È passata solo da poco la Giornata contro la violenza sulle donne eppure, anche oggi, ci sentiamo lontani dal giorno ideale in cui la società si riconoscerà libera da questa cloaca. Ambiente sporco e ripugnante “la violenza di genere” non ha mai confini né geografici, né culturali. L’Atlante delle Donne (acquista) scritto da Joni Seager è uscito negli USA nel 2018, lo scorso marzo finalmente è arrivato in Italia, grazie alla traduzione di Florencia Di Stefano-Abichain e alla distribuzione di ADDeditore. L’Atlante delle Donne è un volume di 208 pagine che mappa e analizza la situazione delle donne nel mondo e sottolinea quanta strada ci sia ancora da fare.
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Abbiamo avuto la fortuna di vederlo presentato al Festival delle Geografie di Villasanta (MB) nel settembre appena passato, alla presenza della traduttrice.
«L’Atlante delle donne»: un mondo diverso da quello sperato
Aggiornato con gli ultimi dati disponibili, questo Atlante delle donne ci svela un mondo diverso da quelle che vogliamo credere che sia. Piacevole da sfogliare ma non si limita a questo, l’intento vero è diventare uno strumento per affrontare i temi sempre attuali e sempre più urgenti dell’uguaglianza di genere.
Quali domande? Quali risposte?
Sapevate che è stato il Rwanda il primo Paese a eleggere un governo a maggioranza femminile? Che, oggi, 520 milioni di donne non sanno leggere? O che il 40% delle donne sudafricane nella vita subirà una violenza? Di cosa parliamo quando parliamo di violenza domestica, dove? E il divario retributivo di genere quanto pesa sull’economia dei paesi? E sulle donne?
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Le domande sono tante, non si esauriscono in fretta e, le risposte spesso ci lasciano interdetti di fronte a dei numeri che nel 2020 non sembrano poi così reali. I dati sulla mutilazione genitale, il diritto all’aborto, e ancora il concetto di bellezza, l’accesso all’istruzione, e ancora, dati che arrivano a parlare del problema. Secondo l’autrice:
Non è solo un atlante del femminile, è invece una rimappatura femminista del mondo, attraverso una lente che permetta di guardare per davvero il modo in cui le donne vivono.
Diventa così è un condensato di conquiste ma anche di sconfitte enormi, di battaglie che tutt’oggi dobbiamo continuare a combattere.
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Non è un’Atlante definitivo, la stessa autrice si rifiuta di definirlo così. Al contrario è in continuo, e quotidiano, divenire. I dati cambiano velocemente, pensiamo per esempio alla condizione della donna in questa nuova pandemia che stiamo vivendo, alla sua condizione lavorativa.
Atlante delle donne: femminismo e ambiente
Joni Seager è anche consulente per l’ONU per l’ambiente – racconta Florencia Di Stefano-Abichain al Festival delle Geografie 2020, e ci domanda – cosa centra il femminismo con l’ambiente? tutto. Per esempio, esiste un collegamento diretto tra cambiamenti climatici e prostituzione. Perché? Perché i disastri climatici e i loro effetti in tutto il pianeta portano una devastazione, anche in zone già compromesse, e quindi portano le donne a vendere il proprio corpo come unica risorsa.
Essere femminista oggi diventa un compito da uomo, da donna, da genitore, da insegnante, un compito transcalare, che tocca tutti i campi che riguardano la vita quotidiana, il corpo, la cultura, le scelte che facciamo e che faremo quotidianamente.
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Vorremo che in questo Atlante ci siano dati diversi, in questo desiderio anche noi abbiamo un potere, un forte potere: cambiare qualcosa di piccolo per rendere il mondo un posto migliore. Non significa sapersi difendere, ma andare alla radice del problema, scavarne i significati e arrivare a educare a un domani diverso.
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