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«Cantalamappa» di Wu Ming: un libro per grandi (e) bambini

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3 minuti di lettura

Approcciarsi a un’opera firmata Wu Ming ha sempre un sentore particolare. Se si pensa che si sta per intraprendere un percorso tracciato da un essere senza nome, quasi mitologico, che cela al suo interno quattro menti, quattro anime e infinite storie, che ti condurranno lungo una forma di narrazione libera, come liberi sono i personaggi veri, fittizi, inventati, reali, scolpiti, artefatti e interpretati delle loro storie, oggetti narrativi non identificati. Questa volta è un libro per grandi e piccini che viene offerto alle menti curiose. I luoghi e le vicende narrate prendono vita da progetti a cui i Senza Nome hanno partecipato nel corso degli anni, tra cui il progetto Mappe, del resto non potevano esimersi da un lavoro su luoghi e meta-luoghi perché connaturati, come dichiarano, alla loro stessa essenza: «D’altra parte, Wu Ming ha sempre avuto un rapporto stretto con le mappe e i territori: dalla psicogeografia di Luther Blissett alla Terra di Mezzo di Tolkien, dal Sentiero degli Dei a Point Lenana, dalle carte d’epoca che punteggiano Manituana al viaggio di Grand River».

cantalamappa

Protagonisti di questo U.N.O. (Uni­den­ti­fied Nar­ra­tive Object), sono Guido e Adele Cantalamappa – da qui il nome dell’opera Cantalamappa -, due particolari e simpatici personaggi, viaggiatori di terre note, meno note e alle volte inventate o meno-inventate, che attraverso l’incontro con l’io narrante del volume ci raccontano le loro avventure e i preziosi racconti-ricordi che sono conservati nel loro diario di bordo costellato di parole e immagini – “Il Librone dei Viaggi” – in continuo aggiornamento, del resto si sa, un diario di viaggio non può dirsi mai completo, perché il numero di mondi che costituiscono ogni mondo è infinito, così i nostri non smettono mai di viaggiare e di aggiornare questo librone delle meraviglie.

Dopo una breve descrizione geografica e geoletteraria si è introdotti in questo “libro” unico, che ci tuffa nella grande raccolta di viaggi: partendo dalla storia de “il cane di Glastonbury” – che ci introduce un personaggio emblematico e meraviglioso, Glaston, un particolare animale da compagnia -, siamo poi afferrati e portati in giro per il mondo alla scoperta di meravigliose storie e luoghi, perché si sa ogni luogo è tale solo se ha una memoria e, dunque, delle storie da raccontare e che ne preservino il ricordo nel tempo. Siamo, quindi, trasportati prima in Mongolia sulle tracce di un “pericoloso” Verme Mongolo della Morte; poi catapultati tra le vicende di Dolcino e Margherita, due personaggi che hanno combattuto per far si che le loro terre e i loro monti fossero libere e in cui ogni essere possa crescere libero da sfruttamenti e soprusi, perché la libertà non ha colore, la libertà è un viaggio e un diritto; si passa poi attraverso le vicende geomitiche di Hvítserkur, facendo tappa per le pendici, le nevi e le vette di una montagna simbolo di libertà, il Monte Kenya – caro ai nostri Wu Ming, tanto da avergli già dedicato Point Lenana -, passando per storie e luoghi nati e scomparsi in pochissimo tempo, delle “Micronazioni”, dove si incontra la volontà d’indipendenza con il desiderio mitico di terre utopiche e ricche di vita che spesso vengono cancellate dalle carte con la velocità con cui sono nate, ma si sa che chi distrugge, distrugge opere non le idee che hanno cementato le ben più solide fondamenta eterne.

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La storia, la geografia e l’antropologia, narrate con linguaggio semplice, ma non banale, si inseguono e afferrano nel racconto di altre vicende che hanno segnato l’uomo e le sue idee, il suo immaginario, infatti troviamo le storie note, ma mai abbastanza, che si chiedono l’origine e la storia dell’Isola di Pasqua per come la conosciamo, domandano dell’uomo e dei suoi errori, delle sue colpe attraverso le vicende tragiche del Vajont, suggeriscono di cercare nella cultura e non nella struttura del mondo il centro e l’origine delle cose. Raccontano, poi di incontri e scontri tra pirati e avventurieri, dove l’uomo e il mondo sono sempre protagonisti di storie e vicende che troppo spesso dimentichiamo più o meno volontariamente. Parlano d’identità, di popolazioni e del loro diritto alla terra, di inquinamento – del resto nel mondo sta sorgendo un nuovo continente fatto di petrolio lavorato, comunemente detto plastica, e di altri rifiuti che l’uomo senza cura sta ammassando nella sua riserva di vita e acqua -, di politiche estreme, ma parlano, ancora una volta, di libertà, del resto, si sa, le storie sono miti, sono leggende, ma soprattutto sono insegnamenti e il più grande insegnamento che i Wu Ming vogliono trasmettere è quello della ricerca e, in particolare la ricerca della libertà. Questo libro parla a grandi e piccini, perché nel linguaggio, nella comunicazione, nella cultura, nel desiderio di scoperta, di ricerca e di viaggiare sta la speranza del futuro, di un futuro in cui la libertà non sia a discapito di qualcuno, ma sia condivisa e di tutti.
Proprio quando i libri sembrano cadere in banali narrazioni, c’è chi sa trovare nella semplicità la profondità e la bellezza.

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È un libro semplice, consigliabile ai bambini dagli “11 ai 108 anni”, che regala i colori, la fantasia e la conoscenza delle mappe, unite al sogno della parola mai vana. 128 pagine accompagnate dalle splendide illustrazioni di Paolo Domeniconi, co-autore del libro, che ci regala ritratti e mappe dei luoghi e personaggi protagonisti.

Wu Ming, Cantalamappa. Atlante bizzarro di luoghi e storie curiose, Mondadori ElektaKids, Milano 2015, 128 pagg.,14,90€.

Andrea Marini

 


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