«Bisogna insegnare ai bambini a pensare, non a cosa pensare». Questa frase dell’antropologa statunitense Margaret Mead funge da “manifesto” di una petizione lanciata sulla popolare piattaforma Change.org in cui si chiede al Miur di inserire l’antropologia tra i programmi scolastici «per sconfiggere integralismo, radicalismo e razzismo».
La raccolta firme fa seguito a un appello lanciato da Marino Niola, docente di antropologia all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, sulle pagine dell’inserto Venerdì de la Repubblica, nel quale si legge che
«Fino a qualche anno fa ci sembrava di essere in grado di assorbire i problemi posti dal multiculturalismo incipiente e di poterne godere i vantaggi, soprattutto economici. Ma oggi i processi di integrazione che sembravano, sia pur faticosamente, avviati, sembrano invece in stand by. E su questo impasse il terrorismo getta benzina sul fuoco, spingendo le teste calde d’Europa verso una radicalizzazione che trova nell’integralismo religioso simboli, parole d’ordine e ideologie per esprimere un antagonismo che in altri tempi avrebbe preso strade diverse. E quel che emerge in maniera preoccupante è che non ci siamo per nulla attrezzati a governare le differenze con le quali conviviamo gomito a gomito. Perché? Semplice, perché non abbiamo imparato a conoscerle. Ma, come avrebbe detto il maestro Manzi, alfabetizzatore televisivo dell’Italia in bianco e nero, non è mai troppo tardi. E oggi, proprio come allora, c’è bisogno di una nuova educazione alla convivenza con chi è diverso. In una parola un’alfabetizzazione all’antropologia culturale. Che è l’unico sapere specializzato nello studio delle altre culture e, soprattutto delle compatibilità tra tradizioni, modi di vita, usi e costumi dei diversi popoli. Insomma è urgente avviare un iter formativo che vada dalla scuola all’università alla società».
Studiare antropologia si rende allora necessario oggi per capire i grandi mutamenti in atto nel nostro modo globalizzato e per imparare a convivere con l’alterità. Ma non solo: l’antropologia culturale potrebbe anche contrastare la violenza di genere, che è un problema spiccatamente culturale. Insomma, «insegnare l’antropologia per educare a pensare. Insegnare l’antropologia per scoprire cosa ci rende umani», come conclude il testo della petizione.
M.C.
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