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“Alla ricerca di Dory”: un sequel
senza pugni nello stomaco

3 minuti di lettura

Dopo 13 anni da Alla ricerca di Nemo, uno dei film d’animazione più apprezzati degli ultimi anni, il 17 giugno esce negli USA Alla ricerca di Dory, in arrivo in Italia a settembre. Alla ricerca di Nemo, amato al di là del genere e dell’età, ha saputo conquistare il pubblico non solo grazie a una computer grafica di grande impatto, ma anche attraverso una storia avvincente, ben calibrata tra momenti di divertimento ed emozione, oltre a temi di grande importanza presentati in modo estremamente naturale: il rapporto padre-figlio, la ricerca di una parte della propria famiglia e di se stessi, il coraggio di mettersi in gioco e affrontare le proprie paure, l’amicizia, l’amore nel senso più ampio del termine.

dory poster

Il sequel cerca di riproporre le stesse tematiche con le stesse strategie, ma non regge il paragone con il classico che lo precede. Questa volta la situazione è capovolta ed è Dory, accompagnata dai due pesci pagliaccio, ad andare alla ricerca dei suoi genitori. Si tratta quindi per la seconda volta di una storia di amicizia e amore familiare, ma il tutto non viene scavato in profondità come era stato fatto nel 2003, perdendo l’opportunità di esplorare a fondo temi come la diversità e il distacco dai genitori, certo complessi per un giovane pubblico, ma indubbiamente meritevoli di uno spazio maggiore, anche in modo edulcorato. Il nuovo film dà invece l’impressione di essere stato studiato e realizzato troppo velocemente, forse dettato più dal facile successo che da un colpo di genio su un possibile seguito in grado di tenere testa all’originale.

I personaggi che già conosciamo vengono ovviamente ripresi, ma non c’è nessuna particolare evoluzione. L’ex protagonista Nemo ha ora un ruolo marginale e di dubbia utilità, mentre Marlin è un pesce più coraggioso ma ancora insicuro che non sembra imparare niente di nuovo, se non l’importanza dell’avere a fianco una compagna d’avventure come Dory, un obiettivo in fondo già raggiunto nel primo film. Rivediamo poi personaggi secondari come il maestro Ray e le tartarughe Scorza e Guizzo, ma nei panni di veloci comparse per soddisfare il lato nostalgico degli spettatori e niente più. Un semplice contentino che non aggiunge niente di particolare alla storia.

dory e destiny

Ovviamente, il film presenta anche una serie di nuovi personaggi, che sono però uno dei punti deboli dell’opera. Alla ricerca di Nemo ci aveva conquistati non solo con il trio Marlin, Nemo e Dory, ma anche con quei personaggi ben strutturati seppur appena accennati: il trio di squali vegetariani, la temibile Darla, i pesci dell’acquario. Alla ricerca di Dory non è altrettanto geniale nella creazione di personaggi secondari: tra polpi e squali balena, nessuno lascia particolarmente il segno, pur strappando qualche risata – ma a questo pensa soprattutto la protagonista, naturalmente portata a intenerire e divertire lo spettatore.

Oltre alla perfetta grafica, il vero – ma a tratti traballante – punto di forza di questa nuova creazione Disney-Pixar sta nel passato di Dory. Come era stato per Alla ricerca di Nemo, i primi minuti del film presentano una famiglia felice – mamma, papà e una piccola Dory che già deve scontarsi con qualche problema di memoria – distrutta dal destino. Tuttavia, se la scena del barracuda era in Nemo il primo di molti attimi commoventi, oltre a essere caratterizzata da una profondità molto adulta, in Alla ricerca di Dory le scene successive non rendono giustizia a un inizio promettente. Avventura dopo avventura, flashback dopo flashback, lo spettatore conosce la famiglia della pesciolina smemorata, ma dietro a un paio di occhi infinitamente grandi per intenerire ogni tipo di pubblico si cela una storia mal costruita che coinvolge solo grazie ad alcuni dettagli ben curati.

Anche il finale, prevedibile già dai primi minuti, è sviluppato frettolosamente: conoscendo le strategie Disney-Pixar, sappiamo che Dory ritroverà la sua famiglia, ma il come lascia più di una perplessità. Il viaggio di Marlin attraverso l’oceano per arrivare al celebre P. Sherman, 42, Wallaby Way, Sydney è una vera e propria Odissea che non può essere paragonato al percorso più banale intrapreso da Dory verso la California.

dory piccola2

Alla ricerca di Dory è un film che offre qualche momento di divertimento e piccoli attimi di commozione, ma che – il paragone è inevitabile – non ha nulla a che vedere con la genialità e la profondità del suo predecessore:  non ci saranno le stesse risate, le stesse lacrime e la stessa solida trama che, oltre a emozionare, può offrire messaggi importanti per grandi e bambini. Finito Alla ricerca di Dory, si ha solo voglia di immergersi di nuovo nel perfetto mondo di Alla ricerca di Nemo per emozionarsi davvero.

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