Leggere Milan Kundera dovrebbe essere un obbligo morale, un regalo fatto a noi stessi. In ogni pagina l’autore, nato nel 1929 a Brno e scomparso il 12 luglio 2023, regala al suo pubblico un infinito viaggio all’interno del mondo che descrive.
Sapeva che lei lo amava ed era gelosa. La gelosia non è certo una qualità piacevole, ma se non se ne abusa (se è unita a una certa moderazione) ha in sé, a parte i suoi inconvenienti, anche qualcosa di commovente.
Secondo buona parte della critica, il capolavoro di Milan Kundera è senza alcun dubbio L’insostenibile leggerezza dell’essere: pubblicato per la prima volta in Francia nel 1984, questo romanzo è stato in grado, e lo è tutt’ora, di stregare e appassionare intere generazioni di lettori.
Ma Amori ridicoli di Milan Kundera non è certo da meno. Attraverso questa raccolta di 7 racconti il piacere e il divertimento sono legati a doppio filo nelle pagine in cui l’autore sfodera il suo talento nell’esprimere sentimenti e sensazioni, nel comunicare col lettore facendolo sentire parte integrante del romanzo.
Con personaggi disegnati con un tratto quasi pirandelliano, l’amore è l’elemento cardine di ogni storia. Le emozioni traghettate sono caratterizzate però dalla mistificazione e dal ridicolo, come un sentimento del contrario. A determinare le vicende è il rapporto tra le maschere e le apparenze, tra i sentimenti più puri e ciò che invece il personaggio decide di esternare nella sua realtà.
In ognuna delle sette novelle è palpabile l’ansioso dibattito sulle contraddizioni che da sempre contraddistinguono gli esseri umani, sulla condanna all’eterna ricerca l’uno dell’altro vissuta da uomini e donne. Vi è una fortissima riflessione ricorrente, e spesso lasciata intendere al lettore, sul confronto tra il puro amore sentimentale e il ben più attraente amore carnale.
Avere la sensazione di essere parte del romanzo e di interagire con lo scrittore è forse il punto cardine di tutta la produzione di Milan Kundera: grazie a una tecnica elevatissima, l’autore interviene attivamente nei racconti, avanza le proprie riflessioni mostrandosi spesso cinico o crudele, tenero o accondiscendente, senza però mai far trapelare alcuna punta di superbia verso i personaggi che descrive. Come un occhio superiore, ne analizza i pensieri e gli sbagli, ogni motivazione dietro le loro azioni, riuscendo a far sentire estremamente partecipe chi da lontano tiene il libro in mano.
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I protagonisti di ogni storia, nei più svariati modi, intraprendono un percorso: d’un tratto si accorgono di aver perso la giovinezza e per sfuggire al dolore di questa scoperta fuggono in una relazione amorosa che farà venir loro voglia di scappare nuovamente, persuasi di una sconfitta. L’elemento che in tutto il libro sembra dannare i suoi protagonisti è il costante rifiuto verso se stessi e verso le azioni intraprese per sfuggire alla propria condizione.
L’uomo attraversa il presente con gli occhi bendati. Può al massimo immaginare e tentare di indovinare ciò che sta vivendo. Solo più tardi gli viene tolto il fazzoletto dagli occhi e lui, gettato uno sguardo al passato, si accorge di che cosa ha realmente vissuto e ne capisce il senso.
La condizione dei protagonisti, in realtà, è quella di tutta l’umanità: il libro racconta di come la vita, a causa dei compromessi e degli obblighi, costringa l’uomo ad azioni imposte, sottolineando così il tema della scarsissima libertà umana. Ma Milan Kundera ci parla anche di come il nostro animo sappia ricavarsi degli spazi di affermata libertà e di come siano questi a rendere possibile la nostra capacità di scelta. Quando il sentimento trionfa, però, in Amori ridicoli i personaggi si liberano della costrizione imposte.
Proprio nel suo carattere immotivato è quel minuscolo lembo di libertà, che ci è concesso e verso il quale dobbiamo caparbiamente tendere affinché, in questo mondo di leggi ferree, rimanga un po’ del disordine umano.
La psicologia rimane comunque sempre al centro. Nel racconto Il falso autostop due fidanzati, per sfuggire alla realtà di una vacanza monotona, fingono di essersi conosciuti in autostrada. Le dinamiche di questo gioco prevedono che lei lo seduca, eppure a un tratto, una volta giunti nella camera d’albergo, il ragazzo decide di non uscire dal suo ruolo, sovrapponendo la finzione alla realtà e creando così un alone di freddezza ed estraneità.
Nel racconto Il simposio invece vi è la tristezza, più cinica, della convivenza tra amore e morte, presente anche nelle più splendide tragedie. Si regala al lettore la possibilità di interpretare, a suo piacimento, in chiave psicologica il tentato suicidio della ragazza, concedendo momenti di profonda riflessione.
Dal punto di vista del linguaggio Milan Kundera, come sempre, soddisfa sia gli intenditori sia i lettori occasionali, rendendo i racconti di Amori ridicoli dei veri gioielli.
Margherita Vitali
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Articolo originariamente pubblicato il 30 giugno 2015