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Caravaggio e il successo dei “film evento” che invita a riflettere

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Il docu-film Caravaggio – L’anima e il Sangue, prodotto da Sky e Magnitudo Film e distribuito da Nexo Digital, ha appena gloriosamente abbandonato le 355 sale che l’hanno ospitato per soli tre giorni. Il tipico film evento con i minuti contati, ma i cui risultati, 1.200.000 euro al botteghino, l’hanno reso il documentario a tema artistico più visto d’Italia, superando così ogni aspettativa. Il conseguente, e per fortuna ovvio, prolungamento del film nelle sale, in cui tornerà il 27 e il 28 marzo, ci obbliga ad una riflessione sul senso di queste programmazioni lampo e sul palinsesto Italiano in cui si immettono.

Caravaggio

Il Blockbuster tentenna?

Riferendosi al cinematograficamente drammatico 2017, Gina Agostini, amministratrice del circuito cinema Bologna, ha parlato di «anno a due velocità». O ancor meglio, di cinema a due velocità; diviso tra sale pienissime e cinema destinati alla chiusura, che dai soddisfacenti numeri del 2016, con circa 112 milioni di biglietti staccati, passa ad un calo del 12%, scoperchiando le problematicità di un cinema che soffre non tanto per le proprie potenzialità, bensì per come esse vengono sfruttate.

Potremmo infatti dividere il palinsesto cinematografico in tre realtà, che seppur conosciute, ed ormai retoriche, riescono nei dati a sorprendere per i risultati, aiutandoci così a capire le ragioni del successo di Caravaggio e di opere ad esso affini. La prima di queste, per notorietà, è quella dei Blockbuster, che nell’ormai non più recente forma dei cinecomics, siano essi targati DC o Marvel, sembra aver trovato la gallina dalle uova d’oro. O almeno così pare, posta la pervasività con cui essi pubblicizzano i propri prodotti, passando dalla televisione ai social, confermando così il vero senso del termine transmediale.

Ma questa formula, nell’apparenza vincente, e il cui risultato sono programmazioni lunghe interi mesi, appare altalenante per quanto riguarda gli incassi al box office; e certamente deludente per alcune produzioni che, nonostante gli investimenti pubblicitari, faticano a raccogliere pienamente quanto seminato. È il caso del recente Justice League o del ritorno di Blade Runner, a cui però, invece, si contrappongono le restanti due realtà; il cinema d’essai e i film evento.

Caravaggio

I Film evento chiedono di più

Proprio per i film di queste ultime realtà, poco pubblicizzate e soprattutto scarsamente distribuite, si riscontra una sorprendente crescita d’interesse; sino a vederli diventare linfa vitale dei piccoli cinema in cerca di innovazione e qualità. I film evento, cioè presenti nelle sale per pochissimi giorni, proprio come Caravaggio – L’anima e il Sangue, stanno infatti ribaltando le aspettative di chi gli ha affidato così poco spazio e tempo. Opere come Loving Vincent, pellicola su Van Gogh  interamente dipinta secondo le tecniche dell’artista, o Poesia senza fine, opera autobiografica di Jodorowsky, appaiono e scompaio in tre soli giorni, chiusi nel recinto di un palinsesto che, forse, dubita spesso dello spettatore.

Ma i risultati di questi inizialmente piccoli film, tra cui Caravaggio e Loving Vincent, nato con una campagna di autofinanziamento e ora in corsa per l’Oscar, sono indiscutibili simboli, stanno obbligando ad un cambio di prospettiva; ponendo in serio dubbio l’utilità di programmazioni così stringenti e fulminee proprio in un cinema italiano che da aprile a settembre cala vertiginosamente di qualità e soprattutto di quantità, zoppicando sino all’inizio della nuova stagione. Trasformare l’evento in un’accettata quotidianità potrebbe riempire le sale di prodotti nuovi e innovativi, capaci non solo di ottimi risultati al botteghino, ma anche di una qualità ed un valore artistico che lo spettatore, visti i dati, sembra voler ricercare ed è sempre felice di ritrovare, più di qualche giorno, in opere come Caravaggio.

Sino al raggiungimento di questo sogno, non ci resta che invitarvi ad approfittare del momentaneo ritorno di Caravaggio – L’anima e il Sangue nelle sale; il 27 e il 28 marzo.

 

Alessandro Cavaggioni

Appassionato di storie e parole. Amo il Cinema, da solo e in compagnia, amo il silenzio dopo una proiezione e la confusione di parole che esplode da lì a poche ore.
Un paio d'anni fa ho plasmato un altro me, "Il Paroliere matto". Una realtà di Caos in cui mi tuffo ogni qual volta io voglia esprimere qualcosa, sempre con più domande che risposte. Uno pseudonimo divenuto anche canale YouTube e pagina instagram.

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