Forse meno nota della costiera amalfitana, meta del turismo internazionale, la costiera cilentana merita una visita per via della sua storia, delle bellezze naturalistiche, paesaggistiche e della buona cucina. Compresa tra il golfo di Salerno e il golfo di Policastro, la costiera include diverse località insignite da Legambiente della bandiera blu, tra cui Acciaroli, Palinuro, Marina di Camerota e Ascea, tappa obbligata per gli appassionati di storia antica e archeologia.
Ascea ingloba infatti l’area archeologica nota anticamente con il nome greco di Elea e, in epoca romana, con l’attuale denominazione di Velia. Situata nel Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, un territorio che si estende per 180.000 ettari e si fregia della qualifica di «Patrimonio dell’Umanità», Velia, antica polis della Magna Grecia, è citata dallo storico e geografo Strabone nella sua Geografia, dove è precisato l’origine del nome, derivato da Hyele, attribuito dai Focei che fondarono la città intorno al 540.
Ascea è anche un luogo di interesse culturale per chiunque abbia dimestichezza con la filosofia. Velia è stata infatti la culla della Scuola eleatica, a cui appartenevano illustri pensatori della tradizione occidentale, come Parmenide, Zenone di Elea e Melisso di Samo. I viaggiatori alla ricerca di itinerari culturali potranno visitare i resti dell’antica polis, ripercorrendo le strade dei grandi pensatori, e ammirare la Porta Rosa, splendido esempio di arco a tutto sesto, gioiello dell’architettura greca del IV secolo a.C., nonché i resti del teatro di Elea, risalente alla metà del IV secolo a.C., di recente oggetto di un’imponente operazione di restauro.
Per chi invece ama rilassarsi al sole, Ascea, «bandiera blu» con la sua lunghissima spiaggia sabbiosa che si estende dalla scogliera fino al Porto di Casal Velino, non deluderà le aspettative, specialmente al tramonto.
Non può mancare, infine, un invito ad assaporare le specialità gastronomiche del Cilento, dove è nata la dieta mediterranea, patrimonio immateriale dell’Unesco, in particolare modo i “cavatieddi” al ragù, la “ciambotta“, un contorno di patate, melanzane, zucchine e peperoni e, dulcis in fundo, il celebre « cannolo cilentano», ripieno in una metà di crema bianca e nell’altra di crema al cacao.
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