fbpx

Cassandra e la Coca Cola

/
3 minuti di lettura

La parola “poesia” deriva dal greco poiein, “fare”. È quello che caratterizza le opere della drammaturga palermitana Lina Prosa. Una “poesia” per il teatro, che rifugge l’astrazione e al contrario è intrisa di realtà: è un urlo che muove dalle lordure e dalle urgenze contemporanee e diventa anche impegno civile (si pensi a Trilogia del naufragio). Spesso, come nei magnifici monologhi Miti senza dèi. Teatro senza mito, dà voce ai personaggi del mito e della tragedia (Pentesilea, Antigone, Cassandra, Ifigenia), con parole che bucano la distanza temporale, e la polvere dei secoli si disperde per rivelare inediti spiragli di contaminazione e zone di contiguità inattese.

Lina Prosa © www.ilsitodisicilia.it

Così accade per Cassandra on the road, visto al No’hma “Teresa Pomodoro”, uno spazio che regala al suo pubblico una cultura libera e del tutto gratuita (teatro, musica, danza); il tema della stagione che sta per concludersi è la Passione, fuoco necessario alla vita.Il difficile monologo è affidato a Iaia Forte, famosa attrice di teatro e cinema, che fra l’altro proprio in questi giorni riceverà il premio “Queen of Comedy” nell’ambito del Festival Mix Milano. Ad accompagnare la sua interpretazione, in cui la parola trionfa sull’azione, la chitarra elettrica di Stefano Melchiorre, che accentua le dissonanze, il delirio, oppure resta sottofondo nostalgico e talvolta ironico (come quando accenna le note del sirtaki).

Cassandra oggi

Cassandra è un personaggio mitico che ben si presta alle rivisitazioni contemporanee. Infatti sperimenta la violenza della guerra, la schiavitù e il completo sradicamento. In lei l’autrice vede riflesso anche il dramma dei migranti, obbligati all’esilio dalle proprie radici da un sistema economico che stritola i più deboli e li rende schiavi. Per gli Achei vincitori Cassandra era la straniera, una condizione che nel testo della Prosa assume una connotazione più universale: la protagonista infatti è oggi un’operaia di origini greche emigrata negli Stati Uniti e schiacciata dalla macina tritatutto del capitalismo. Si crea così un interessante rovesciamento: la città di Troia in macerie si sovrappone alla terra d’origine della migrante contemporanea, una Grecia in ginocchio a causa della crisi economica; la meta dello sradicamento, che allora era Micene, regno di Agamennone, oggi è il “mito”-America.

Coca Cola opens happiness

Come si crea un “mito” ai giorni nostri? Ce lo mostrano la scena e il video ideato dal regista Marco Rampaldi. Sullo schermo scorrono in formato mosaico e in loop immagini coloratissime, tratte dagli spot della Coca Cola: giovinezza, corpi aitanti e sensuali, sorrisi, energia, l’armonia di un’utopica società multirazziale. Il “mito” della felicità scorre fra il ghiaccio e le bollicine della bevanda, che Cassandra definisce «una droga di ottimismo». In scena sono sparse bottigliette e lattine vuote e ammaccate, scorie della società attuale. Notiamo anche delle mele rosse, che rinviano alla fatica del lavoro ai Mercati Generali e alle lotte dei piccoli contro i grandi distributori. Tutte tracce di un alfabeto della solitudine in cui si muove questa Cassandra postmoderna, in tuta blu da operaia, «socia minoritaria dell’azienda-mondo».

Passato e presente

È stata licenziata per aver pronunciato la parola “CRISI”: già nel lontano tempo del mito Cassandra non fu creduta e ancora oggi il mondo la rifiuta, perché da lei vorrebbe parole dolci e balsami per l’anima. L’Agamennone stupratore di corpo e anima è questa America-luna park, ma Cassandra porta ancora sulle spalle Troia, la città dai sette strati: ogni piega del presente rivela infatti connessioni con il passato, e a più riprese la donna sottolinea le analogie attraverso l’innesco del sintagma «uguale, preciso». Il cavallo ingannatore, la morte del padre, il corpo sfigurato di Ettore, la brutalità dell’Atride, l’esodo delle schiave, tutto si fonde nel suo delirio, mentre le pareti del passato svaporano nel presente di umiliazione.

Iaia Forte © www.ripost.it

Infine c’è il simbolo della strada, un sentiero verso l’orizzonte del meglio, dove forse Cassandra potrà tentare di essere soltanto una donna. Ma la catena delle parole ha già dato vita a un’altra visione: il naufragio della società in un’apocalisse di ghiaccio

Iaia Forte ci ha regalato una prova intensa di concentrazione e dedizione alla parola, colorata nei timbri di disperazione, tenerezza, nostalgia. Una cosa è certa: il mondo contemporaneo deve ascoltare Cassandra, per scalfire la scorza di indifferenza e sgretolare il miraggio dell’ottimismo consumistico, che si nutre di sperequazione e ingiustizia.

 

Cassandra on the road
di Lina Prosa
regia e spazio scenico di Marco Rampaldi
con Iaia Forte e musiche dal vivo di Stefano Melchiorre
Spazio Teatro NO’HMA Teresa Pomodoro, Milano
20-21 giugno 2018

Gilda Tentorio

Grecia e teatro riempiono la mia vita e i miei studi.
Sono spazi fisici e dell'anima dove amo sempre tornare.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.