Nel contesto del Milano Off Fringe Festival la compagnia Il Milione ha portato in scena Carte mute di e con Pietro De Nova e Maurizio Zucchi. Il tema cardine di questo spettacolo coincide perfettamente con quello del festival teatrale: il viaggio.
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Quarant’anni dopo
Due mercanti sotto un tendone di sacchi si incontrano e lì, dopo il buio e nella fitta nebbia del mattino, ricordano di essersi conosciuti ben quarant’anni prima, in un mercato. I ricordi sembrano riaffiorare eppure manca qualcosa, non sentono che la loro identità sia del tutto completa in quel momento. Gli sfugge qualcosa che sembrava avessero fino a poco tempo prima: il loro nome.
I due compañeros – come si chiamano i due – vengono poi occupati dall’ulteriore ricerca del luogo in cui sono in quel momento. Il pubblico diventa la clientela del mercato da identificare e coinvolgere nella compravendita di oggetti curiosi provenienti dalle più disparate aree del mondo. I due interpreti ci coinvolgono nel loro viaggio attraverso lingue lontane parlate con grande abilità, ricordi conservati in oggetti dall’utilità bizzarra e infine con l’apertura della mappa delle mappe.
La mappa delle mappe
Una carta bianca, muta, si apre coprendo l’ingresso della tenda facendo sì che le ombre diventino i suoi segni distintivi; i profili scuri dei due mercanti diventano la geografia del loro viaggio. De Nova e Zucchi sono bravissimi a creare atmosfere completamente diverse con il semplice spostamento delle lampade da cantiere che fan loro da luci di scena. È evidente la grande cura con cui i due attori hanno creato questa danza all’interno del loro mercato e delle loro atmosfere luminose.
La mappa delle mappe è particolare: toglie qualcosa una volta aperta, come se la sua indicazione non fosse verso un desiderio ma verso una necessità. Infatti, come scopriranno i due viaggiatori, spesso il vento porta via molto per riportare a noi qualcosa che era stato dimenticato.
«Il colore del viaggio»
Carte mute è uno spettacolo fatto di piccole cose che però hanno un valore profondo. Gli attori così vicini guardano i visi di chi gli sta di fronte e si assicurano di non perdere i loro compagni di viaggio. La storia è anche fatta di tanti colori, descritti e reali, come quelli delle giacche dei due mercanti; è magico come anche alla fine sia difficile capire chi è chi. L’importante non è la destinazione, ma il percorso per arrivarci.
«Il colore del viaggio è la notte» dice il personaggio di Pietro De Nova, e in questo buio si dovrebbe intraprendere la strada dal titolo Carte mute, perché è la costante scoperta la chiave di questo testo, da vedere dunque con occhio e mente liberi di certezze o aspettative. Saranno i mercanti a guidare, ai quali «l’incontro delle loro vite sta per regalare la storia più bella»
Carte mute
di e con Pietro De Nova e Maurizio Zucchi
paesaggi sonori di Stefano Errico
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