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Agony

Agony: l’inferno come non lo avete mai visto

2 minuti di lettura

Agony è il survival horror infernale in prima persona frutto del duro lavoro di Madmind Studio, arrivato sui nostri scaffali il 29 maggio 2018 dopo una lunga, ma fortunata, campagna Kickstarter.

Agony

L’arte a portata di Joypad

Senz’ombra di dubbio il comparto visivo e quello sonoro sono il fiore all’occhiello nell’opera di Madmind studio. Attraverso le sue tre modalità di gioco, Modalità Storia, Modalità Succube (dove si impersonerà un demone infernale) e Modalità Agonia (una serie di livelli creati proceduralmente), gli sviluppatori hanno voluto creare ambientazioni cupe e disturbanti cercando di indurre nel giocatore un perenne stato d’inquietudine. E ci riescono non solo per l’azzeccata colonna sonora, ma anche grazie ai rumori ambientali: urla, lamenti, orgasmi, il suono delle ossa non appena ci camminiamo sopra, o quello del materiale organico che ricopre pavimenti e pareti.

L’inferno rappresentato in Agony è, senza usare mezzi termini, unicooriginale; soprattutto per i temi particolarmente crudi come sesso, violenza e sangue in tutte le loro più macabre e perverse forme. Ma se esse sono solo la superficie del messaggio che sta alla base dello sviluppo del titolo, il desiderio ne è sicuramente il cuore pulsante. Esso alimenta la volontà di tutti i dannati, compreso quella del giocatore protagonista, di poter incontrare e, forse, avere la salvezza da parte di un’entità che aleggerà per tutte le ore di gioco: la Dea Rossa. A fare da contorno a questi temi, alzando ancor di più l’asticella per quel che concerne il comparto artistico, sono i continui riferimenti letterari e religiosi, come ad esempio le citazioni all’Apocalisse di Giovanni, Ezechiele o la rappresentazioni di croci rovesciate in fiamme. Gli stessi livelli sono frutto di una rielaborazione della Divina Commedia di Dante Alighieri, come avvenne per il titolo del 2010 Dante’s Inferno.

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Tra Eros e Terrore

La figura femminile possiede un ruolo centrale all’interno del gioco, non solo per alcuni importanti oggetti, utili per il proseguimento della campagna, come la Venere di Willendorf, ma anche per la rappresentazione delle figure demoniache che incontreremo nel nostro viaggio. Esse infatti sono fisicamente prosperose ma posseggono un insano sadismo, come le Succubi, o caratteristiche raccapriccianti, come i demoni delle prime ore di gioco che posseggono la testa a forma di vagina dentata.

Queste figure alimentano ulteriormente la dicotomia che ruota intorno al sesso e alla violenza che diviene al tempo stesso la firma distintiva di Agony. Questi elementi, tuttavia, hanno suscitato non poche polemiche con gli enti di classificazione che rischiavano di etichettare il titolo come Adult Only, cosa per fortuna scongiurata grazie ad alcune censure ad hoc che ne hanno permesso la pubblicazione su console.

Agony

In conclusione…

Sul piano artistico i ragazzi di Madmind studio hanno centrato l’obiettivo creando un gioco stilisticamente accattivante, aiutato da un comparto sonoro che enfatizza le ambientazioni e alcune dinamiche di gioco. Diverso, invece, è il piano prettamente ludico che presenta non poche sbavature, e unito alla scarsa qualità dei modelli dei personaggi secondari, va a inficiare su un prodotto che poteva diventare un cult del genere. Consigliamo il titolo solo a chi ama l’horror e a chi ha voglia di immergersi nei meandri più oscuri della mente umana dove, come avvertiva Dante:

lasciate ogne speranza, voi ch’intrate

Niccolò Manai

Sono un ragazzo di 27 anni, curioso e voglioso di imbarcarmi sempre in nuove avventure. Sono laureato in Filosofia e in Sociologia. Ho una passione irrefrenabile per i videogiochi, fumetti e, ahimè, per la cioccolata.

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