Insieme a Firenze, Urbino, nelle Marche, è tra le capitali italiane del Rinascimento. Qui, infatti, tra il XV e il XVI secolo, fiorisce l’importante ducato dei Montefeltro e lavorano artisti del calibro di Piero della Francesca, Leon Battista Alberti, Luciano Laurana. Il Palazzo Ducale di Urbino, risalente alla metà del Quattrocento, ospita oggi la Galleria Nazionale delle Marche, in cui è possibile ammirare svariate opere rinascimentali. Ve ne presentiamo una famosissima, benché non se ne conosca l’autore: La città ideale, realizzata tra il 1480 e il 1490.
«La città ideale»: caratteristiche dell’opera
Protagonista indiscussa del dipinto, in cui mancano le figure umane, è la geometria. La città ideale rappresenta infatti, secondo il gusto dell’epoca, una piazza in prospettiva lineare centrica, realizzata seguendo scrupolose regole matematiche. Al centro troviamo un’imponente chiesa a pianta circolare.
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L’opera è fortemente simmetrica: si potrebbe dividere senza difficoltà in due parti uguali, ciascuna raffigurante una serie di edifici e un’esatta metà della chiesa. Il pavimento della piazza presenta un motivo a scacchiera, anch’esso riconducibile all’idea della perfezione geometrica tipica dell’arte rinascimentale.
La luce è piuttosto uniforme, senza ombre particolarmente marcate, e allo stesso modo vi è una certa uniformità dei colori. Davanti a La città ideale di Urbino si ha la sensazione che l’artista abbia voluto evitare qualunque forte contrasto, anche a livello cromatico, per far sì che nessun elemento stridesse con gli altri.
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E gli abitanti?
Colpisce che ne La città ideale custodita a Urbino manchi ciò che caratterizza davvero un centro urbano: gli abitanti. Perché questa scelta? Non lo sapremo mai, ognuno è libero di fare le sue congetture. Magari è perché gli uomini sono le creature imperfette per antonomasia e con la loro imperfezione avrebbero rovinato il concetto stesso di città ideale. A noi però piace di più un’altra interpretazione: magari l’artista ha voluto rappresentare una città costruita ad hoc per essere donata agli uomini una volta pronta. Che quindi sia soltanto in attesa di essere popolata?
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