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Berlinguer, ti vogliamo ancora bene

A quarant'anni dalla sua scomparsa, Enrico Berlinguer continua a ispirare e affascinare. Un ciclo di incontri e una mostra a Monza riflettono sul lascito politico e umano dello storico leader del PCI, tra immagini iconiche e testimonianze di esponenti di ieri e oggi.

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2 minuti di lettura

Come può una figura politica, a quarant’anni dalla sua scomparsa, continuare a essere amata, ammirata e studiata? Questa è la domanda – sulla Politica con la “p” maiuscola nell’epoca dell’antipolitica – che sta animando il ciclo di incontri organizzato a Monza, in Lombardia per celebrare una delle figure politiche che più ha segnato la storia del nostro Paese e della Sinistra Italiana ed europea: Enrico Berlinguer.

Due incontri aperti al pubblico e una mostra sono il cuore del ciclo dal titolo Berlinguer, ti vogliamo ancora bene: si spazia dagli scatti che hanno reso il leader del PCI un’icona nazionale, alle testimonianze di alcuni dei più importanti esponenti della sinistra di ieri e oggi, tra cui l’ex presidente del consiglio Massimo D’Alema e il dem Gianni Cuperlo.  

L’iconico scatto con il regista Roberto Benigni

1984-2024: Monza ricorda i 40 anni dalla scomparsa di Enrico Berlinguer

Quello che sta prendendo piede a Monza è lo stimolo per una riflessione più ampia, che riguarda noi e la Politica. O forse sarebbe meglio dire, le politiche: quella dell’oggi, incapace di appassionare, mobilitare, ispirare, percepita distante e arroccata figlia di decenni di antipolitica galoppante; e quella di ieri, fatta dai grandi uomini – idealizzati e non – che sono stati in grado di animare, promuovere ed appassionare centinaia di persone alla cosa pubblica, tramite lo strumento che più può cambiare la vita delle persone: la politica.

Enrico Berlinguer, di cui quest’anno ricordiamo i 40 anni dalla scomparsa, con il suo carisma e la sua visione, è riuscito a mantenere vivo un legame profondo con la politica italiana, tanto da affascinare ancora oggi generazioni che lo hanno vissuto solo tramite ricordi altrui e immagini di repertorio.

Nell’anno del 40esimo dalla sua morte, avvenuta nell’estate del 1984, di cui ricordiamo con vividezza le immagini del suo funerale, sono state tante in Italia le iniziative che lo hanno omaggiato e ricordato: le più significative, forse, le mostre al Mattatoio di Roma dell’inverno 2023-24 e al Museo Civico Archeologico di Bologna nell’estate 2024. Qui, come nella esposizione monzese che sarà disponibile fino al 27 ottobre, ci sono le immagini dell’uomo politico, ma anche scatti di storia della Storia (l’incontro con Fidel, quello che Mitterrand, i viaggi in Unione Sovietica, ecc).

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Un figura che trascende tempo e generazioni

Emerge un racconto quasi unanime: il rigore morale e l’integrità che contraddistinguevano il leader comunista, qualità sempre più rare nel dibattito politico contemporaneo, l’influenza internazionale di Berlinguer (è il primo leader di un partito italiano a comparire sulla copertina del Time), la sua capacità di tenere il PCI su una rotta autonoma rispetto all’Unione Sovietica, portandolo a essere un modello per i movimenti di sinistra europei. E poi lo straordinario impegno per i diritti civili e sociali, la questione femminile e – un po’ a sorpresa – quella ambientale, ricordata da Marco Fumagalli, ex segretario della FGCI: “nei suoi ultimi anni ha messo in agenda i temi delle migrazioni e come i cambiamenti climatici le avrebbero influenzate”. 

I funerali di Enrico Berlinguer

Quarant’anni sono un lasso di tempo lungo, durante il quale il mondo politico ha visto cambiamenti radicali: la caduta del Muro di Berlino, la fine della Guerra Fredda e la trasformazione di interi sistemi politici. Eppure, Berlinguer continua a essere una figura che ispira. Il suo rigore etico e la sua dedizione alla giustizia sociale sono valori che sembrano trascendere il tempo e le generazioni. E qui sta la risposta alla domanda iniziale: il ricordo non è solo un ricordo, è un omaggio e una continua sollecitazione nel ricordare valori perduti che forse sogniamo di ritrovare.

I dettagli per vedere gli oltre 70 scatti ora in esposizione a Monza li trovate qui.

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Agnese Zappalà

Classe 1993. Ho studiato musica classica, storia e scienze politiche. Oggi sono giornalista pubblicista a Monza. Vicedirettrice di Frammenti Rivista. Aspirante Nora Ephron.

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