La Land Art è una corrente artistica nata in negli Stati Uniti d’America nella seconda metà degli anni Sessanta del secolo scorso. In realtà, si tratta di un’etichetta che contiene al proprio intero opere e artisti per alcuni tratti divergenti tra di loro: il principale punto di contatto tra queste esperienze è l’intervento diretto dell’artista sul territorio circostante, che viene modificato in maniera permanente o anche per un periodo limitato di tempo. Grazie all’Angelo del Nord, uno dei lavori più rappresentativi dello scultore di origine inglese Antony Gormley, è possibile vedere come la Land Art, corrente già molto complessa, si sia evoluta nel tempo acquisendo sfaccettature e significati diversificati.
Leggi anche:
Come New York ha rivoluzionato il mondo dell’arte
Angelo del Nord di Antony Gormely: analisi dell’opera
L’Angelo del Nord è una scultura in acciaio realizzata nella cittadina di Gateshead (presso la contea di Tyne and Wear, Inghilterra) tra il 1994 e il 1998 da Antony Gormley.
Si tratta della più grande scultura d’angelo mai realizzata: alta circa 20 metri e larga 54, ha le ali leggermente flesse in avanti, come a simulare un abbraccio indirizzato al visitatore e alla natura circostante. È composta da tre parti: il corpo, del peso approssimativo di 100 tonnellate, e le due ali, di 50 tonnellate ciascuna. Il viso, invece, è volutamente reso senza alcun tratto fisiognomico specifico.
La statua è stata progettata per resistere a venti di oltre 160 km/h ed è previsto possa durare fino a cento anni.
La costruzione dell’opera è stata finanziata dalla National Lottery ed è costata in totale 800.000 sterline.
Le molte sfaccettature della Land Art
Gormley ha più volte spiegato come l’opera abbia differenti funzioni, che non sono riducibili alla semplice relazione con il territorio. La prima è tuttavia legata alla storia del luogo dove è situata: l’Angelo del Nord, infatti, ha in primis l’obiettivo di ricordare i minatori che per oltre due secoli hanno lavorato nel sito. Dunque, la scultura è site-specific permanente e si lega in maniera indissolubile all’area in cui è stata costruita anche in questo casa.
L’Angelo è però anche un simbolo del passaggio dall’epoca industriale a quella moderna in cui viviamo oggi. Infine, è anche un fulcro di speranza per i cittadini di Gateshead.
È possibile realizzare un’opera con uno scopo in un momento che richiede dubbi? Volevo realizzare un oggetto che fosse un fulcro di speranza in un momento doloroso di transizione per le popolazioni del Nord Est, abbandonate nel divario tra l’era industriale e quella dell’informazione. […] L’ Angelo resiste alla nostra amnesia postindustriale e testimonia le centinaia e migliaia di lavoratori delle miniere di carbone che hanno trascorso gli ultimi trecento anni a estrarre carbone sotto la superficie.
https://www.antonygormley.com/works/making/angel-of-the-north
Sebbene inizialmente la scultura sia stata accolta con pregiudizi e perplessità, si poi rivelata essere un potente strumento per riattivare una località che da diversi anni ormai viveva un periodo di rallentamento economico. L’Angelo del Nord, modificando permanentemente lo skyline della contea di Tyne e Wear, è stato in grado di attrarre a sé un esponenziale flusso turistico e modificare l’economia locale.
Tutte le sculture di Antony Gormley, questa forse in maniera particolare, sono pensate a partire dal luogo e vivono in esso e per esso: l’Angelo del Nord, infatti, abbraccia ciò che lo circonda diventando esso stesso paesaggio.
Leggi anche:
Land Art che inonda la mente e guida l’andare
L’artista
Antony Gormley è uno scultore britannico nato nel 1950. Laureato al Trinity College di Cambridge, è uno dei più importanti scultori del panorama britannico: al centro della propria ricerca artistica, Antony Gormley pone il corpo.
A partire dal 1990 ha lavorato a moltissimi progetti monumentali come Allotment, Critical Mass, Another Place, Domain Field, Inside Australia.
Non abbiamo grandi editori alle spalle. Gli unici nostri padroni sono i lettori. Sostieni la cultura giovane, libera e indipendente: iscriviti al FR Club!
Segui Frammenti Rivista anche su Facebook e Instagram, e iscriviti alla nostra newsletter!