezioni della Galleria Nazionale, del Museo archeologico, del Museo Bodoniano e della Biblioteca Palatina, e vedrà protagoniste nuove iniziative come il Festival della creatività contemporanea Parma 360 e il Labirinto della Masone, insieme a quattro “open call” che lasceranno spazio a artisti italiani e internazionali per dare il proprio contributo alla definizione della personalità della neo Capitale Italiana della Cultura.
La vivacità della proposta culturale di Parma e di tutte le città che hanno partecipato rappresenta per il nostro Paese una preziosa occasione per ripensare se stessi e le proprie comunità cittadine, per mettersi in gioco oltre gli stereotipi e i soprasaturi circuiti turistici delle cosiddette “grandi città d’arte” promuovendo un principio di cultura, benessere, e saper fare connesso a un sapere storico e tradizionale che sa guardare anche al futuro. Piccole mura per affacciarsi alle grandi sfide. In ogni capitale della cultura c’è un distillato di Italia in cui non è difficile riconoscersi, e ogni anno assistiamo a una piccola, ma significativa rivincita della città media, o meglio, della città straordinaria.
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