Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso e non pensavate di poter chiedere. È questo lo spirito che informa l’agile volumetto Ben venga il piacere di Giorgia Fasoli, pubblicato da Le Plurali nella collana Le bussole, contenitore di testi «pratici» volti all’orientamento nella galassia femminista, costellata di storie, teorie, sottoinsiemi tematici.
Impossibile non lasciarsi avvincere da questa guida al piacere, aperta da un testo di Stella Pulpo che sfata tabù e luoghi comuni a partire dalla propria esperienza, resa nerbo dell’argomentazione mediante flash memoriali, evocati per spalancare le porte della percezione.
La scoperta del proprio corpo, l’evoluzione di sé che procede per incontri fisici e materiali – dall’amante agée al primo sex toy – consente all’autrice di predisporre il terreno all’indagine frizzante di Fasoli, sessuologa e psicologa clinica dall’indubbio talento narrativo, capace di accompagnare la descrizione della vulva ad un campionario di stereotipi da corrodere e ribaltare. L’assunto di fondo di Ben venga il piacere è che la sessualità femminile sia ancora ingabbiata in narrazioni limitanti, definite da uno sguardo che fa della donna un oggetto incasellabile, segnato dalla dicotomia rispettabilità/disinibizione.
Non è un caso che uno dei capitoli si intitoli Le brave bambine non si toccano, a ricordare l’inveterato pregiudizio verso la masturbazione, considerata sconveniente, poco elegante, spia silenziosa di un malessere di coppia. Niente di più falso, dice bene Giorgia Fasoli, che accompagna lettori e lettrici lungo un sentiero in costruzione, dove il piacere procede per tentativi, per esperienze che si affastellano. L’autoerotismo, porta d’accesso ai propri bisogni, si spoglia così dell’aura malevola che l’accompagna, come fosse uno stigma di vergogna e indegnità, un atto da compiere nel segreto della stanza.
Anche il discorso attorno all’acme del piacere acquista un carattere brioso, laddove l’autrice elenca con minuzia i nove tipi di orgasmo femminile, senza dimenticare quello mentale e quello «sportivo» (coregasm) provocato dalla sollecitazione dei muscoli pelvici.
L’organizzazione grafica, che ricorre a tabelle, immagini esplicative, schemi, risponde a un’esigenza divulgativa che è parte del bagaglio di Giorgia Fasoli, impegnata – tra le altre cose – in progetti di educazione sessuale nelle scuole. Pornografia, BSDM, posizioni dell’amore (delizioso il kamasutra finale, battezzato «posizionario»), tutto convive in un’osservazione analitica che miracolosamente evita ogni didascalismo e si apre a una dimensione giocosa, di spiazzante levità.
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Titoli come Ma chi ti si piglia, Sono cose da uomini, Alle donne non interessa il sesso, danno conto di una tabuizzazione della libido che persiste nel discorso comune, gravato da fattori storico-morali (l’idea del sesso come atto riproduttivo) e della sovrapposizione tra sessualità e rapporto genitale, perlopiù misurato sul piacere maschile. Ben venga il piacere (acquista) inverte la rotta, toccando terre ancora poco esplorate come l’erotismo in menopausa e la sessualità delle persone disabili, letta alla luce di una gamma di variabili che investono l’affettività, i trascorsi del singolo, la disponibilità ad accogliere l’altro mediante un processo di acclimatazione.
A leggere Ben venga il piacere – magari partendo dall’esplorazione di sé – colpisce proprio l’attenzione al dialogo, l’importanza di comunicare al partner cosa si vuole, senza imbarazzo o infingimenti. E il confronto – che sia con le madri, con le zie, con le amiche – definisce allora il sesso come esperienza personale e collettiva al tempo, fatta di rispetto, di confessioni, di confronto dialogico. Scrive l’autrice:
Parlare di sesso con le nostre amiche è importantissimo, ma dobbiamo tenere presente che ogni esperienza è valida, non ci sono modi giusti o sbagliati e la diversità dei racconti delle nostre sorelle, se siamo sincere, ne sarà la prova.
Ogni discorso dovrebbe partire da qui, dalla capacità di comprendersi, di essere attrici di una sessualità consapevole, femminile e femminista.
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