Nel corso dei secoli l’arte ha sempre intrattenuto un rapporto stretto con la rappresentazione del sesso e della corporeità, provocando forti reazioni di biasimo e talvolta perfino di censura. Dalle prostitute modelle di Caravaggio, ai genitali femminili dell’Origine del mondo del realista Gustave Courbet, arrivando in tempi recenti alla fotografia omoerotica estrema di Robert Mapplethorpe, l’arte ha talvolta valicato i confini della ben più rassicurante categoria dell’erotico per sfociare nel pornografico. A riprova della labilità di tale confine, basti pensare alle numerose opere d’arte – dagli affreschi pompeiani risalenti ad oltre duemila anni fa ai prorompenti nudi femminili di Pieter Paul Rubens – censurate dagli algoritmi di Facebook in quanto giudicate non conformi agli standard di sicurezza della community.
La manifestazione più eclatante dell’incontro tra arte e pornografia si concretizza nel sodalizio umano e artistico tra Jeff Koons, artista degli eccessi e pioniere dell’estetica kitsch nell’arte, e la pornostar ungherese naturalizzata italiana Ilona Staller, nota con il nome d’arte Cicciolina, protagonisti degli scatti della controversa serie Made in Heaven.
Agli opposti, rispetto alla sessualità giocosa, pop e coloratissima di Koons, si colloca la drammaticità viscerale e oscura della pittura dell’artista sudafricana Marlene Dumas, di recente protagonista di una discussa retrospettiva a Palazzo Grassi a Venezia.