Il circo al Circo Massimo. Si può riassumere così la giornata andata in scena ieri a Roma in occasione del Family Day 2016.
«La rivincita delle famiglie normali, dei passeggini e degli anziani. Dei gruppi parrocchiali e dei disabili. Dei nonni e dei bambini con cagnolino con guinzaglio». Con queste parole inizia l’articolo in apertura della versione online di Avvenire. Titolo? Due milioni in piazza per la famiglia.
L’informazione, per sua intrinseca natura, è sempre di parte. Quello dell’informazione imparziale è soltanto un mito. Eppure c’è una differenza abissale tra il proporre una certa interpretazione dei fatti e mentire spudoratamente. A sbugiardare il titolo di Avvenire ci ha magistralmente pensato Il Post, testata che in questo tipo di lavoro è sempre impeccabile.
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Il Circo Massimo infatti non può fisicamente ospitare due milioni di persone. Secondo le stime de Il Post, infatti, l’area – di circa 85.000 mq – nelle condizioni “ideali” potrebbe ospitare al massimo 340.000 persone. Il confronto con il concerto dei Rolling Stones di giugno 2014 è d’obbligo: allora gli spettatori, il cui numero è certo in quanto essi hanno dovuto pagare il biglietto, erano 71.000. «A giudicare dalla disposizione della folla, oggi molto meno densa che nel giugno 2014», prosegue Il Post, «verrebbe quindi da dire che al Family Day siano state presenti non due milioni di persone, ma meno di 70 mila. Resta però impossibile da stabilire con certezza senza la presenza di fotografie aeree che permettano di calcolare precisamente quale sia l’area effettivamente occupata dai manifestanti».
Questo è solo uno degli aspetti farseschi del circo al Circo Massimo. Un altro è, ad esempio, Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, che ha colto l’occasione per comunicare al mondo di essere incinta. Felicitazioni, di cuore. Peccato che la Giorgia nazionale non sia sposata. Nulla di male, per carità, anzi. Fa solo sorridere il fatto che questo annuncio – quello di un figlio al di fuori di un “regolare” matrimonio – sia stato fatto a una manifestazione di cattolici integralisti, che si battono per difendere la supposta “famiglia tradizionale”. Fra gli applausi.
Si potrebbe continuare citando Giovanardi, Gasparri e Quagliariello che si improvvisano tenori, ma sarebbe come sparare sulla Croce Rossa.
Al di là degli aspetti folkloristici, per quanti che fossero effettivamente i partecipanti al Family Day, erano comunque troppi. Tanti in questi giorni stanno sostenendo che il Ddl Cirinnà sulle unioni civili non è certo la priorità dell’Italia e che i problemi sono ben altri. Classico esempio di benaltrismo tutto italiano. Se volessimo essere anche noi benaltristi, potremmo semplicemente dire che le cose per cui scendere in piazza a protestare sono ben altre. Non certo i diritti altrui.
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Non si può più rimandare. Il Ddl Cirinnà non sarà forse la migliore delle leggi possibili, eppure va approvata senza se e senza ma, così com’è, senza ulteriori compromessi. È una questione di civiltà. Non sarà una piazza colma di fanatici integralisti cattolici a fermare la storia.
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