Il 5 aprile è uscito nelle sale italiane il nuovo film biografico di Raoul Peck incentrato sulla figura di un giovane Karl Marx. Le didascalie di apertura presentano la situazione politico-economica europea di quegli anni. Non esiste frase più azzeccata di «La storia si ripete» di Tucidide per descrivere questa intro; sembra quasi che attraverso il passato Peck voglia parlare del presente.
Trama
1843: i principali protagonisti politici sono le monarchie assolute europee, fortemente attaccate ai loro privilegi e al loro desiderio di egemonia; l’Europa deve affrontare una difficile crisi economica e svariati problemi naturali. Nello stesso momento sta prendendo piede e si sta sviluppando la rivoluzione industriale. Specchio dell’Europa moderna con i suoi problemi politici e l’avanzare della nuova era digitale.
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Karl Marx e la filosofia che si fa prassi rivoluzionaria
La filosofia e la politica marxiana non sono presentate come l’unica possibile via per risolvere i problemi del mondo. Il focus in questa pellicola è sul personaggio di Karl Marx nella sua gioventù.
Marx (August Diehl) e Engels (Stefan Konarske) proposero una nuova concezione di comunismo, facendo slittare il termine dal principio di uguaglianza universale al concetto della lotta di classe, che vede come due poli opposti il proletariato e il capitalismo.
Il Manifesto
Il pensatore materialista Marx, giornalista di 26 anni, subì la censura della stampa tedesca e fu costretto a trasferirsi con la moglie a Parigi, dove conobbe Engels, figlio ribelle di un ricco industriale tedesco. Assieme decidono di stendere dei nuovi principi per un mondo migliore, il cui risultato è il Manifesto del Partito Comunista del 1848.
Il regista
Questo film esce proprio nell’anno che rappresenta il 200° anniversario della nascita di Karl Marx e i 170 anni dalla pubblicazione del Manifesto.
Peck non è nuovo a questo connubio tra cinema e politica. È sufficiente guardare il suo precedente film I am not a negro, che tratta la figura dello scrittore James Baldwin.