Da Guccini a Corrado d’Elia, Alessandro Preziosi, Kevin Kline, fino all’adattamento Netflix Sierra Burgess è una sfigata, Cyrano de Bergerac ha influenzato le menti artistiche di mezzo mondo.
Cirano deve morire è la vivace e sorprendente rielaborazione dell’opera di Edmond Rostand con la regia di Leonardo Manzan.
Spoiler: Cirano muore
Rossana (Paola Giannini) mette tutte le carte in tavola: due uomini l’hanno ingannata, due uomini si sono accordati affinché lei ne amasse uno, facendola però innamorare di entrambi: il bel Cristiano (Giusto Cucchiarini) e Cirano (Alessandro Bay Rossi).
Sin dal momento in cui Rossana prende le fila della trama si capisce che non sarà una messa in scena come le altre: a suon di manganellate la donna si prende il palco, apre la sua storia iniziando a raccontare come i due amici abbiano costruito un vero e proprio inganno a sue spese perché, alla fine, di questo triangolo amoroso lei è l’unica sopravvissuta.
Rostand underground
Manzan sceglie la musica rap per trasporre i potenti versi ottocenenteschi di Rostand, mescolandoli a versi originali ripieni di attualità, giochi di parole e rimandi alla cultura popolare e giovanile contemporanea. Il mezzo è efficace, non solo per la disarmante franchezza con cui manifesta le personalità dei personaggi e le loro relazioni, ma anche per la sua dimensione simile a quella che, presumibilmente, la poesia aveva a fine ‘800.
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In un susseguirsi di canzoni underground lo spettacolo coinvolge gli spettatori in una continua sfida alla rima più sagace, alla stoccata più profonda a suon di parole ritmate, non lasciando mai spazio alla noia, tanto odiata da Cirano.
Uno spettacolo intelligente
A fine spettacolo, un termine usato dai giovani spettatori ha colto l’attenzione: «maranza». Il termine è tornato in voga dagli anni ’80 e corrisponde al più diffuso «tamarro», usato presumibilmente dai presenti per descrivere Cirano.
Non importa che la descrizione sia più o meno corretta, il solo fatto che il pubblico abbia visto in questo adattamento qualcosa di vicino a sé rende Cirano deve morire uno spettacolo che funziona.
Cirano deve morire è uno spettacolo intelligente perché è accattivante per un pubblico «profano», ma allo stesso tempo se analizzato rivela dei meccanismi ingegnosi: il rap diventa trasposizione perfetta della poesia dell’Ottocento che Cirano stesso usa per contrastare la sua contemporaneità, che diventa la nostra contemporaneità. Le tematiche vengono estratte dal testo per renderle attuali in una continua frizione tra Rostand, la musica rap e le parole dell’opera originale, per dare loro risalto e farle bruciare in una nuova luce (stroboscopica).
Cirano deve morire
da Cyrano de Bergerac di Edmond Rostand
regia Leonardo Manzan
con Paola Giannini, Alessandro Bay Rossi, Giusto Cucchiarini
Lo spettacolo è andato in scena dal 2 al 6 Novembre al Piccolo Teatro Studio Melato
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