La Pixar torna sui grandi schermi con un nuovo, coloratissimo e “spettrale” lungometraggio: Coco. Seguendo la scia iniziata con Il Libro della Vita (2014) di Guillermo del Toro, Coco non sarà un semplice cartone per bambini, ma anche veicolo di una tradizione folkloristica centenaria quale il culto dei morti messicano. Coco (2017) sarà infatti incentrato sulla storia di Miguel, un bambino orfano che coltiva la passione per la musica, il quale, dopo un incidente, si ritroverà nel Mondo dei Morti, dove lo attendono segreti e rivelazioni sul suo passato e la sua famiglia.
Sebbene in molti siano scettici riguardo il successo di Coco a causa del soggetto troppo inconsueto e per certi versi incompatibile con la filosofia Disney, questo nuovo progetto porta una ventata d’aria fresca in una realtà fatta di grandi eroi, principi e principesse, per concentrarsi invece su una realtà molto più comune, molto più umana, in linea con una contemporaneità che i bambini dovrebbero imparare a conoscere. Il piccolo Miguel non vive in una reggia, non è dotato di superpoteri, è al contrario un bambino povero, che vive in una casa fatiscente animata solo dalla sua logora chitarra, nato e cresciuto in Messico, proveniente dunque da una realtà sociale estremamente delicata, dove molti vivono alle soglie della povertà. Il film tratterà inoltre un altro tema scottante che in genere si tende non affrontare (o almeno non in maniera così esplicita) nei film Pixar: la morte. Nonostante molti dei protagonisti Disney siano orfani, Miguel diviene lui stesso uno spirito, inoltrandosi nel misterioso aldilà.
Cimiteri, scheletri e fantasmi sono dunque i co – protagonisti di questo cartone che per la prima volta scardina le regole di una produzione infantile tutta rose e fiori per avviare i bambini alla comprensione dell’altra faccia della medaglia: non tutti i bambini vivono nei castelli, molti sono poveri e, soprattutto, molti bambini muoiono. Senza abbandonare la fantasia, la vivacità e il caratteristico ottimismo Disney, Coco rompe le frontiere del mondo fatato dell’infanzia e si colloca in un Messico in miseria, ma sempre vivo e bruciante, ricco di storia, tradizione e colore. Ambizioso progetto di Lee Unkrich e Adrian Molina, Coco si proietta in una nuova dimensione di lungometraggi animati, in cui i bambini possono imparare a conoscere e comprendere le dinamiche della vita senza rinunciare al divertimento e alla positività.
Dopo il riscatto dei personaggi femminili emancipati in Frozen, The Brave e Oceania, Coco potrebbe segnare l’inizio di una nuova consapevolezza, fondamentale per un sano ed umano approccio alla vita: non bisogna appartenere a famiglie reali o avere poteri sovrannaturali per essere degli eroi, non sono ricchezza o forza fisica a determinare la personalità, ma la forza dei propri sogni, dei propri sentimenti, e una purezza di spirito che, in questo mondo o nell’altro, vuole amare, conoscere e crescere.