L’associazione Essere Animali, già presente al Festival delle Geografie di Villasanta nella seconda edizione, ha pubblicato diversi articoli sulle condizioni degli oceani e sul grave impatto che la pesca, e soprattutto gli allevamenti, hanno sui pesci. Si tratta di una tematica urgente e fondamentale, non solo per il numero di animali coinvolti, ma anche per il futuro del pianeta. Hanno pensato di riassumere e raccontare le problematiche principali dell’acquacoltura con 5 fotografie, scattate da Selene Magnolia per We Animals Media, durante l’indagine che hanno realizzato insieme in Grecia.
1 – Le condizioni dei pesci
Esistono diverse tipi di gabbie, sia a terra che in mare. Qui gli animali vivono in condizioni di sovraffollamento per anni, il tempo necessario a raggiungere il peso sufficiente per essere macellati. Nelle vasche raramente si trovano arricchimenti ambientali, i pesci nuotano in cerchio e spesso sono infestati da pidocchi e altri parassiti che causano loro ferite e lacerazioni. Il tasso di mortalità dei branzini e delle orate allevati nel Mediterraneo è di circa il 20%: in altre parole, un pesce su cinque muore prima di essere macellato.
2 – L’inquinamento
Gli allevamenti intensivi di pesci che si trovano in mare rilasciano nell’ambiente numerose sostanze inquinanti, inclusi mangimi, feci, farmaci, antibiotici, insetticidi, pesticidi. La diffusione di queste sostanze causa numerosi problemi ambientali e contribuisce a creare ceppi di batteri resistenti agli antibiotici. Soltanto in Grecia, Paese leader nella produzione di orate e branzini, esistono 302 siti produttivi e ognuno di essi conta decine di gabbie: è difficile quantificare l’inquinamento provocato, ma è sicuramente notevole.
3 – La sofferenza degli animali
Una volta pronti per la macellazione, i pesci vengono pescati in grosse reti, dove si dimenano e si feriscono per tentare di fuggire. Quelli che rimangono nel fondo vengono schiacciati dal peso degli altri individui. I pesci sono esseri senzienti perciò, anche se non possiamo sentire le loro grida, sappiamo che sono capaci di provare dolore e paura.
4 – Stordimento e macellazione
Dopo essere stati prelevati dall’acqua, orate e branzini vengono immersi ancora vivi in cassoni contenenti acqua e ghiaccio, dove possono trascorrere decine di minuti di agonia prima di morire. La macellazione arriva spesso quando loro sono ancora coscienti. Questa è una pratica profondamente dolorosa e che è stata condannata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità Animale (OIE) e dalla Commissione Europea.
5 – L’insostenibilità ambientale
Mentre gli oceani si svuotano, qualcuno guarda all’acquacoltura come a una alternativa sostenibile alla pesca industriale. Non è così: i mangimi dati ai pesci negli allevamenti contengono farina e olio di pesce proveniente da stock selvatici. Le specie allevate sono spesso carnivore, perciò hanno bisogno di altro pesce (selvatico) di cui cibarsi.
L’obiettivo è far riflettere sul catastrofico futuro che potrebbe aspettare le prossime generazioni e invitare a visitare il sito SalviamoGliOceani.it in vengono offerte informazioni e soluzioni e viene data la possibilità di scoprire quanto ne sai sul problema con un semplice test. Prova al link, qui.
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