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Ca’ Roman (Venezia), tutto quello che c’è da sapere

Abbiamo chiesto ai collaboratori di Frammenti Rivista di raccontarci i propri luoghi del cuore. L’obiettivo? Costruire una mappa delle bellezze del nostro Paese, viste con gli occhi di chi, questi luoghi, li ama davvero.

1 minuto di lettura

Una delle cose che ai nostri giorni più rischiamo di dimenticarci è il mare. Non quello industrializzato, dieci file di ombrelloni, chioschi e sabbia spianata, ma quello allo stato brado, dove qualche timido filo d’erba fa ancora capolino tra i granelli di sabbia. Un mare diverso, dove l’acqua e la terra si baciano e l’uomo sembra non esserci mai stato. Un morso di questa natura taciturna e profonda lo si può avere all’estremità della laguna di Venezia, a Ca’ Roman, l’ultima goccia della lunga striscia di Pellestrina (anche questa meritevole di una visita).

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Oasi Lipu Ca’ Roman. Fonte: circolovelicocasanova.it

Si tratta di 43 ettari di natura incontaminata collegati a Pellestrina, in cui vivono circa 190 diverse specie di uccelli. La spiaggia dunosa si è formata nel corso degli anni dopo che, nel 1911, è stata costruita una diga di fronte al porto di Chioggia, per deviare i detriti verso, appunto, Ca’ Roman, che ha aumentato di giorno in giorno la sua superficie. Ad oggi rimane uno dei pochi luoghi della laguna ancora non toccati dal sovraffollamento turistico, un rifugio lontano dal tempo e dallo spazio, tanto selvaggio da sembrare distante anni luce dalla sfavillante Venezia.

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Fonte: Pinterest

Ci si inoltra in sentieri selvaggi e aridi, con la flora che cambia man mano, prima alta, possente e rigogliosa, dal sentore primaverile e poi, man mano, sempre più bassa, rada e povera, brulla fino a rivelare la sabbia dove affondano le radici delle piante. Poi ancora le dune e, infine, uno squarcio di blu increspato. Lì, finalmente, terra e mare, natura e uomo si ricongiungono e si ritrovano, per un attimo, la pace nella natura come grande madre e origine del tutto.

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