Da sempre nell’immaginario collettivo i mesi estivi sono legati al tormentone del momento e alla voglia di lasciarsi andare ballando. Non da meno è stato nell’antichità. Tuttavia il 14 luglio del 1518 uno strano fatto coinvolse parte della popolazione della città di Strasburgo, in Alsazia, all’epoca nel Sacro Romano Impero. Un misterioso caso di isteria collettiva portò centinaia di persone ad una danza sfrenata e alla morte di alcuni. Questo evento definita piaga del ballo o choreomania (dal greco “chore” danza e “mania” ovvero la follia) ha portato cronisti e scienziati ad indagarne le cause per secoli.
La prima danzatrice: Frau Troffea
Era una calda giornata di metà luglio del 1518 nella città di Strasburgo, quando in strada una donna sola cominciò a ballare. Il suo nome era Frau Troffea e fu la prima danzatrice dello strano fenomeno che ben presto avrebbe catturato numerose altre persone. La sua danza su una musica inesistente si fece via via più frenetica, con volteggi e movimenti sempre più forsennati.
«I don’t know how it started, don’t know how to stop it / Suddenly, I’m dancin’ to imaginary music» Con queste parole descrive la danza di Frau Troffea la cantante inglese Florence Welch, frontwoman della celebre band inglese Florence + the Machine, nel suo album Dance Fever del 2022. Il titolo dell’album parte proprio da questa vicenda storica, trovando piena voce proprio nella canzone Choreomania.
La danza di Frau Troffea in pieno giorno non passò inosservata e ben presto attirò l’attenzione. Il marito accorse cercando di far ragionare la donna, perché finisse di dare scandalo. Tuttavia per quanto volesse la danzatrice non riusciva a smettere, ma a lei si aggiunsero numerose altre persone, contagiati dai movimenti, danzando su una musica inesistente una danza sempre più concitata.
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Volteggiare fino alla morte
Nel giro di una settimana i danzatori erano diventati quasi un centinaio. Le autorità allarmate dal contagio che portava nelle strada le persone a seguire questa danza folle cercarono di vietarlo, senza riuscirci. Invano vennero interpellate le autorità ecclesiastiche perchè mettessero fine a questo maleficio con esorcismi, ritenendolo opera del diavolo. Non era possibile pensare diversamente, perchè i ballerini chiedevano aiuto, muovendosi contro la loro volontà: anche una volta soccorsi riprendevano la danza sfrenata.
L’episodio durò alcune settimane e costrinse le autorità a mandare dei musicisti ad accompagnare il ritmo e per trovare un senso a quel fenomeno inspiegabile. Tuttavia quello che sembrava essere partito come un caso isolato si diffuse a macchia d’olio ed entro la fine del mese di agosto i danzatori divennero quasi quattrocento. Non solo la stanchezza, in breve alcuni cominciarono a crollare, uccisi da un attacco cardiaco per lo sforzo.
La situazione trovò una soluzione solo nei primi giorni di settembre, quando di fronte a quella che stava diventando una strage, le autorità intervennero drasticità. I superstiti vennero condotti a forza fuori dalla città, sempre a passo di danza, verso un santuario sulle colline per invocare la grazia di San Vito, patrono della danza. Una volta terminato il rito esorcistico, i malati vennero ricondotti all’ospedale della città, dove lentamente cominciarono a smettere di danzare.
Punizione divina o malattia collettiva?
Sia i cronisti contemporanei alla vicenda sia gli storici a posteriori si sono domandati quali fossero le cause dell’evento. Tuttavia, bisogna sottolineare come i cronisti dell’epoca pongano l’accento sulla parola maledizione per descrivere la percezione di questo fenomeno, al posto della parola piaga o ancora malattia. La prospettiva religiosa gioca un ruolo fondamentale.
In un primo momento le autorità stesse pensarono che i ballerini appartenessero ad una setta eretica e la danza fosse una sorta di baccanale o rito sciamanico. In realtà dalle cronache stesse questo elemento è stato escluso in quanto nessuno dei partecipanti aveva assunto un comportamento riconducibile a riti orgiastici o mistici. Molti di loro chiedevano aiuto ai presenti, continuando a muoversi contro la propria volontà. Questo elemento è fondamentale per comprendere anche la risoluzione del problema: all’epoca infatti la visione della follia era percepita come una colpa, un peccato mandato da Dio per punire gli uomini; pertanto era compito delle autorità religiose mettere fine al problema con un intervento divino.
A livello scientifico sono state portate avanti ricerche per comprendere il fenomeno. Una delle ipotesi che è stata avanzata è quella che i danzatori fossero sotto l’effetto di una droga naturale: la segale cornuta. Infatti il cereale contaminato dal parassito causa una alterazione dello stato cosciente e degli spasmi muscolari. Tuttavia anche questa ipotesi è stata esclusa: l’ergostismo infatti provoca delle neuroconvulsivi di natura epilettica, riducendo l’afflusso del sangue e con i movimenti difficoltosi.
La visione moderna di Paracelso
L’episodio di choreomania di Strasburgo non era un unicum storico, ma non solo la definizione specifica, anche la teoria più moderna va ricondotta al medico e alchimista svizzero Paracelso. Incuriosito dalla vicenda, lo studioso dedicò un trattato per indagare le cause della chorea lascivia. Nonostante fosse cattolico si pose in una posizione di profondo scetticismo verso coloro che ricercavano la causa in una punizione divina. In modo molto moderno allontanò l’idea che le pestilenze fossero causate dalla mano divina, quanto piuttosto fossero da ricercare in cause dettate dalla natura.
Sebbene non escludesse l’incidenza della malattia in coloro che erano più inclini a peccare, né la causa né la soluzione andavano trovate nell’intervento divino per punire e sanare i fedeli. La sua teoria riconduceva la causa ad uno stato del sangue che induceva i malati alla malinconia. Pertanto lui propose di combinare l’assoluzione religiosa con la cura medica per il peccatore, immergendolo nell’acqua gelata. La visione di Paracelso appare ancora arretrata ai nostri occhi, in realtà supera in parte la visione dell’epoca perché propone di scartare l’idea che la malattia sia frutto dell’intervento divino per punire, nonostante sia ritenuta una conseguenza naturale di un comportamento trasgressivo del singolo.
Il culmine di un anno difficile
Con il progresso della ricerca scientifica gli studiosi sono arrivati ad una soluzione diversa. Indagando le fonti, gli storici hanno individuato nel periodo della Piaga del ballo una convergenza di eventi catastrofici. La regione in quell’anno aveva vissuto momenti di forte crisi nei mesi precedenti: epidemie e carestie avevano fortemente pesato sulla popolazione intera. Il forte stress psicologico causato da questi eventi catastrofici aveva provocato un caso di isteria collettiva. Questo avrebbe scatenato la danza inarrestabile che avrebbe a mano a mano trascinato il cospicuo gruppo di cittadini di Strasburgo in questo episodio di choreomania.
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