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Che ne è del sesso durante il Coronavirus? 5 spunti tematici

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4 minuti di lettura

Nelle ultime settimane si è discusso molto dei limiti imposti a causa dell’emergenza Coronavirus, discutendo su quali siano effettivamente i “beni necessari”, le celebri “comprovate necessità”, indispensabili ad una sopravvivenza il più possibile serena. La rinuncia per il bene collettivo ha colpito diversi ambiti culturali e personali, tra cui proprio la sfera sessuale. Ma del sesso durante il Coronavirus si è parlato solo in parte in questi giorni di accese discussioni.

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Cosa sta succedendo alla sessualità? Quali sono le piccole rivoluzioni che il virus ha portato a livello macro e micro? È un argomento forse tabù, ma parte della quotidianità di ognuno. Tutti, in un modo o nell’altro, hanno dovuto coniugare l’emergenza e la quarantena con la propria sessualità, il proprio corpo, chi modificandola radicalmente, chi adagiandosi su nuovi rapporti, relazioni, dinamiche.

La salute: un numero d’aiuto per risolvere ogni dubbio

La Società italiana di andrologia (Sia) ha recentemente messo a disposizione un servizio telefonico gratuito (02.50043133) per aiutare a risolvere dubbi e timori sull’argomento durante la quarantena. Un servizio che ha riscosso un buon successo: numerossime le domande sulle possibilità di contagio tramite i rapporti sessuali e sull’eventuale uso della mascherina. Spiega Alessandro Palmieri, presidente della Sia:

«Già moltissimi italiani si sono rivolti a noi per chiedere aiuto e consigli: la maggior parte ci chiede se e con chi si può fare sesso e se la mascherina serva a evitare il contagio. Sebbene il contagio non avvenga sessualmente, il rapporto implica, ovviamente, una vicinanza fisica che amplifica la possibilità di contagio perché il Coronavirus si trasmette con azioni connesse al rapporto sessuale, come baci e respiri preliminari. Il rischio nell’attività sessuale è dunque simile a quello del contagio entrando in contatto con le persone e il partner più sicuro è chi condivide l’isolamento forzato, a meno che non ci sia un comprovato o un alto sospetto di contagio, e non serve la mascherina.»

Adnkronos, 18 aprile 2020

Rapporti di coppia, vicini e lontani

Con l’emergenza, i primi a evolvere sono ovviamente i rapporti di coppia, che siano di lunga data o “novelli”. Chi convive si ritrova a condividere una quotidianità simile ad una galera, che può essere sia arricchita dal partner, sia turbata. Se non tutti hanno la fortuna di poter trascorrere il lockdown in compagnia, e soprattutto in compagnia della dolce metà, viene da chiedersi come la quarantena possa mutare i rapporti di coppia più lunghi e come influisca sulla sfera sessuale. Se da un lato alcuni hanno il supporto quotidiano e fisico di un/a partner, può essere che una convivenza così forzata possa spegnere la fiamma o portare a una rivalutazione di sé e dell’altro, del rapporto?

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Diverso è il problema delle coppie lontane (e, da un mese a questa parte, sperimentano i rapporti a distanza anche i compaesani). Si ricorre a ogni trucco possibile, ripiegando sull’aiuto tecnologico: chiamate, foto, videochat, messaggi, qualsiasi mezzo possa far sentire più vicini e, soprattutto, meno soli. Ma si tratta anche in questo caso di luci e di ombre: nel momento in cui queste pratiche diventano più comuni, si alza anche il rischio di casi di revenge porn e simili, con la diffusione non autorizzata di materiali a sfondo erotico privati. Se la tecnologia ci aiuta, bisogna saperla usare nel modo corretto, e non guasterebbe una maggiore informazione – pur senza allarmismi – sull’argomento, dati i tempi di quarantena che incoraggiano ragazzi e ragazze, uomini e donne a condividere la propria intimità, a volte in modo ingenuo. Ricordando, sempre e comunque, di denunciare, denunciare e denunciare qualsiasi atto subito o non autorizzato.

La prostituzione, uno dei settori in crisi

Negli ultimi giorni, online è emersa qualche riflessione sul danno provocato alle e ai sex workers dal Coronavirus, pur rimanendo una riflessione di nicchia. Si è parlato di aziende, di cassa integrazione, di rientro graduale con distanze di sicurezza, ma cosa è e ne sarà di chi lavora proprio nel mercato del sesso? Da un mese a questa parte è quasi scomparsa la prostituzione “da strada”, proprio per i rischi sanitari ed economici che corrono le lavoratrici. Qualche prostituta, racconta Internazionale, si è convertita al mercato online, altre ricevono i clienti a casa correndo enormi rischi.

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Data la mancata legalizzazione della prostituzione, i lavoratori e le lavoratrici del sesso non hanno supporto economico, e spesso nemmeno emotivo: alcuni si recano alla Caritas, altri hanno affitti da pagare, altre ancora figli da mantenere, esattamente come i lavoratori e le lavoratrici di mille altri settori in difficoltà. Le associazioni europee si stanno muovendo al riguardo con campagne e crowdfunding, ma il problema sembra andare oltre il virus, che svela una questione già da tempo spinosa. Scrivono Alice Facchini e Valerio Lo Muzio:

«La pandemia, come è successo per altre categorie di lavoratori, ha svelato disuguaglianze e fragilità. L’unica possibilità di mettersi in regola per chi fa un lavoro sessuale è aprire una partita iva, dicendo di essere massaggiatrici o lavoratrici del settore del benessere. Chi ha detto esplicitamente di fare un lavoro sessuale ha ricevuto sempre la stessa risposta: non è un settore regolamentato, quindi niente partita iva.»

File:“Sex work is work” - Europride 2019.jpg - Wikimedia Commons

La “solita” pornografia

Per il mese di marzo, Pornhub ha lanciato una particolare iniziativa: la sua versione premium, gratuita per un mese, così da incoraggiare gli utenti a stare a casa. Simile l’iniziativa di XHamster, che ha offerto un abbonamento premium gratuitamente a fine febbraio agli utenti di Lombardia e Veneto. Decisioni che hanno suscitato ilarità ma anche molta curiosità, tanto che i siti hanno registrato un incremento degli accessi proprio in Italia, con picchi nelle zone rosse del paese.

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Anche in questo caso, la quarantena è solo un pretesto per riprendere un dibattito già aperto sulla pornografia e su quali raffigurazioni e ideali veicola, soprattutto in relazione ai più giovani, un argomento che andrebbe trattato senza allarmismi, paure o approcci apocalittici: non il mezzo in sé, ma quel che trasmette, e fortunatamente avanzano oggi nuove possibilità, una pornografia ben più etica ed egualitaria.

Piacere di conoscer…mi!

La pandemia, però, può portare anche qualcosa di buono, se vissuta nel modo giusto. Non abbiamo mai avuto così tanto tempo e spazio, solitudine, per conoscere noi stessi. Molti articoli sul tema hanno parlato di sex toys, masturbazione e pornografia come surrogati di rapporti reali, come un ripiego momentaneo in attesa del contatto umano vero e proprio. Ma è davvero così? Il contatto con noi stessi non è di per sé un contatto umano vero, necessario, utile per conoscersi e scoprirsi? Siamo chiusi dentro casa, ma abbiamo occasione di aprire le porte della nostra intimità, quell’intimità per cui spesso non troviamo spazio, tempo, concentrazione. Che non sia una buona occasione per fare la propria conoscenza, per stare con se stessi e scoprirsi?

Sesso durante il Coronavirus
Dame Products, sex toys adv, 2019, USA

 


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