È un erotismo leggero, senza morbosità, a tratti giocoso pur nelle pose spinte ed azzardate, quello che caratterizza le opere di Gerda Wegener (1889-1940), artista danese di origini francesi, tra le figure meno conosciute, eppure più controverse, del primo ‘900 artistico. Ma soprattutto, è un erotismo del tutto inusuale se non addirittura “proibito” e scandaloso per l’epoca: la pittrice, infatti, ritrae molto spesso donne intente ad amare un’altra donna.
A un’opera dalla grande intensità e complessità corrisponde, sul piano privato, una vicenda sentimentale estremamente particolare: Gerda, infatti, aveva conosciuto all’Accademia di Belle Arti di Copenaghen, Einar Wegener, di cui prende il cognome, anch’egli artista, passato alla storia non per la sua pittura ma per essere stato la prima persona della storia a sottoporsi ad un’operazione di cambio di sesso.
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Si tratta di una storia viscerale e complicata, durante la quale i due, separatisi dopo il cambio definitivo di sesso del marito per decreto del re di Danimarca, si supportano a vicenda, al punto che Einar, ormai donna, poserà per la moglie come modella.
La scelta del particolare tema iconografico della Wegener non deve dunque stupire: mentre il marito è in attesa dell’operazione, Gerda è libera di vivere alcune storie d’amore con donne che, con tutta probabilità, influenzano la sua produzione artistica.
Ma l’opera della Wegener non si limita solo a quegli acquerelli raffiguranti scene di sesso omoerotico esplicite, si spinge oltre, indirizzandosi verso opere dal carattere più materiale e “carnale”, che ritraggono donne dallo sguardo intenso, languido e dalle pose lascive che però non scadono mai nella volgarità, grazie a una tecnica impeccabile e a una notevole sensibilità verso la tematica.
L’opera di questa particolarissima autrice, sconosciuta ai più, è in definitiva un unicum quanto mai particolare, che apre una finestra su un tipo di amore di cui, relativamente al primo Novecento, non si parla quasi mai: è uno scorcio diretto e non mediato sull’universo dell’amore saffico, che la Wegener fissa tramite tratto elegante e sottile, a metà strada tra il liberty e il déco, e che consegna ai posteri insieme alla sua vicenda personale più unica che rara.
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